Attimo perpetuo

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Ciao a tutt*! Benvenut* in questa mia breve storia.
Ho ripreso le scene della decima puntata di "Un Professore" quindi se non volete SPOILER non leggetela!
Ho tolto alcuni riferimenti come quello della pistola perchè secondo me troppo fuori luogo e mi sono concentrata solo sulla relazione tra Manuel e Simone.
Se vi piace fatemelo sapere con una recensione!
Baciii Xx


***

È strano come tutto può cambiare in un attimo.
Simone si trova alla sua festa di compleanno organizzata all'ultimo dentro la palestra della scuola grazie alla disattenzione del padre, nonché professore di filosofia, che aveva lasciato la chiavi della scuola incustodite nello svuota taste nel corridoio di casa.
C'era tanta gente, Simone conosceva solo i compagni di classe, ma molti altri si erano imbucati perché amici di amici. In giornata il festeggiato si era organizzato per far si che ognuno dei suoi compagni portasse qualcosa da bere quindi la palestra era invasa da bottiglie di alcolici più o meno forti di cui tutti usufruivano senza fondo. Non si stupisce di vedere molti ragazzi e ragazze persi mentre ballano, completamente ubriachi, le canzoni proposte da Matteo, suo compagno di classe.
D'altronde che festa sarebbe stata senza un po' di musica? E nonostante non sia così legato a Matteo, le cui idee spesso sono opposte a quelle di Simone, ha apprezzato moltissimo il gesto del ragazzo di proporsi come dj movimentando così la serata. E il riccio si sta divertendo, davvero tanto, ma non può non pensare ad un'assenza così evidente per lui. La festa è iniziata da un bel po' infatti e Manuel non si è ancora fatto vedere, questo indispettisce Simone che inizia a mano a mano a rassegnarsi all'idea che il ragazzo non verrà come ha fatto per la festa di Chicca. Probabilmente sarà con quella Alice che il festeggiato non sopporta per niente. Cosa ci vedrà Manuel in una come lei? È così scialba e triste! Ha bisogno di un ragazzo di diciassette anni per combinare qualcosa nella sua vita?
No, Simone non la sopporta proprio e non sopporta Manuel perché è uno stronzo e perché è capace di fargli così male che neanche se ne accorge. Lo odia!
Ma poi vede proprio il diciasettenne riccio entrare nella palestra addobbata e il suo cuore perde un battito per poi accelerare felice ed in modo imbarazzante. È così bello!
Simone ama il modo in cui indossa sempre qualche canottiera legata al mondo del basket, ama quanto queste lo facciano sembrare più piccolo e delicato anche se crede che l'altro ragazzo le indossi per sembrare un duro ed un bullo. Simone ama come Manuel si passa sempre una mano tra i capelli per allontanare qualche riccio ribelle, ma capisce subito che qualcosa non va. Lo capisce dalle ombre sulle guance del ragazzo, è triste o forse incazzato e Simone inizia a sentirsi male, perché è sempre così empatico con l'altro?
Il festeggiato si avvicina all'amico offrendogli una birra "Ce l''hai fatta! Hai visto che figata?" esclama riferendosi all'atmosfera che sono riusciti a creare cercando di distrarre Manuel; è una festa coi fiocchi cazzo e Simone ne è orgoglioso.
Il riccio annuisce prendendo un sorso dalla bottiglia "Si, vedo" borbotta smorzando così tutto l'entusiasmo del più alto che subito si rattrista prima di sospirare e chiedere "Che c'è? C'hai una faccia?" al quale però l'altro ragazzo risponde piccato come se gli avessero toccato un nervo scoperto "Che è Simo'?! che sono tutte 'ste domande? Sei mi' madre?" gli vomita a dosso con ferocia.
Simone vorrebbe mandarlo a fanculo, perché sa proprio come essere un fottuto stronzo e lui lo odia "No" borbotta sentendo il bisogno di allontanarsi da lui "Divertiti eh" trova il modo di concludere prima di tornare tra la mischia. Odia il modo in cui il suo cuore sprofonda, deve smetterla di lasciare che l'altro gli faccia del male. È tremendamente stufo di soffrire!
Cerca di godersi i suoi compagni che lo invocano e scoppia a ridere vedendo Chicca ballare su un tavolo un po' troppo alticcia, anche Laura ha decisamente bevuto, ma quando si avvicina a Simone è comunque lucida mentre gli chiede di ballare.
E fanculo tutto, fanculo Manuel! È la sua festa e vuole godersela quindi l'accontenta e passa a ballare un po' con tutti continuando a bere e fare brindisi.
La sua testa però non collabora e vorrebbe davvero prendersi a pugni ogni volta che il suo sguardo finisce a cercare il ragazzo riccio che non fa altro che bere e rimanersene da parte senza calcolare nessuno di coloro che lo richiamano per ballare o bere insieme.
E vorrebbe menarsi ancora di più quando si accorge che non può non sentirsi preoccupato per Manuel che sembra tormentato da qualcosa che si ostina a tenere dentro buttandolo giù con fiumi di alcol che però non sembrano funzionare dato che corre via dalla stanza. Se Manuel sta male anche Simone finisce per stare male. Lo odia!
Quindi ovviamente lo segue perché non può farne a meno, non può e non riesce ad ignorare la tristezza in fondo a quel paio di occhi scuri capaci di mandargli in pappa il cervello. Si allontana svelto rassicurando coloro che cercano di chiamarlo e riportarlo in centro alla festa che sarebbe tornato presto.
Non sa bene dove sia andato a cacciarsi Manuel, ma lontano dalla palestra riesce a sentire più rumori non nascosti dalla musica e riesce a sentire il portone principale aprirsi con forza e Simone si affretta a correre verso quella direzione preoccupandosi ancora di più quando sente un forte rumore di vetri.
Vede il ragazzo riccio prenderla con la recinzione dei lavori esterni della facciata della scuola e si affretta a fermarlo prima che si faccia seriamente del male "Fermati Manu!" lo richiama prendendolo per la felpa con forza cercando di contenere la rabbia dell'altro "Fermati!" gli urla tirandolo indietro sentendo Manuel fare resistenza prima che si ribelli con forza "Lasciami!" urla in faccia Simone allontanandosi stizzito.
Perché è incazzato nero, sta male e la sua vita fa schifo! Vuole stare solo cazzo invece Simone non lo lascia mai e questo lo fa incazzare ancora di più. "Mi dici che c'hai?" gli chiede seguendolo a distanza con tono dolce che ha sempre il potere di mandare in confusione il cuore del più basso che sbuffa "Ciò tutto!" sbotta nervoso come poche volte è stato nella vita "Quella puttana mi ha lasciato!" urla mentre nella sua testa inizia a pensare al suo sentirsi usato e sporco, a Sbarra che non gli rende le cose più facili mettergli pressioni, al fatto che a casa non va proprio benissimo anche se sua madre sembra aver trovato un lavoro più stabile ed anche a lui, a Simone, che l'ha lasciato. Se n'è andato per giorni lasciandolo solo, creandogli un vuoto indefinibile ed è così arrabbiato e confuso! E odia sentirsi così quindi se la prende con un bidone di vernice calciandolo lontano mentre il ragazzo più alto lo riafferra per il cappuccio della felpa urlando di fermarsi "Lasciami!" gli urla in faccia voltandosi di scatto.
Ma Simone non lo fa, perché non lo fa mai "Non ti lascio!" gli urla infatti a sua volta "Non ti lascio perché ti voglio bene" continua abbassando un po' il tono verso la fine e Manuel la vede la paura negli occhi di aver detto qualcosa di troppo, ma in verità per la prima volta il ragazzo più esile si sente bene.
È strano da spiegare, ma per tutta la vita si è sentito un peso, qualcosa di cui vergognarsi; non è mai stato una cima a scuola e ha l'irrefrenabile capacità di mettersi nei casini anche se cerca di fare qualcosa di buono.
Manuel è un fottuto disastro e si sente così in continuazione, con un peso enorme sulle spalle di tirare avanti, di essere forte, di essere adulto, di non lasciare sua madre sola e solo Simone sa farlo sentire nel posto giusto, lo fa sentire importante, lo fa sentire meno in dovere di dover essere e più essere ciò che è.
È la prima volta che Manuel si sente dire qualcosa di così bello da qualcuno diverso da sua madre e per un attimo sente il suo stomaco sprofondare prima che il suo cuore acceleri in modo assurdo. Vorrebbe piangere per quanto si sente felice e grato di aver trovato una persona come Simone, ma non solo, perché sente che non sono corrette quelle parole. Ma va bene così perché non vuole approfondire.
E non riesce a capire né a ragionare completamente ed è per questo si spaventa da solo quando, un attimo dopo, si ritrova ad appoggiare con forza le sue labbra su quelle dell'amico inaspettatamente morbide e calde, dura un attimo, un battito di ciglia, prima che il ragazzo più alto compia un passo indietro e Manuel si senta inspiegabilmente imbarazzato e frustrato perché lo desidera cazzo e questo gli manda in pappa il cervello. "Cazzo Manu mi hai dato 'na capocciata!" sente esclamare il ragazzo che si sta massaggiando la fronte con un'espressione sofferente molto buffa.
Simone è un po' annebbiato dall'alcol e frastornato dalla botta, ma alla fine ci arriva, un paio di neuroni si collegano e realizza ciò che è appena successo e per un istante si sente svenire.
Solleva lo sguardo verso l'altro ragazzo che ora ha gli occhi bassi mentre si sta torturando il labbro inferiore coi denti e si sta torcendo le dita con forza. Bellissimo!
Simone perde un respiro prima di avvicinarsi all'altro ragazzo posizionando una mano sulla guancia ispida di barba per sollevargli il viso e far scontrare ancora le loro labbra, questa volta dolcemente. Manuel rimane rigido per lunghi istanti, ma il più altro non si arrende continuando a lasciare baci su baci su quelle tenere labbra che sanno di tabacco. Poi finalmente le mani di Manuel si stringono sulla felpa dell'altro dischiudendo la bocca per permettere alle loro lingue di conoscersi, di scoprirsi.
Da quanto Simone desiderava questo momento?
Quante volte ha faticato a prendere sonno troppo perso nell'immaginare la consistenza delle labbra dell'altro, del suo corpo stretto spasmodicamente al suo?
Stringe più forte i fianchi del ragazzo lasciandosi trasportare dalla foga del bacio che sta diventando sempre più spinto, sempre più sporco, lascia che la schiena dell'altro si appoggi al muro della scuola mentre le sue mani scendono e scendono fino ad arrivare alla sua meta.
Manuel sospira sollevando le mani verso il collo di Simone accarezzando con una la base dei suoi capelli mentre l'altra sorpassa il colletto della felpa scendendo verso la schiena nuda e calda del ragazzo riccio.
Se possibile i loro corpi si avvicinano ancora di più, ancora più stretti e Manuel non sa dire dove finisce Simone ed inizia lui, ma sa che sta bene. Sta fottutamente bene tra le braccia dell'altro pronto a prendersi cura di lui con dolcezza. Vorrebbe non finisse mai.
Ma si spaventa quando si rende conto che forse stanno correndo troppo perché Simone è eccitato, lo sente fin troppo chiaramente. Forse non è pronto per questo, forse sta combinando un casino, dovrebbe tirarsi indietro e negare tutto, dare colpa alla rabbia e tutto il resto.
Simone lo sente, qualcosa è cambiato tra loro; il bacio non è più bramato da entrambi. Manuel ora non c'è, non è coinvolto quindi si allontana come scottato impaurito di aver immaginato tutto e averlo baciato ancora senza il suo permesso. Gli gira la testa e la visione dell'altro distrutto dalle sue labbra non lo aiuta per niente "Io..." cerca di parlare, di dire qualcosa di sensato anche se annebbiato ed inebriato da troppe sensazioni col cervello che corre veloce "Tu sei ubriaco" sentenzia alla fine non riuscendo a capire cosa sta succedendo davvero. Perché Manuel non può essere cosciente, non può davvero volere questo, non può volerlo baciare "Dovremmo tornare alla festa" conclude schiarendosi la voce costringendosi ad abbassare le mani dal corpo dell'altro "forse" sussurra non sicuro di niente.
È cosciente che le sue gambe stanno tremando leggermente e gli fa un po' male il petto sintomo che non sta respirando molto bene. Deve riprendersi. Ma Manuel non sembra d'accordo, non sa neanche lui perché e cosa cavolo sta succedendo nel suo cervello altrettanto appannato e confuso, però gli è chiara solo una cosa, non vuole allontanarsi da Simone, non vuole che questo finisca. Deve andare avanti, deve capire. Lo vuole, lo vuole così tanto che si sente disperato all'idea di rimanere da solo appoggiato ad uno stupido muro. Se si ferma ora sa che non avrà più il coraggio di avvicinarsi così all'amico e l'idea lo paralizza, non può permetterlo.
Quindi semplicemente allunga una mano per stringere il polso dell'altro ragazzo "Simo' non rompe' er cazzo! la legge morale ci fa schifo, non cambiare idea adesso" borbotta cercando di rimanere il solito sfrontato e stronzo di sempre, ma in realtà la voce gli trema e sa che l'amico sarà in grado di vedere la supplica nei suoi occhi.
Ma non importa, ora non gli importa di farsi vedere vulnerabile perché sa che Simone lo proteggerà, lo fa sempre, si prende sempre cura di lui; quindi va bene così. Si sporge verso le labbra dell'altro sollevandosi un po' sulle punte dei piedi, odia la sua fottuta altezza, e lo coinvolge in un altro bacio sporco col cuore che sbatte forte contro la cassa toracica, ma questa volta Manuel non si limita a questo. Le sue mani infatti scendono verso la patta dei pantaloni di Simone che sente trattenere il fiato mentre slaccia i bottoni "Che- che stai a fa'?" balbetta in modo buffo facendo spuntare un sorriso sulle labbra di Manuel prima di oltrepassare il tessuto e testare la pelle calda e tesa dell'altro.
È così strano per lui, ma in un certo senso rassicurante perché sa esattamente come comportarsi dato che è uomo lui stesso; sa come muoversi, come toccare, quanto stringere e quando accelerare. Pensava di esserne più spaventato, ma dopo i primi gemiti di Simone, ormai con gli occhi chiusi e le labbra deliziosamente dischiuse, si rende conto che è tutto così corretto, meraviglioso e per nulla imbarazzante.
Anzi spera che il ragazzo poi ricambierà il favore perché ormai anche la sua erezione è ben sveglia e brama le attenzioni dell'altro e fortunatamente Simone non ci mette troppo a riaprire gli occhi, diventati quasi neri, cosa che fa deglutire forzatamente il ragazzo più basso che perde qualche battito mentre le dita dell'altro lavorano veloci sulla sua maglia per sollevargliela riuscendo così a raggiungere i suoi jeans grigi diventati fin troppo stretti.
L'unica cosa che riesce a pensare è "Cazzo!" prima di trattenere un forte gemito alla sensazione della mano calda dell'altro su di lui "Trattieniti" pensa ancora appoggiando la fronte contro la spalla di Simone. Per lunghi minuti ci sono solo gemiti mal trattenuti e sospiri ed è così bello ed intenso che nessuno dei due durerà ancora per molto e il più alto lo capisce molto prima del riccio.
Per questo Simone sfila per un attimo la mano dai boxer dell'altro ottenendo un suono arrabbiato che lo fa ridacchiare sfacciatamente, Manuel risolleva lo sguardo verso il suo amico e sospira forte quando si rende conto che con un colpo secco l'altro gli ha abbassato i jeans ed i boxer il minimo indispensabile per poter stringere nuovamente la sua erezione con più facilità e margine di manovra. Le gambe di Manuel tremano vistosamente quando un dito dell'altro passa leggero sulla sua punta sensibile dopo aver seguito una vena in rilievo, Simone lo stringe più forte contro di sé e contro il muro per evitare che il ragazzo cada a terra mobilizzando gli arti inferiori coi suoi.
Poi sposta la mano libera, fino a quel momento ancorata al fondoschiena dell'altro, verso il polso dell'amico sprofondato dentro i suoi jeans e che con i minuti si era fatta più audace ed aveva oltrepassato l'unico altro strato di tessuto. Lo allontana con dolcezza così da poter abbassare anche i suoi vestiti e racchiudere entrambe le erezioni nella mano scatenando un gemito da parte sua ed un'imprecazione colorita da Manuel che chiude gli occhi appoggiando il capo contro il muro sospirando a labbra dischiuse.
Simone non riesce a trattenersi dall'abbassare il volto contro quello dell'altro lasciandogli un altro bacio a stampo sospirato che però Manuel decide di continuare con foga graffiando nell'impeto il collo dell'altro con le dita che si chiudono con forza sulla pelle del riccio mentre l'altra mano lo accarezza scivolando verso il suo fondoschiena che palpa senza alcun pudore.
Il primo a venire è Simone che geme mordendo il labbro dell'altro per trattenere il suono e Manuel gli sospira sulle labbra in modo concitato prima di seguirlo dopo qualche altra stoccata.
Per lunghi istanti rimangono fermi a riprendere fiato, lasciandosi qualche bacio a stampo, fissandosi negli occhi ora un po' sgranati poi è proprio Manuel a muoversi richiedendo spazio, si sta sentendo un po' male ora che è tutto finito.
Che cosa cazzo ha combinato? Cosa vuol dire questo?
Sente le guance e le punte delle orecchie scottare e spera che Simone non se ne accorga mentre borbotta "Dobbiamo tornare alla festa" cercando di ricomporsi il più velocemente possibile mentre si allontana dal corpo dell'altro. Simone lo segue in fretta ancora intento a riabbonarsi i jeans "Stai bene?" sente chiedersi il più basso che no, non si sente molto bene, ma cerca di ricomporsi non sentendosi pronto a elaborare l'ultima mezz'ora. Simone lo osserva muoversi con fretta sinonimo di nervosismo e forse imbarazzo, ha la felpa slacciata che gli pende da un braccio rendendolo semplicemente irresistibile insieme ai capelli disordinati e le labbra turgide di baci. "Sto bene" lo sente rispondere mentre si risolleva la manica della felpa, Simone si schiarisce la voce ora estremamente confuso e forse un po' troppo sognante "Nel senso..." ma viene subito bloccato dall'altro che rompe completamente l'atmosfera "Dobbiamo per forza parlarne Simo'?" che fa alzare gli occhi al cielo al più alto "Voglio solo capire" prova a chiedere "Insomma mi hai detto che non ti piacevano i ragazzi" ma Manuel non vuole collaborare "Infatti è così" mormora subito l'altro sembrando davvero imbarazzato ed in lotta con se stesso "Tu sei diverso, hai capito no?" conclude in fretta volendo togliersi dall'impiccio di questa conversazione e Simone lo capisce perché anche lui ci ha messo tanto a capire ed accettare questa novità sulla sua sessualità, non vuole forzarlo. Manuel ha bisogno di tempo e Simone è il minimo che gli può concedere per questo si limita a rivolgere una faccia confusa verso la schiena dell'altro mormorando però un "Si, si, certo" che mette fine a questo loro momento.
Quindi ritornano dentro l'edificio e tutto diventa così veloce che Simone ci mette un attimo ad elaborare perché si ritrova seduto nel corridoio dell'ospedale, Giulio si è sentito male alla festa ed ha dovuto chiamare suo padre per poter aver notizie del compagno di classe. Aspettano tutti in silenzio, Manuel è al suo fianco e sembra pensieroso, distante, impaurito quasi. Simone non può non ripensare alle parole dell'altro di qualche momento prima "Tu sei diverso" e non riesce a capire, cosa vuol dire con questo? Sono ancora amici? O magari sono qualcosa di più? O forse si è rovinato tutto?
Sente il bisogno di dover chiedere all'amico che richiama appoggiando una mano sulla sua spalla "Senti quella cosa di prima..." ma il ragazzo si raddrizza appoggiando una mano sulla sua per allontanarla alzandosi e mettendo distanza tra loro.
Simone lo sa che Manuel è confuso, non dovrebbe insistere, probabilmente è spaventato ed ha notato la delicatezza con cui ha spostato la sua mano segno che non è arrabbiato, ma che semplicemente non è il momento.
Solo che ha notato anche l'occhiata piena di panico che l'altro ha lanciato verso i loro compagni, verso Chicca, e Simone non riesce ad impedire al suo cuore di rompersi ancora un po'. Si sente un vero idiota, si sente un po' usato. Manuel si vergogna di lui e lo stomaco del più alto sembra aver appena ricevuto un pugno.
Nonostante ciò non fa nulla, nessuno sta facendo molto comunque, sono tutti in attesa e Simone si ripromette di aspettare notizie su Giulio prima di andare via.
Manuel invece sta affrontando una crisi interiore fortissima, cerca di non farlo vedere, ma è completamente preso dal panico; non riesce a togliersi dalla testa la sensazione delle mani calde di Simone su di lui, il sapore e il calore delle sue labbra, della sua lingua e cazzo perché non ne è disgustato?
Cosa c'è che non va in lui?
Per qualche momento aveva pensato di incolpare la sua voglia di vendetta nei confronti di Alice, ma la verità è che non ha pensato a lei neanche un attimo mentre lo baciava per la prima volta e di certo non l'ha fatto per tutti i minuti successivi.
Manuel sente l'irrefrenabile voglia di correre via, lontano da tutti, lontano da Simone, lontano dai suoi pensieri perché gli manca l'aria e vuole mettere a tacere il suo cervello che sta correndo a mille all'ora. Però non può, non vuole, sente di dover rimanere qui e quindi si appoggia al muro del corridoio lanciando un'occhiata all'amico che ora ha Chicca al suo fianco appoggiata alla sua spalla che sonnecchia.
Il tempo sembra non passare mai, l'unico modo in cui Manuel se ne accorge è l'adombrarsi degli occhi e del viso del ragazzo riccio poco distante da lui. L'ha fatto soffrire ancora.
Ma ora Manuel non può fare nulla per risolvere, deve prima riuscire a capire il suo cervello, a capirsi davvero; dio si rimprovera così tanto per aver fatto in modo che succedesse tutto in mezzo ad una strada dove chiunque poteva vederli, si rimprovera per aver coinvolto Simone nonostante fosse consapevole dei suoi sentimenti. È un fottuto idiota, non combina mai nulla di buono!
Ma si spaventa ancora di più quando pensa che avrebbe dovuto portare l'amico in un posto tranquillo, sicuro e rendere il tutto più dolce. Non può farlo, non può volerlo davvero!
C'era stata Chicca che aveva desiderato e mai conquistato, c'era stata Alice che aveva puntato fin dal primo momento senza arrendersi mai volendola nella sua vita, ma poi lei lo aveva calpestato come il peggio dei rifiuti. Ma Manuel lo sa, lo sente, con Simone non è stato come con loro, è stato almeno mille volte meglio ed hanno condiviso solo un aspetto carnale di una relazione. Lo stomaco del ricciolino sfarfalla all'idea di poterlo baciare appena sveglio, di potersi prendere in giro e fare il solletico fino ad arrivare a fare l'amore e Manuel vorrebbe picchiarsi perché davvero non si sta capendo.
È terrorizzato da questi pensieri.
È davvero così attratto da Simone? Cosa intendeva dire quando di slancio gli ha detto che lui era diverso da tutti gli altri?
E allora prova a fare un esperimento osservando a mano a mano ognuno dei suoi compagni di classe maschi, ma l'idea di combinarci qualcosa inizia a nausearlo mentre il suo cuore accelera quando lancia uno sguardo a Simone accorgendosi che anche lui lo sta guardando con un muro alto e spesso negli occhi.
Dio è un fottuto disastro!
E tutto peggiora con le parole di Dante che si lancia in una predica per il loro comportamento spregiudicato "è questo il vostro problema" spiega concitato "Il non pensiero!" e Manuel si sente schiaffeggiato sul viso quando si rende conto che è proprio un disastro quando pensa perché commette cose ancora più stupide, non è abituato a pensare e quando lo fa non sa gestirlo. È così che si ritrova in questo momento, ha baciato Simone e l'ha toccato senza pensare troppo a quello che stava succedendo ed ora l'idea di ciò che ha fatto lo sta distruggendo e sta ferendo l'altro. Si sente così idiota!
Simone invece è incazzato, incazzato perché capisce Manuel, le sue paure e la sua confusione, ma fa maledettamente male lo stesso e sbotta contro il padre urlandogli in faccia la sua completa mancanza in quella giornata che doveva essere solo sua e la sua estrema felicità per qualche momento.
Vuole andarsene, Giulio si sta riprendendo, quindi ora ha bisogno di allontanarsi da Dante e da Manuel che continua a guardare il pavimento. Si allontana in fretta sentendo la necessità di respirare e l'altro ragazzo vorrebbe corrergli dietro, dirgli che è stato la sua bolla di felicità e che nonostante tutto gli vuole bene.
Ma non lo fa perché ha incasinato già tutto e non vuole peggiorare le cose, forse dovrebbe lasciare che Simone si allontani davvero da lui così smetterà di fargli del male, lui è troppo incasinato, troppo coinvolto in brutti giri. Cosa può dare a Simone se non problemi? Più volte l'ha coinvolto in situazioni pericolose e Manuel ora non riesce a perdonarselo perché sente di averlo usato, di aver approfittato dei suoi sentimenti, della sua bontà.
Non vuole più usare Simone, dovrebbe lasciarlo andare, ma l'idea gli fa salire la nausea ed è per questo che chiede finalmente aiuto al suo prof.
Manuel non sa come si evolveranno le cose con l'altro ragazzo, ma vuole essere migliore, vuole essere degno della sua amicizia per lo meno. Vuole migliorare ed ha bisogno che qualcuno glielo insegni.
Per questo motivo passa la mattinata con Dante raccontando tutto ciò che sa su Sbarra e ciò che ha dovuto fare per lui senza mai coinvolgere Simone ed il prof lo ascolta attentamente facendolo ragionare a fondo sul rapporto con sua madre, facendogli rendere conto che può essere solo un adolescente senza il bisogno che si senta sempre in dovere di essere l'uomo di casa che si prende cura di Anita.
Questo lo fa stare bene, lo rimette un po' nella giusta traiettoria e nonostante lo tsunami di pensieri ancora irrisolti si sente più leggero.
Per questo quando torna a casa l'unica cosa che vuole è un abbraccio dalla sua mamma che però parte in quarta nel rimproverarlo per non averla avvisata del fatto che non tornava a casa "Manuel non puoi fare sempre come vuoi! Ero preoccupata cazzo!" ma lui la ignora avvicinandosi a lei avvolgendo le sue mani attorno al busto appoggiando una guancia sulla sua spalla, lei rimane sorpresa per lunghi istanti prima di ricambiare forte "Che è successo Manuel? Stai male?" chiede iniziando poi a tastare il corpo del figlio come alla ricerca di qualche ferita "Ah ma'!" sbuffa il ragazzo allontanandosi dirigendosi in camera sua.
Non è abituato a chiedere affetto quindi si sente un po' in imbarazzo, ma Anita lo segue subito nell'altra stanza "No, no Manuel" esclama ricatturandolo tra le sue braccia e cullandolo con dolcezza, gli lascia un bacio sulla fronte stringendolo ancora più forte.
Per lunghi istanti rimangono così prima che la donna si allontani "Dai togliti il giubbotto e mettiti sul letto, ci guardiamo un film" gli dice al figlio che alza un po' gli occhi al cielo, perché non riesce a togliersi la maschera da stronzo, ma poi fa come gli è stato detto lasciando che la madre torni in stanza con una coperta, del gelato ed acceda la tv.
Manuel viene ricatturato dalle braccia della mamma e si lascia cullare con dolcezza e questo sembra ricucire un po' il cuore del ragazzo.
Rimangono così fino a tarda sera fino a quando il diciasettenne sente davvero la necessità di una doccia, effettivamente si sente un po' appiccicoso, ma ha ignorato la cosa sopraffatto da altro. Ora però non ci riesce più, è più tranquillo e una bella doccia lo aiuterà; per questo si chiude in bagno preparandosi per darsi una bella insaponata.
Una volta sotto l'acqua però si rende conto che sta cancellando Simone da sé, e si, è un po' uno schifo, ma questo lo fa sentire tremendamente male e così si ritrova a singhiozzare il silenzio protetto dal rumore della doccia. E dire che stamattina era così di buon umore!
Tutto cambia in un attimo.
Cosa deve fare?
E Anita fa finta di niente quando il figlio esce dal bagno con gli occhi troppo rossi per far si che sia solo a causa del vapore, prepara una cena veloce e cerca di distrarre Manuel che fa palesemente finta di sorridere ed essere felice quindi sospira preoccupata quando a notte tarda, ancora impegnata in una traduzione, sente provenire dalla camera del figlio dei suoni bassi di un naso gocciolante e il giorno successivo Manuel sembra essere uno zombie per nulla interessato dall'uscire dal suo letto.

***

Ta-dà! Eccoci alla fine!
Grazie per aver letto fino a qui

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