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Il sonno di Vi era spesso disturbato.
Questa scoperta non soprese per nulla Caitlyn. Poteva solo immaginare come la zaunita avesse dormito negli ultimi anni della sua vita, sempre con un occhio aperto e in guardia, come un animale in perenne pericolo.
Alcune volte, quando tornava tardi dal lavoro e la trovava già ronfante nel letto o sul divano, il suo sonno sembrava normale. Lo capiva dal suo viso rilassato e pugni distesi, le labbra schiuse in un respiro lento e regolare.

Altre volte si agitava. Caitlyn avrebbe dato qualsiasi cosa per assistere ai suoi sogni e incubi: girava su sé stessa in continuazione, scalciava, stringeva tra le dita le coperte fino allo sfinimento. In quelle occasioni erano due gli scenari comuni: o Vi si alzava, per poi non tornare a letto e passare il resto della notte insonne; oppure si svegliava, bofonchiava qualche insulto, per poi girarsi verso Caitlyn. Talora l'accarezzava soltanto la spalla o il fianco, non spingendosi oltre; l'ultima volta invece Vi l'aveva stretta in un abbraccio delicato, poggiando la guancia tra le sue spalle.

Questo la piltoviana lo sapeva perché si svegliava ogni volta. Aveva sempre avuto un sonno leggero, dunque assisteva con costanza a questi episodi, però faceva sempre finta di dormire per evitare che Vi si trattenesse. Caitlyn aveva il timore che se avesse reagito in qualche modo, l'altra si sarebbe solo chiusa di più.
Anche se le doleva il cuore rimanere immobile; avrebbe voluto girarsi immediatamente ad ogni richiesta di consolazione, per ricambiare ogni carezza e baciarle la fronte. Per compensare però, ogni mattina dopo si premurava di lasciarle una colazione abbondante sul tavolo, prima di uscire per il suo turno. Era il minimo che potesse fare.

Quella notte fu diversa dalle altre. Fuori dalla finestra, un forte temporale illuminava la stanza ad intermittenza, rendendo il dormire una sfida ardua per Caitlyn, che per prendere sonno aveva bisogno di un minimo di silenzio. Ma appena sembrava che fosse riuscita nell'intento, un tuono o un fulmine la facevano sobbalzare sotto le coperte.
Sentì un lamento provenire dal lato accanto del letto. A quel punto Caitlyn si mise l'anima in pace e capì che avrebbe passato la notte in bianco; fortunatamente il giorno dopo era di riposo.

Mantené comunque il suo solito atteggiamento, evitando di girarsi. Sentì un altro fruscio, e un altro ancora, finché alle sue orecchie non giunse il rumore di un pianto soffocato.
Caitlyn s'allarmò. Sollevò la testa del cuscino, abbastanza per vedere con la coda dell'occhio oltre la sua spalla.
Vi era rannicchiata al bordo del letto; aveva il viso nascosto tra le ginocchia, le mani dietro sulla testa che stringevano con forza i capelli rosa. Da quella posizione Caitlyn vedeva la sua schiena curva e tesa, e notò che tremava come una foglia.

Si mise a sedere, "Violet?" cerco di mantenere un tono calmo, probabilmente fallendo perché all'udire del suo nome l'altra trasalì, tremando ancora di più e affondando le unghie nella cute. Stava mugugnando qualcosa di incomprensibile in modo continuo, come una cantilena, interrotta soltanto dai singhiozzi che con il passare dei minuti si facevano sempre più disperati e gutturali. Caitlyn si trascinò fino a raggiungere il lato del letto di Vi, sedendosi accanto a lei. Provò a scuoterla, tentando di schiudere la stretta che aveva sulle sue gambe per guardarla nel viso.

"Violet, guardami" la implorò, sentendo i suoi occhi cominciare pizzicare. Le prese il volto con entrambe le mani, delicatamente ma con fermezza, e la guardò: i suoi occhi grigi straripavano di lacrime, ma aveva uno sguardo vacuo, le pupille strette. Era terrorizzata, e Caitlyn non l'aveva mai vista in quello stato.
Tentò di calmarla. "Respira, okay? Respira con me" inalò ed esalò, ritmicamente, invitando Vi ad imitarla. "Mi dispiace" continuava a ripete, "mi dispiace" e quelle parole le morivano in gola, strozzate dal panico. Le sue mani si erano spostate sulla camicia da notte lilla di Caitlyn, e la stavano stringendo come se stesse per piombare nel vuoto, come se quello fosse l'unico appiglio per non affogare.

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