Prologo - L'incertezza

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Fissò il suo riflesso dentro lo specchio per secondi che le parvero interminabili. Sondò i dettagli di quel viso, ne passò in rassegna ogni singolo tratto, con l'attenzione che in genere dedicava solo ad incartamenti e fascicoli processuali. Il giudizio fu implacabile: smunta, spenta, stanca... vecchia. Occhi troppo grandi, labbra troppo piccole. Naso troppo pronunciato, capelli ormai prossimi ad intonare uno straziante canto del cigno. Avrebbe dovuto decidersi, prendere finalmente un appuntamento da quel parrucchiere di cui parlava sempre Diana, quello da cui "te lo giuro, entri che sei tu, esci che sembri Monica Bellucci". Come no. La mente di Imma corse all'insopportabile walzer di pettegolezzi che le sarebbe senz'altro toccato tra uno shampoo, una tinta e un colpo di sole: realizzò che, a confronto con le signore della Matera bene annoiate dall'attesa del loro turno, persino Zazza sarebbe sembrato discreto, praticamente il Garante della privacy. Si protese in avanti e iniziò a stendere la pelle del viso da una parte e dall'altra, desiderosa di far sparire rughe che quella mattina le parevano più profonde ed evidenti del solito, quasi a volerle ricordare, con incurante sprezzo, chi fosse. Intenta com'era, non si accorse di qualcuno che silenziosamente le arrivò alle spalle, fino a quando non sentì due braccia forti cingerle la vita.

"Amò, che fai? È mezz'ora che stai in bagno, t'ho fatto il caffè, guarda che si fredda."

Imma fece per voltarsi, raccogliendo le energie per un sorriso che risultasse almeno credibile.

"Piè, amò, no, scusa, è che mi sono incasinata per lavare sti capelli. Valentina? S'è svegliata? O pensa che solo perché è estate può fare la bella vi-"

Pietro la zittì poggiandole le dita sulle labbra, prima che la sua voce raggiungesse decibel che la figlia difficilmente avrebbe potuto ignorare.

"Amò, e dai, sta in vacanza, no? Lasciala riposare. Le sto dietro io, tu non ti preoccupare, e poi stamattina deve andare in giro per negozi con mamma, vedrai come tra poco si sveglia, la conosci."

"E certo, portiamola in giro per negozi Pietro, dopo il debito in latino dì a tua madre di farle pure questo bel regalo, che tanto se lo merita, no? Poi? Prossimo passo? La vacanza a Ibiza, così completiamo la trasformazione in una di quelle quattro sceme che sta sempre a guardare su quel telefono che c'ha saldato alla mano? Come cazz si chiamano, le influenze, le influ..."

"Le influencers amò, le influencers. Che poi oh, sapessi quanto guadagnano queste..."

Imma lo incenerì con lo sguardo. L'imperturbabile flemma di suo marito, quella fiacca placidità di chi semplicemente accettava il corso delle cose come se non lo riguardassero davvero la mandava sempre fuori di testa. Beninteso, lei ci aveva provato a capirlo, e anzi per un certo periodo aveva addirittura provato ad emularlo, cercando di fare di quella calma olimpica un approccio anche per la sua, di vita. Ma, prevedibilmente, aveva compreso che non esisteva niente di più lontano da lei, che le cose preferiva affrontarle di petto, mai limitarsi a subirle. Homo faber fortunae suae, lo aveva imparato al liceo.

"Vabbè Pietro, lasciamo perdere, grazie per il caffè, scappo a vestirmi, che se non mi sbrigo qua finisce che per la prima volta la Moliterni arriva prima di me in ufficio, e questo me lo perdonerei anche meno che aver dato il mio numero di cellulare a tua madre."

Gli stampò un veloce bacio sulle labbra e, accompagnata dal suono di una risata esasperata, corse in camera, mentre un misto di panico e adrenalina iniziava a farsi strada dentro di lei, facendola sentire, come troppo spesso era capitato in quegli ultimi mesi, un'adolescente. Prese dall'armadio un vestito, lo stesso che aveva indossato qualche giorno prima, durante quella festa della Bruna i cui avvenimenti, ormai ne era certa, l'avrebbero tormentata finché avesse avuto fiato in corpo - e probabilmente pure oltre. Prima di indossarlo ne annusò il tessuto, convinta di poterci ancora trovare il suo profumo. Del resto lei quel profumo lo sentiva ancora ovunque, come se ne fosse ubriaca: lo sentiva sulla pelle, lo sentiva nelle narici, lo sentiva nell'aria, lo sentiva soprattutto quanto tentava di dimenticarsene e quello tornava più forte di prima, a confonderla, a darle assuefazione, ad indebolirla.

Don't give me those eyes - [Imma e Calogiuri] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora