parte due.

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Più il tempo passa, più Simone si rende conto che Marco gli piace. Gli piace affondare le mani tra i suoi capelli, e il modo in cui lui si diverte a giocherellare con i suoi ricci. Gli piace il fatto che Marco sia più grande e abbia la patente e una macchina, gli piacciono le attenzioni che gli dà e il modo in cui lo fa sentire speciale. Gli piace guardare le foto che hanno scattato al mare, ne ha persino stampate un paio da appendere in camera, ma non l'ha ancora fatto. Sul muro ha una foto con Manuel e Aureliano, e attaccarne di nuove sarebbe come rimpiazzarla. Rimpiazzare Manuel.

Sente di avere tutto quello che potrebbe desiderare, ed è felice sul serio. Laura è stata una delle prime persone a saperlo, ma non ha ancora avuto modo di presentarle Marco, nonostante ormai si stiano frequentando da qualche mese; anche i suoi compagni di classe l'hanno scoperto, l'hanno intuito dopo averli visti insieme più di una volta fuori da scuola, e lui non se ne vergogna. È felice.

Però c'è Manuel. C'è Manuel, con cui i rapporti sono sempre più tesi, le chiacchierate sempre più sporadiche, le litigate sempre più frequenti. C'è Manuel, che si è comportato da stronzo sin dal primo giorno del nuovo anno scolastico, quando ha visto Marco per la prima volta, quando sembrava sul punto di far scoppiare una rissa proprio fuori da scuola. C'è Manuel, che nonostante tutto continua a mandargli il cervello in cortocircuito, e non riesce a farlo smettere.

Simone vorrebbe parlare, ma Manuel lo evita. Ha provato a chiamarlo, a mandargli messaggi, ma Manuel risponde solo quando gli va, e solo a monosillabi. Ha provato a parlarci in classe, nei corridoi, è persino andato a casa sua, ma Manuel ha sempre una scusa, una via di fuga pronta. Ha provato a parlarne addirittura con Marco, che gli ha consigliato di lasciarlo stare.

"Una persona così è meglio perderla che trovarla," aveva detto. Simone avrebbe voluto ribattere, dire che sono solo stronzate perché lui non ha idea di che persona sia Manuel. Invece è rimasto zitto, perché ultimamente gli sembra di non conoscerlo più, Manuel.

La verità è che nemmeno Manuel riconosce più se stesso. Ci pensa una mattina di novembre, quando le scuole sono chiuse per allerta meteo e lui non ha di meglio da fare se non rimanere steso sul letto a pensare e rimuginare, senza che lo studio o i lavoretti alle moto possano distrarlo.

Sa di star facendo preoccupare Simone, ma non può fare altrimenti. Si sente rimpiazzato, per quanto infantile possa essere. La Manuel e Simone associati si è sciolta, e al suo posto è nata la società di Marco e Simone.

Lui invece non ha un Marco, e si rende conto di non averlo mai avuto. Ha avuto Chicca, che sarebbe potuta diventare un Marco, se solo lui gliel'avesse permesso, se non l'avesse tradita e non si fosse comportato da stronzo; ha avuto Alice, ma non è neanche sicuro di averla avuta davvero, e a lei ormai ci pensa raramente.

Hai avuto Simone, gli ricorda il suo cervello, e Manuel vorrebbe che quella vocina tacesse per sempre, perché sa che ha ragione, ma al contempo ha torto. Ha avuto Simone, ma allo stesso tempo non completamente. Ha provato l'ebbrezza di sentire Simone su di sé, contro le sue labbra, sui polpastrelli, tra le mani. Ha provato la vergogna di averlo desiderato, il rimorso di averlo ottenuto, il rimpianto di averlo allontanato.

E il motivo scatenante Manuel lo ha ben capito ormai. Sono passati mesi, mesi in cui ha finto che non fosse mai successo niente, mesi in cui si è comportato come il solito stronzo a giorni alterni, mesi in cui ha finto che Simone non esistesse. Ma in realtà Simone è ovunque: lo ritrova negli alberi vicino casa, che gli ricordano quelli del giardino di Simone; lo ritrova nel suo garage, dove passa gran parte del suo tempo libero, dove ha portato Simone così tante volte che ora stare lì da solo sembra quasi sbagliato.

Più cerca di allontanarsi, di liberarsi di questi sentimenti scomodi ed ingombranti, più si ritrova immerso nella merda più totale, evviva i francesismi. Manuel se l'è sempre cavata bene con le parole, con i temi a scuola, con le poesie, ma ora qualsiasi frase gli sembra inutile e vuota, perché lui si sente inutile e vuoto.

Got a pretty face, pretty boyfriend, too | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora