Natale é sempre piaciuto a Simone. É la sua festività preferita, anche più del suo compleanno. Quell'anno, però, é solo confuso. Non sa come sentirsi, non sa con chi parlare e non ha alcuna voglia di festeggiare. Suo padre gli ha appena detto che ha organizzato una specie di festa con tutti i suoi compagni di classe e questo l'ha solo fatto sentire peggio, siccome l'ultima festa non era proprio andata bene.
Sono passati circa due mesi dal suo incidente. Lui e Manuel si comportano nel modo più amichevole possibile, anche se non hanno mai più parlato di quello che é successo. C'é una specie di accordo non scritto, dove ogni volta che sta per succedere qualcosa, uno dei due si tira indietro.
Lui, però, ogni volta si sente morire. Ogni minimo contatto fisico lo fa sentire male, brucia di desiderio e di aspettativa ogni volta che Manuel lo guarda, si sente volare quando sono insieme in moto e lo sente stringersi a lui.
Lui quella sera se la ricorda bene. Non se l'era immaginata cosí la loro prima volta, ma era stata perfetta lo stesso. Ma per Manuel non era stata abbastanza, anzi, a detta sua non era stata niente, irrilevante, qualcosa da dimenticare.
Certe volte lo biasimava. Non perché non ricambiasse i suoi sentimenti, non poteva biasimarlo per non amarlo, ma per averlo illuso. Perché Manuel lo aveva illuso; lo illudeva con gli sguardi, con i tocchi, lo aveva illuso con i baci languidi di quella sera e le carezze nascoste di tanto in tanto. Lo illude con gli abbracci e anche con le parole, perché Manuel con le parole é fottutamente bravo e riesce a farsi perdonare ogni volta. Complice il fatto che Simone non riesca a dirgli di no.
E anche questa volta non riesce a dirgli di no, quando gli chiede se può andare a prenderlo per portarlo alla festa siccome sua madre aveva bisogno del motorino.
"Ma un autobus?"
"Vivi in culo al mondo Simò, l'autobus si ferma lontano da casa tua" lo saluta, prendendogli di mano il casco e lasciandogli un bacio sulla guancia
"Seh, seh, aggrappati va" borbottò, tentando di nascondere il rossore delle sue guance.Quando arrivano a casa sua, non c'é nessuno. Dante e Virginia sono andati a prendere sua madre all'areoporto, che é riuscita a liberarsi per passare le feste con loro. Manuel si ferma prima di entrare, osservando stupito il salotto.
"So stato qua du giorni fa, quando ci ha vomitato Babbo Natale?"
"Ao vaffanculo, lo sai che mi piace il Natale"
"Me ne so accorto quando m'hai chiamato il primo dicembre alle tre de notte e m'hai detto Manu, é quasi Natale, che se non fossi stato te t'avrei ammazzato il giorno dopo" rispose, lasciandogli uno schiaffetto sulla testa e sorpassandolo per andare in cucina.Manuel lo guarda di soppiatto, mentre prepara il caffé. Si sente arrossire e non sa come muoversi, ma non si gira a guardarlo. Se lo facesse non riuscirebbe a fingere di non avere il cuore in gola, però i migliori amici non si sentono così quando si guardano negli occhi.
"Hai cambiato profumo?" sente chiedere con leggerezza, come se non gli avesse appena confermato che conosce il profumo che indossa ogni giorno
"Sí, il solito é finito" risponde, schiarendosi la voce e girandosi verso di lui
"É buono, ti sta bene. Ti si addice" continua, avvicinandosi fino a bloccarlo contro il ripiano della cucina.
Simone lo guarda negli occhi, il sorriso sghembo di Manuel lo fa sentire in imbarazzo quasi quanto quando erano nudi uno davanti all'altro.
"Perché? Di cosa sa?" gli chiede qualche minuto dopo, senza smettere di guardarlo negli occhi.
Lo vede sorridere leggermente e avvicinarsi ancora, sfiorandogli il collo con il naso e respirandogli addosso. Chiude gli occhi e appoggia la testa al frigo, proprio quando Manuel parla.
"Muschio" inizia, spostando le mani dal ripiano ai suoi fianchi e stringendoli abbastanza forte da farlo sospirare.Simone continua a sentire il suo naso muoversi sul collo e ad un certo punto lo sente lasciare dei baci leggeri, che gli fanno venire i brividi su tutto il corpo.
"Menta" continua, e poi sente le sue labbra chiudersi su un punto specifico, che era sicuro si ricordasse da quella sera. Manuel continua ad alternare morsi leggeri a baci prolungati e si stacca qualche minuto dopo, le labbra rosse e lucide, sfiorando con un dito il segno che gli ha lasciato.
"E mora" lo sente sussurrare, vicinissimo alle sue labbra. Potrebbe spostarsi di un centimetro e farle incontrare, e sta decisamente per farlo, quando sente la voce di sua madre riecheggiare in salotto.É sicuro che gli si legga in faccia cosa é successo, ma si avvicina a sua madre con un sorriso.
"Mi sei mancata" sussurra, stringendola in un abbraccio
"Anche tu, amore. Disturbo?" chiede sottovoce, lo sguardo malizioso fisso sul suo collo.
"No. Ma ora andrò a mettermi una maglia a collo alto" dice, mentre l'altro ragazzo fa il suo ingresso in salotto.
"Manuel" si presenta lui, senza staccare gli occhi da Simone, che lo guarda sorridendo e sale le scale, lasciandolo solo con sua madre
"Ho sentito parlare di te" ride lei, attirandolo in un abbraccio.--
Simone si chiude la porta del bagno alle spalle e appoggia le mani sul lavandino, osservandosi allo specchio. Ha i capelli spettinati, gli occhi lucidi, le guance rosse e le labbra gonfie, e non si é mai sentito più felice di così. Non riesce ancora a realizzare cosa sia successo, e soprattutto come sia accaduto, non riesce a ragionare con lucidità e vorrebbe solo andare da Manuel e baciarlo fino a non sentirsi più le labbra.
"Simone, esci che sono arrivati gli altri" sente la voce di suo padre chiamarlo e uscí rapidamente, trovandoselo davanti
"Tutto bene?" suo padre si preoccupa molto di più da quando era uscito dall'ospedale, e sorride per rassicurarlo
"Mai stato meglio" gli lascia un bacio sulla guancia e scende le scale, affiancando Laura e Pin.Manuel, invece, lo guarda dalla cucina, mentre Chicca gli dice qualcosa su Matteo che non riesce ad ascoltare, perché troppo concentrato su Simone e sulla sua bellezza. Dio, quanto é bello Simone. Da quando si é reso conto di essere innamorato di lui non riesce a smettere di pensarci.
"Ao, ma me stai sentendo?" lo scuote Chicca accigliata
"No, manco na parola sinceramente"
"Ma che stai a guardá?"
"E che guardo Chicca?, Ammiro la bellezza" rispose, sorridendo quando si rese conto che Simone si era girato verso di lui.--
Quello di cui Simone non si é accorto é che suo padre ha seminato vischio per tutta casa. Come abbia fatto a non notarlo non lo sa, ma se ne rende conto quando se lo trova sopra, e davanti a lui c'é Giulio. Giulio che si mette a ridere e alza le spalle, come a fargli capire che non c'è nessun problema, ma Manuel non sembra proprio pensarla così.
"No"
"No?" chiede Simone
"Ma che te frega?" sente dire a Matteo
"Eh me frega sí, questo é 'l ragazzo mio e nun c'ho voglia che faccia sta cazzata" guarda negli occhi Simone, che li spalanca e lo guarda qualche secondo, spostandosi poi da sotto al vischio.Nessuno parla. Simone é paralizzato, e Manuel arrossisce leggermente.
"Beh, che c'avete tutti da guardá? Tutti accoppiati state, mo voi vedè che quello strano so io?" sbuffa.
"Risolviamo allora. Prendi il posto di Giulio" dice Laura, mentre Simone lo prende per mano e lo porta sotto il vischio.
"Beh, ve n'annate o no?" li intima Manuel, mentre l'altro lo guarda sorridendo."Ma che sei geloso?" chiede stupito, accarezzandogli una guancia con la mano
"Ovvio che so geloso, ma te sei visto o no? Io manco pensavo mi piacessero i ragazzi e vedi qua" riponde ovvio, mettendogli le mani sui fianchi.
"Ma questo bacio?" sussurra, sfiorandogli le labbra con le sue e mettendogli le braccia intorno al collo. Manuel, allora, appoggia le labbra sulle sue e finalmente entrambi tornano a respirare. Non é come la prima volta: é dolce, e provocante, e le gambe di Simone tremano quando sente la lingua di Manuel scivolare sulla sua. Inclinano entrambi la testa per approfondire il bacio e Manuel si stacca qualche minuto dopo trattenendo il suo labbro inferiore tra i denti.
Poi nasconde la testa nell'incavo del suo collo e lo sente respirare.
"Madonna quanto me piace il tuo profumo, Simò"
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