I. People And Birthdays

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Premessa:

Perché si torna sempre, dove si è stati bene.

(E io sto bene qui. Per favore, non lasciatemi andare via.)

Ovviamente, ma penso sia inutile che io lo dica, se non avete letto Don'Cast A Spell On Me, non potete leggere questo spin-off. Sono sedici capitoli, puliti puliti. Poi potete tornare qui.

Ammetto che ho in mente parecchi spin-off, in realtà, non per tutte le mie storie ma quasi, ma questo è forse l'unico che avrà una storia a parte e, soprattutto, uno di quelli fatti non tanto perché mi mancano le mie ff, ma più che altro perché c'erano un paio di buchi da riempire, e mi sono detta perché no? Quindi, eccomi qui.

Ho anche un debole per questo universo, se devo essere onesta. O per Harry. Non lo so.

Comunque, dato che aggiorno alternativamente, questa storia finisce il ventotto. Il trenta, poi, esce una nuova OS, prima della storia di San Valentino, il tre febbraio (e sì, esce il tre così da finire perfettamente a San Valentino. Di nuovo, sono in tempo con gli speciali. E sarò sempre in tempo. Lo scorso Halloween è stato una svista).

Ma non perdiamoci in chiacchiere, che questo capitolo è bello lungo. E io sono una donna socialmente impegnata.

La magia è tornata, dolcezze. Si inizia.

B x

***

Louis è sicuro che Harry stia dormendo, a questo punto.

E' luglio, non sul finire ma quasi, primo pomeriggio, e le cicale infestano canticchiando il giardino assolato di Coby Manor. Hercule, il naso nero puntato a terra, si diverte a stanarle e inseguirle, facendole saltellare mentre alza polvere con il piatto delle zampe. Quegli esseri, o qualsiasi altro essere, non entrano in casa solo grazie a un incantesimo di Maya (la strega ha applicato lo stesso incantesimo a casa Tomlinson, e Jay le ha regalato una teglia di biscotti al latte. E' stato tutto abbastanza adorabile).

Harry, cascasse un'intera galassia sotto i suoi eleganti stivaletti, veste sempre di nero, skinny e t-shirt, le braccia tatuate scoperte, le dita fresche e i capelli che si sta facendo crescere sommariamente legati (Louis è debole, sull'argomento, e non ne parleremo). Dato che il suo fidanzato, probabilmente, non è reale, cose come il sudore o la stanchezza estiva non sembrano toccarlo: sta lì, all'ombra sul portico anteriore, steso con Louis su una panca, la testa sul suo stomaco, gli occhi chiusi e le ciglia che fremono. Louis, che per terminare il suo master stava leggendo un saggio sulla psicologia infantile, aveva visto quest'ultimo chiaramente scavalcato dal fatto che il suo irresistibile fidanzato-mago si fosse accoccolato lì a sbuffare all'ombra come una lucertola. Il libro era dimenticato già da un po'.

In quel momento gli sta accarezzando il viso con dita fresche, passando ripetutamente l'arco delle sopracciglia, il ponte del naso, la curva gonfia delle labbra, gli zigomi, i cuscinetti soffici sotto gli occhi, la linea decisa della mascella. Di solito, quando lo faceva, Harry sbuffava, rideva e mordicchiava in giro, quasi come una tarma. Un'adorabile, magica tarma dai riccioli color cioccolato e gli occhi verdissimi, le dita tatuate e la voce profonda. Louis è fottutamente andato.

Invece, quel pomeriggio, Harry è immobile. Probabilmente è stanco, anche se non sta facendo più incubi ogni notte: capitano, probabilmente capiteranno sempre, ma si assottiglieranno. Louis è lì. Va tutto bene. Fatto sta che, passando per l'ennesima volta il pollice sulla curva di piume fatta dal suo labbro inferiore, ottiene solo un minuscolo sospiro. Ah-Ah. E' così, quindi.

You Cast A Spell On Me ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora