Capitolo due.

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"Ma con chi cazzo parli?" Edoardo alzò il tono stringendo i pugni ai lati del corpo.
" Mi ha solo chiesto di sposarmi, bubi."
Rise Elisabetta chiamando il fratello maggiore con il soprannome che usavano da piccoli, Edoardo roteò gli occhi nel sentire quel soprannome e subito si rilassò.
"Non mi importa, non devi parlare con quel ragazzo Elisabetta. Non è un ragazzo con cui fare amicizia.
È un Di Salvo e ha ucciso anche Ciro."

Elisabetta annuì, in realtà non le importava, nè di Carmine e nè di ciò che proibiva suo fratello.
"Te l'ho detto, mi ha solo detto di spostarmi."
Mentre terminava quelle parole, però, gli occhi di Elisabetta cercavano i riccioli di Carmine da qualche parte.

Carmine di Salvo nel frattempo, sistemava scatoloni nella stanza accanto, mentre si avvicinò a Pino.
"Hai visto la sorellina di Edoardo?" Chiese Carmine curioso per saperne di più.
"No, in realtà. Ma ho solo Kubra per la testa."
"Cosa c'entra Pino? Volevo solo sapere se l'avessi vista!"
Gli occhi di Carmine strabuzzarono mentre Pino se la rideva sotto i baffi.
"Parli di quella ragazza con i capelli lunghi che ti sta fissando?"
Carmine si morse il labbro dall'imbarazzo mentre si voltò lentamente verso la ragazza, gli occhi di Elisabetta si spostarono subito altrove e ciò fece ghignare Carmine che continuò a fare ciò che stava facendo precedentemente.

"Piecr." La voce di Edoardo richiamava l'attenzione di Carmine che rispose con un piccolo "cre?", sapeva già che Edoardo avrebbe fatto storie per quella piccola chiacchierata.
"Se ti vedo ancora intorno a lei ti rompo le ossa, Piecr."
Edoardo usava un tono minatorio mentre Carmine sogghignava guardando Edoardo che si indispettiva ancor di più.
"Cre Eduà? Tien paur? Hai paura che la tua sorellina perda la testa per me? Stai tranquillo, non ho tempo e voglia per un'altra storia."
Carmine era sincero mentre diceva quelle parole ma la voglia di provocare Edoardo era maggiore di qualunque cosa.
Edoardo però si allontanò sicuro che la sorella non gli avrebbe mai disobedito.

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