"non ti lascio va bene?! E non ti lascio perché ti voglio bene"
Poi silenzio.
Un silenzio assordante quello che segue questa frase che Simone pronuncia con la voce incrinata dall'amore e dall'alcol. Guarda Manuel negli occhi e ci si perde dentro: ha gli occhi che brillano, non capisce se di rabbia o a causa della troppa birra, e che lo fissano intensamente. Sente il suo sguardo oltrepassarlo, leggerlo dentro e si sente nudo davanti a lui, incapace di reagire, di tirar su uno scudo che impedisca all'altro di guardargli all'interno e capire ancor di più di quello che ha già capito. Perché ormai Manuel l'ha capito che Simone è innamorato perso di lui, nonostante lui si ostini a negarlo, a camuffare quel sentimento tanto forte quanto doloroso pur di non perdere quel rapporto di amicizia, quel contatto quotidiano con lui che è diventato l'unico modo per trovare sollievo all'incendio che ha nel cuore.
Ma Simone non ci riesce, gli occhi di Manuel vincono quella guerra silenziosa con lui e capiscono che in quel ti voglio bene c'è molto altro: c'è amore, un amore incondizionato, che non bada a tutti i suoi casini, al suo essere impulsivo, a volte stronzo, alle sue incertezze; c'è la voglia di proteggerlo, di stargli accanto in qualsiasi caso, qualsiasi cosa Manuel gli chieda di fare.Ed è un attimo.
Una mano dietro il collo.
Una botta all'altezza delle labbra.
Calore.
Umido.E poi finalmente realizza. E si aggrappa a lui per non cadere. Sente le gambe cedere, il cuore quasi esplodere. Pensa di star per morire, lo pensa sul serio, sente il petto fargli male per il ritmo a cui sta pompando il suo sangue.
Manuel bacia in maniera rude, scomposta, bagnata. Se lo aspettava esattamente così: tutti i pensieri fatti di notte, davanti al video che aveva registrato qualche mese prima, seduto al suo banco durante le ore di lezione, si sono rivelati molto vicini alla realtà, e a Simone sembra di volare.
Sente le mani di Manuel addosso, le sente stringere, pizzicare, tirare, sembrano non saziarsi mai, non trovare mai pace. La lingua di Manuel sa di birra, di tabacco e di menta e rincorre la sua come una forsennata. Le labbra si aprono e si richiudono a ritmo per secondi che sembrano infiniti.
Poi il ritmo rallenta e il bacio umido diventa un timido bacio a stampo che Manuel lascia sulle labbra di Simone prima di staccarle definitivamente. Appoggia la fronte sulla sua, chiudendo gli occhi affannato; i riccioli scomposti solleticano la pelle di Simone che non può fare a meno di sorridere seppur sia ancora frastornato: se in quel momento qualcuno gli avesse chiesto il suo nome non sarebbe riuscito a rispondere. Il suo cervello non riesce ad elaborare nulla se non l'immagine di Manuel sudato e scompigliato che gli sta davanti e che cerca di imprimere per sempre nella sua memoria.
E poi il vortice di emozioni ricomincia, senza che lui se ne accorga.
Manuel lo riavvicina a sé prendendolo per la maglia e riprende il bacio. Lo trascina indietro con lui senza mai staccare le labbra fino a che la sua schiena non tocca il muro freddo. Ha un sussulto, un brivido gli attraversa la schiena, sente la pelle d'oca su ogni centimetro di pelle. Simone se ne accorge attraverso i polpastrelli che toccano il collo del riccio e, forte di quella reazione, prende coraggio, stacca la bocca da quella di Manuel e scende sul collo. Gli lascia baci bagnati sulla mandibola, sul pomo d'Adamo, sulla giugulare, e sente quest'ultima pompare fortissimo. E allora Simone sorride ancora perché non riesce a credere al fatto che il più etero di tutta la scuola sia in quelle condizioni a causa sua. Si sente onnipotente e questa sensazione lo porta ad essere ancora più audace.
Le sue ginocchia toccano il pavimento ruvido, prova un leggero dolore ma non gli importa.
Alza lo sguardo e incrocia gli occhi di Manuel e quest'ultimo capisce che quegli occhioni lucidi e scuri, gli stanno chiedendo il permesso. E vede Simone così piccolo e puro, così rispettoso dei suoi sentimenti come nessuno è mai stato, lui che si è appena sentito dire che è stato usato per divertimento. E il suo cuore batte ancora più forte.
Simone gli slaccia la cintura, gli apre il bottone e poi la zip dei jeans e glieli cala: giusto il necessario per scoprire la sua intimità. Ha completamente rimosso il fatto di essere per strada, in mezzo ad un cantiere, a pochi metri da scuola dove è in atto la sua festa di compleanno e che qualcuno potrebbe uscire a cercarlo o passare di lì e vedere tutto. Ma a Simone non importa, vuole solo godersi ciò che aspettava da troppo tempo, ciò che ha sempre sognato e che pensava non avrebbe mai ottenuto.
Non ha mai fatto un pompino in vita sua ma sentire Manuel gemere al contatto con la sua lingua calda gli fa prendere coraggio. Fa roteare la lingua, lecca, muove la testa, succhia, lascia baci. Improvvisa, sente la gola pizzicare e gli occhi velarsi di lacrime per lo sforzo ma i gemiti di Manuel sono la sua forza per continuare. Vuole impressionarlo, vuole fargli capire che può fare le stesse cose di qualsiasi ragazza con cui Manuel sia mai stato e soprattutto vuole fargli arrivare tutto il suo amore, tutta la fiducia che ha riposto in lui quando ha deciso di donargli alcune delle sue prime volte.
Sente le mani di Manuel stringere forte i suoi ricci, tirarli, sente la sua voce soffocata "Simone...sto per.., cazzo!" e Simone capisce ma non si sposta. Quando sente il membro di Manuel tremare leggermente e un liquido caldo in bocca, alza lo sguardo e assiste alla scena più bella per un innamorato: il suo Manuel con la bocca semi aperta, gli occhi chiusi e la faccia contratta dal piacere che cerca sostegno in lui e si appoggia alle sue spalle con le mani. E ancora non ci crede.Manuel cerca di regolarizzare il suo respiro, butta la testa all'indietro e trova l'appoggio del muro, mentre continua a toccare i capelli di Simone, non più stringendoli ma quasi accarezzandoli. Poi apre gli occhi, li rivolge verso il basso dove Simone ancora lo scruta compiaciuto e indifeso: lo osserva, non si era mai accorto di quanto fosse bello, di quanto avesse un viso tanto innocente e vorrebbe abbracciarlo, fargli capire quanto è prezioso per lui. Sposta la sua mano dai capelli alla felpa di Simone e cerca di tirarlo su. Ci riesce e i due si trovano di nuovo alla stessa altezza, ancora occhi negli occhi.
"Chissà che si prova" pensa Manuel, ripercorrendo col pensiero ciò che Simone aveva appena fatto a lui ma sa di non poterci riuscire. È ancora troppo presto per un ragazzo che non sa ancora se è etero, bisessuale, omosessuale o qualsiasi cosa egli sia. Manuel non se la sente ma muore dalla voglia di provare qualcosa di nuovo, sia per capire qualcosa in più sui suoi sentimenti, che per dare piacere a Simone, per vederlo finalmente felice.
Porta la mano sulla sua patta, questo sussulta e sente il cuore in gola. Questa volta è Simone a ricominciare il bacio, si avventa famelico su quelle labbra, portando una mano in mezzo ai ricci di Manuel e tirandoli per avvicinarlo ancora di più a lui. Manuel continua a toccarlo da sopra i jeans muovendo delicatamente la mano: non sa come muoversi, è tutto così nuovo per lui e questo Simone lo intuisce da come l'altro non sia più preso dal bacio come prima ma continui a tenere lo sguardo basso, indeciso sul da farsi. E allora Simone si slaccia la cintura e abbassa leggermente i pantaloni; prende la mano di Manuel con la sua e la direziona verso la sua erezione ormai quasi dolorosa. Manuel alza lo sguardo e lo fissa. Simone intravede dello smarrimento nei suoi occhi ed è attraversato da un moto di tenerezza nei confronti di quel ragazzo che fa il duro per nascondere la profonda dolcezza che ha al suo interno, e si innamora ancora di più di lui.
Mentre Manuel continua a sfiorarlo con le mani, riprendono a baciarsi in maniera più calma, più dolce, perché Simone sa che questo è un momento delicato per il ragazzo e non vuole fare nulla che possa spaventarlo.
Poi Manuel, spinto dai gemiti desiderosi dell'altro, chiude il palmo attorno all'erezione e inizia ad andare su e giù come è abituato a fare con la sua: non dura nemmeno due minuti che Simone si riversa nella sua mano, macchiando un po' anche la sua maglia bianca.
Manuel sorride e "ammazza oh, a Simó du minuti nso popo 'n gran record".
"Zitto cretino" lo rimprovera scherzosamente Simone e sente di poter toccare il cielo con un dito in quel momento, tra le braccia di Manuel, l'unico posto sicuro che conosce, il ragazzo che gli ha fatto capire cosa significa amare.-------
Bene, anche io ho voluto dare il mio contributo per cercare di arginare la delusione seguita a quanto non abbiamo visto giovedì sera. E si, credo anche io sia stato potenziale sprecato perché Nicolas e Damiano avrebbero potuto segnarci a vita recitando scene come queste e invece niente, 0.3 secondi di bacio.
Ah e sì, per me non hanno fatto l'amore, però ovviamente questo è solo il mio parere. Fatemi sapere cosa ne pensate, spero questo piccolo racconto vi piaccia.
Un bacio 🥰
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non ti lascio - OS Simuel
Teen FictionCiò che è successo per me quella sera (r4i infame per te solo le lame) e non solo..