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Caitlyn uscì dalla stazione con un pulsante mal di testa. Era stata una giornata estenuante più a livello mentale che fisico; tutto il giorno calata su una scrivania a leggere, catalogare e firmare varie scartoffie. C'è chi avrebbe pagato oro per essere al suo posto: essere retribuiti per star seduti tutto il giorno, in cui la cosa più faticosa da fare alzare una penna e scrivere. Ma a Caitlyn tutto questo stava estremamente stretto: era diventata un'agente per aiutare il prossimo, fare l'investigatrice. Ma il lavoro di pattuglia le era stato notevolmente ridotto da quando girava voce che sarebbe diventata presto sceriffo.

Non era l'unica cosa che era cambiata tra i corridoi di quegli uffici per questo motivo: la maggior parte dei colleghi novellini, ogni volta che la incrociavano, si riempivano la bocca di parole estremamente cortesi e saluti ufficiali. I suoi superiori le portavano un maggiore rispetto di prima, ma le mollavano molto più lavoro da svolgere.

Non riusciva ad immaginarsi ancora nei panni di Sceriffo di Piltover; la pressione era tanta, le aspettative altissime, soprattutto in un momento di crisi come quello che la città stava passando. Pensare che avrebbe ricoperto lo stesso ruolo di Marcus, e prima di lui Grayson, la preoccupava.

D'altra parte, una volta arrivata al vertice, avrebbe ottenuto il potere necessario per cominciare a far cambiare le cose. Non voleva essere ricordata come l'eroina che salvò Piltover dai malvagi chembaron, ma più come colei che aveva dato inizio ad un meccanismo di pace e fiducia. Una pacificatrice. Ma dal momento che la sua giornata si era ormai conclusa, si diede una pausa da quei pensieri e si diresse verso casa.

Una volta varcato l'uscio, la scena che le si parò davanti fu più o meno questa: il piccolo tavolo da pranzo era apparecchiato per due, al centro una bella bottiglia di vino e due bicchieri; nei piatti una cena calda ancora fumante.

Il rumore della porta che si chiudeva richiamò la fautrice del tutto, che in quel momento era in un'altra stanza. La salutò da lontano, "ehi Cait!" per poi attraversare il salotto per raggiungere il tavolo e sedersi, "ti stavo aspettando".

Caitlyn sorrise, "hai preparato tu tutto questo?" le chiese felicemente sorpresa, mentre si sfilò il cappello e il cappotto e lo poggiò entrambi sullo schienale della sedia, prima di sedersi anche lei.

"Pfft, ovviamente!" Vi fece spallucce divertita e afferrò la forchetta, "buon appetito allora!" e si gettò a capofitto nel piatto.

Caitlyn dovette ammettere che qualsiasi cosa avesse preparato aveva un aspetto e un profumo delizioso: sembrava uno stufato di qualche tipo, ricoperto di una salsa bruna e densa, con come cipolle e carote tagliate in grossi pezzi. Non ci rifletté molto e lo assaggiò anche lei: aveva un sapore agrodolce, la carne era tenerissima e gli occhi di Caitlyn si illuminarono appena ne sentì il sapore.

"Ma è delizioso" disse, prendendone un altro boccone, "ti dirò: ha anche un sapore molto familiare, come se l'avessi già mangiato prima" finì, e si girò verso l'altra.

Vi distolse lo sguardo e fece la finta vaga, "bah, ti starai sbagliando" senza aggiungere altro e continuando a mangiare. Stava cercando di sopprimere la stessa espressione che hanno i bambini quando combinano qualche marachella.

Caitlyn assottigliò gli occhi, alla ricerca d'indizi: sì, la cena era calda, ma non c'era traccia di una pentola sul fuoco, né degli scarti delle verdure, né la presenza del classico disordine che c'è dopo aver adoperato la cucina. In più, non aveva mai visto Vi cucinare davvero, i suoi pasti di solito erano caratterizzati da piatti freddi e cose relativamente semplici da preparare.

Alla fine, le ritornò in mente un particolare fondamentale: quella sera, prima di finire il suo turno, il proprietario di un baracchino di cibo e bevande era venuto a fare un reclamo, perché aveva lasciato un pacco da consegnare incustodito e questo era sparito nel nulla. Lo stesso venditore ambulante chiese esplicitamente di Caitlyn per fare la denuncia, perché si conoscevano, visto che lei e Vi prendevano spesso da mangiare in quel posto. Aveva ormai unito tutti i punti.

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