Capitolo uno.

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Elisabetta Conte era appena arrivata all'IPM, scende dall'auto della polizia e subito i suoi occhi si posarono all'interno della struttura, cercando di scorgere in lontananza il fratello, Edoardo, che non tardò ad arrivare.
"Piccrè, ti stavo aspettando. Sai che per qualunque cosa sono qui."
Elisabetta sapeva bene che nessuno avrebbe osato infastidirla, da quando all'istituto penitenziario di Napoli era morto Ciro, il comando era nelle mani di suo fratello Edoardo.

Una guardia la scortò fino all'ala femminile, dove c'erano tutte le celle.
"Lasciatelo dire, tuo fratello è davvero un bel ragazzo."
La mora rise, non era la prima volta che qualcuno faceva apprezzamenti sul fratello, alzò semplicemente le spalle.
"Ma io sono quella intelligente della famiglia, sono Elisabetta comunque."
"Io sono Silvia, saremo compagne di stanza."
Da quando Nad era fuggita con Filippo, la stanza di Silvia era completamente libera e così si ritrovò a condividerla con la piccola Conte.

Dopo qualche ora in quella stanza c'era già un po' di gossip tra le ragazze.
"Kubra e Pino ormai sono coppia fissa, considerando che Edoardo è tuo fratello, Pirucchio non è un granché, Milos non è di tante parole... direi che ci è rimasto solo il piecoro."
Ridacchiò Silvia, Elisabetta piegò leggermente la testa.
"Il che?" Chiede un po' confusa, non si era mai occupata degli affari di famiglia.
"Carmine di salvo, soprannominato Piecoro, ma non te lo consiglio, sebbene sia un bel ragazzo, ha una vita piuttosto incasinata. E non va molto d'accordo con Edo."
Elisabetta annuì semplicemente, non le interessavano gli inciuci, voleva solo starsene tranquilla.

Un giorno passò e la piccola Conte stava osservando il cielo, mentre il resto delle ragazze giocava a pallavolo.
"Dovrei passare."
Una voce profonda la fece sussultare, incarnò un sopracciglio infastidita.
"Tu devi essere o piecr." Disse sicura, ricordando la descrizione fatta la sera prima dalla sua compagna di cella.
Carmine ridacchiò, gli piaceva essere al centro dei discorsi.
"Preferisco Carmine. Tu devi essere la piccola Conte."
"Preferisco Contessa." Rise Elisabetta, rimarcando l'ultima parola.
"Come vuole contessa, adesso potrebbe spostarsi?"
Disse Carmine ancora con uno scatolone in mano, pronto a buttarlo per terra.
"Ci vediamo in giro, Carminù."
E detto questo Elisabetta si spostò, notando subito lo sguardo contrariato di Edo che si dirigeva verso di lei.

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