Incipit

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Questa è la storia di due uomini.
Uno voleva catturare un uomo.
L'altro voleva trasformarlo in un uomo.

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Se i tuoi sogni non ti spaventano, non sono abbastanza grandi.
-Ellen Johnson  Sirleaf-

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Il nastro grigio a delimitare l'ingresso, sulla porta, sulle finestre.
Mi fermo dinnanzi all'imprinting sacro che questo colore ha conferito alla mia morale, e per la prima volta trovo disgustoso che si tratti di uno sgarbo: il "non-colore".
Al di là di questa striscia di plastica affissa da un cornicione all'altro, l'ingresso è semiaperto perché la porta è stata sgangherata con una violenza superflua, dato che sarebbe bastato bussare. Era tutta la vita che aspettava questa visita, e questa consapevolezza mi annienta.
Col cuore che pompa e i muscoli in tensione, a un certo punto scatto e strappo via i nastri.
Dagli appartamenti vicini mi spiano e c'è più silenzio del solito.
Entro con solennità e mi pare di addentrarmi in un desiderio che ho ben coltivato per anni, per poi trovarlo diverso da come lo avrei voluto. Questo obiettivo è consumato, vecchio, moribondo. Puzza di muffa e menzogne.
Avanzo senza toccare nulla e rivedo la scena a sprazzi, come residui di un sogno al mattino. La bottiglia rovesciata sul tappeto, la macchia ormai asciutta. La squadra riversata nella camera da letto come un'onda anomala, sei fucili puntati contro due corpi nudi.
Due corpi nudi.

È così che ho portato a termine l'operazione più importante della mia vita, con umiliazione.
Il ribrezzo mi strozza la gola. Mi divincolo dal ricordo perché fa male, cazzo se fa male, e mi concentro sul motivo per cui mi trovo di nuovo qui.
Non devo cercare molto: lo trovo esattamente dove mi ha detto, tra La canzone di Achille e Romeo e Giulietta.

Lo riconosco: è un quaderno spesso, dalla copertina nera, usurato e scritto fino all'ultima pagina: non era concepibile lasciare sottintesa qualche parola.
Ho la sensazione che scotti. Le mie dita fredde, le mani che tremano. Tutte le parole proibite che ho mai conosciuto, scritte di pugno da chi non conosce la paura più del proprio credo.
Istintivamente evito di leggerne sia pure di sfuggita, mi limito ad aprirlo sulla prima pagina.

E crollo sul pavimento, la forza che, per la prima volta nella mia vita, viene a mancare dalle mie gambe. Ho il respiro fitto e vedo in questo povero mazzo di fogli l'apice della mia carriera raggiunto. Impostore il dolore, che si scambia di posto con la gioia.

Mi copro la bocca con una mano e mi sorbisco il nodo alla gola che non mi permette quasi di inspirare. Il pensiero di morire asfissiato qui, e di questo dolore vergognoso, è quasi rincuorante.

Sono solo, il silenzio sta occupando tutto lo spazio, sia dentro che fuori, sotto pressione come un gas letale.

A stento riesco a rileggere le due parole sul primo foglio perché sono distorte e annacquate. Avrebbe dovuto spaventarmi, il mio sogno, e invece non l'ha fatto.


"Per Damiano "

Per Damiano - Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora