5 MARZO
Eccomi qui, non tanto comodamente seduta al posto 7B dell'aereo che oggi mi porterà lontano dall'Italia. Figurati se mi toccava il finestrino. Alla mia sinistra c'è una signora che, ancora prima di decollare, dorme già con la bocca aperta. Alla mia destra c'è il mio manager che sfoglia la rivista della compagnia aerea e so per certo che si sta mentalmente teletrasportando sulle spiagge paradiasiche delle foto. E in mezzo...io! Il collo del maglione mi pizzica, la mia borsa è troppo grande e non ci sta sotto al sedile e una hostess mi sta cortesemente chiedendo di spegnere il computer perchè siamo pronti per decollare. Il brusio di sottofondo dell'aereo si intreccia con quello dei miei pensieri e all'improvviso mi sento felice. Oggi è un gran giorno! La mia avventura da cantante solista è iniziata da qualche mese, a ottobre del 2013 e, come una trottola, giro senza sosta fra servizi fotografici, interviste, radio e televisione: voglio che «UNIVERSO» piaccia a tutto il mondo! Il prossimo passo è il nuovo video, Otro Día Más, che abbiamo deciso di ambientare in Spagna, a Barcellona. Ed è proprio lì che sto andando. Uff, ora mi tocca davvero spegnere il computer perchè la hostess inizia seriamente ad innervosirsi, riprendo fra un attimo...
FINALMENTE SIAMO DECOLLATI!
Rieccomi qui. Quando si vola, ormai l'ho imparato, ci vuole pazienza. Sai, ripensavo alla quantità di aerei che ho preso negli ultimi 3 anni. Quanti saranno? Allora, facciamo un rapido calcolo: fra la tournèe di VIOLETTA, gli impegni per la promozione di «Universo» e tutte le volte che ho fatto avanti e indietro dall'Italia a Buenos Aires per le riprese, bè, direi che sono...più di cento! Ormai, inutile dirlo, sono abituatissima a muovermi in aereo, riesco persino a rilassarmi e a divertirmi. Se ripenso ai miei PRIMI VOLI mi viene da ridere: ero terrorizzata! Essendo stata una grandissima fan di Lost, non potevo evitare di immaginarmi le scene più catastrofiche. E a proposito di catastrofi, in uno dei viaggi della tournèe di Violetta (su un aereo che per fortuna era privato, quindi a bordo c'eravamo solo noi), nel bel mezzo del volo uno dei miei colleghi si è alzato, aprofittando della catalessi generale del resto del gruppo, e quatto quatto è andato dalla hostess e le ha chiesto di fare un annuncio.
Dlin-dlon! Il microfono di bordo si mette in funzione e la voce della hostess dice: «A causa di problemi tecnici saremo costretti a effettuare un atterraggio di emergenza». PANICO! Credo di essermi appellata a tutti i santi, martiri, papi, dei dell'Olimpo e super eroi...per poi capire, dopo cinque minuti, che ERA STATO TUTTO UNO SCHERZO.
L'artefice del piano malefico rideva con le lacrime agli occhi, mentre tutti noi l'avremmo volentieri lanciato fuori dal finestrino dell'aereo.
Ma il volo che mi ricorderò è quello che tre anni fa ha dato il via a tutto, quello che mi ha accompagnata dalla mia amata Italia alla mia nuova incredibile vita in Argentina. Dovevo essere pazza! Me lo ripeto ogni volta che penso a quel momento. Avevo 21 anni, fino ad allora avevo sempre vissuto una vita normalissima. SOGNAVO DI FARE GRANDI COSE CON LA MUSICA.
Studiavo e davo il massimo per riuscirci, ma come dice quella famosa canzone: «Uno su mille ce la fa». Era un sogno quasi impossibile da realizzare, lo sapevo benissimo. Fino al giorno dell'audizione-sorpresa. In quel periodo (era il 2011) vivevo a Milano, dove mi ero trasferita per frequentare il MAS, un' accademia in cui per due anni mi sono immersa in ciò che più amo fare al mondo: cantare, suonare, comporre, ballare.
Anche se il MAS ti dà l'opportunità nel college della scuola, un edificio con appartamenti per gli allievi che vengono da fuori città, io me ne ero trovata uno vicino alla Stazione Centrale.
Vivevo con tre amiche di Udine - ALICE, VALENTINA E REBECCA - che si erano trasferite a Milano per studiare. Alice, la mia compagna di stanza, la conoscevo dalle elementari. Valentina, invece, la conoscevo perchè era un' amica di Alice e Rebecca era amica di Valentina e l'ho conosciuta quando siamo andate a vivere insieme.
Alice frequentava la facoltà di comunicazione allo IULM ed era la più ordinata di noi tre. Guai a chi lasciava qualcosa fuori posto o un fornello sporco!
Valentina, figlia di chef, era la cuoca di casa (è grazie a lei se sono sopravvissuta per due anni a Milano), studiava design al Politecnico di Milano, una vera artista. Rebecca frequentava la Bocconi ed era la più studiosa in assoluto.
Durante il giorno io andavo al MAS e loro all'università ma la sera, cascasse il mondo, ci si ritrovava tutte a tavola a raccontarci la giornata e a ridere a crepapelle. Potevamo parlare per ore. Oppure ci mettevamo sul divano con le coperte a guardare commedie romantiche commoventissime, piangendo e mangiando interi sacchi di mandarini! Erano come sorelle per me, e nella nostra casetta (che avevamo soprannominato CASA EDEN perchè quando l'abbiamo vista per la prima volta ci era sembrata bellissima...proprio come un paradiso!) ci siamo divertite per due lunghi anni.
AL MAS FACEVO MOLTISSIME AUDIZIONI.
Speravo mi notassero per un MUSICAL o per qualche progetto interessante. A dire il vero, di quella che dovevo affrontare quel giorno non sapevo nulla: nè di che progetto si trattasse, nè di cosa cercassero esattamente. E la cosa era già strana.
I membri della commissione erano tutti schierati dietro un tavolo, come nei film. E proprio come nei film, si bisbigliavano all'orecchio e mi indicavano con il dito. Ci saranno state almeno una decina di persone, una telecamera e uno schermo da dove mi studiavano. Per vedere quanto fossi telegenica, ho pensato.
Nella commissione ho notato subito una ragazza alta e bionda, con un' aria molto seria e severa. Mi metteva soggezione. Con un perfetto accento brittannico mi ha chiesto se parlavo inglese. Ho risposto in inglese, naturalmente, di sì. Mi ha sorriso e ha fatto un commento all'orecchio della collega che le stava accanto. Non sapevo ancora che quella ragazza, TALI, lavorava per la Disnsey e sarebbe diventata una grande amica, nonchè il mio punto di riferimento una volta arrivata in Argentina.
Tesa come una corda di violino e imbarazzata all'inverosimile, guardavo quelle persone sedute davanti a me e pensavo: "Terra inghiottimi, terra inghiottimi".
Ero molto nervosa ma allo stesso tempo abbastanza sicura di me. L'audizione era composta da tre prove: canto, recitazione e ballo. La canzone che portavo era tratta da un musical e l'avevo provata un milione di volte. Il monologo era divertente, era una scena del film "tutto su mia madre". L'avevo provato davanti alle mie coinquiline la sera prima e avevano riso un sacco.
Speravo che la commissione avrebbe avuto la stessa reazione.
Per la prova di ballo ero tranquilla, era tutta improvvisazione quindi non mi spaventava: AMO BALLARE E MI VIENE NATURALE.
Mi ero truccata poco e avevo scelto dei vestiti comodi ma carini (la prima impressione è sempre importantissima!): leggins scuri, sneakers colorate e una maglietta lunga bianca con una scritta rosa.
Si respirava qualcosa di incredibile diverso nell'aria, qualcosa di grande. Dovevo assolutamente dare il meglio di me.
Dopo le presentazioni e qualche convenevole, comincia il casting.
«Partiamo con la canzone, Lodovica.»
Canzone sia! Ho cantato come non avevo mai cantato in vita mia (ed è parecchio che canto, eh. Ma questo te lo racconto un'altra volta), volevo la parte con tutta me stessa e quello era l'unico modo di farlo capire anche alla commissione. Dopo la canzone il monologo, e dopo il monologo l'improvvisazione di ballo. È finito tutto così in fretta.
POSSO CONFIDARTI UN SEGRETO?
Lo ammetto, può sembrare presuntuoso da parte mia, ma in quel momento, mentre me ne stavo lì in piedi davanti a quella misteriosa commissione, ho sentito che ce l'avrei fatta. Non l'ho capito da qualcosa in particolare: l'ho saputo e basta. È stato come un sussurro, una vocina nella mia testa che mi diceva: «È andata benissimo. Sorridi, ringrazia ed esci». E io l'ho ascoltata. Una settimana dopo, ho ricevuto la notizia che mi ha cambiato la vita: «TI HANNO PRESA PER UNA NUOVA SERIE DELLA DISNEY!».
Non potevo crederci, ridevo e piangevo allo stesso tempo. La telefonata che ho fatto immediatamente dopo ai miei genitori non me la dimenticherò mai e poi mai: è stata la prima volta che ho sentito piangere papà! C'era così tanta emozione e tanta confusione nell'aria che faccio fatica a ricordarmi i dettagli di quella conversazione.
So solamente che i miei genitori e mia sorella Ilaria erano felicissimi per me. Ovviamente l'idea di separarci per tanto tempo e di essere così lontani (le riprese sarebbero state fatte in Argentina!) ci spaventava un po', ma sapevamo tutti che era per una buona causa. E poi, sarebbero venuti a trovarmi!
Così ho dato il via ai preparativi: da Milano sono ritornata a San Daniele del Friuli, il paese dove sono nata e cresciuta, per stare con la mia famiglia e i miei amici di sempre per tutto il tempo che mi rimaneva. Mi ricordo le corse che ho fatto per il passaporto e per i documenti necessari per lavorare in Argentina. Dopodichè valigie e qualche vestito nuovo, l'annuncio a quelli della famiglia che ancora non sapevano niente e saluti a praticamente tutto il paese. Prima della partenza abbiamo organizzato a casa nostra una FESTA DI ARRIVEDERCI con tutti gli amici miei e della mia famiglia.
È stato bellissimo: erano tutti lì per me, con regali e pensierini per la mia nuova casa di Buenos Aires.
Tutti con belle parole, lacrime e abbracci sinceri di cui ancora oggi ricordo il profumo.
Da quando mi hanno dato la notizia a quando sono partita il tempo è volato. Solo due mesi per chiudere in due valigie da ventitrè chili tutta la mia vita, i miei sogni, quattro vocaboli in spagnolo e le mie paure, e partire per la grande avventura.
ED ECCO IL GIORNO DELLA PARTENZA.
Di Buenos Aires non conoscevo nulla e soprattutto a Buenos Aires non conoscevo nessuno. Non sapevo nemmeno chi sarebbe venuto a prendermi in aeroporto! In preda a questo momento-paranoia, mi sono girata per fare ciao alla mia famiglia un' ultima volta. La mia mamma mi salutava da dietro la transenna tra l'emozionato e il disperato, senza smettere di ripetermi le tipiche "raccomandazioni da mamma" che, ovviamente, io non potevo sentire. Papà, invece, faceva il simpaticone come sempre e sventolava un fazzoletto bianco gridando con tono solenne: «BUON VIAGGIOOO, FIGLIA MIAAA, SCRIVIMI UNA LETTERAAA...» (la sua voce invece si sentiva benissimo, anzi credo l'abbia sentita tutto l'aeroporto).
Mia sorella mi sorrideva e mi salutava commossa, e io pensavo: "Cavoli, quanto mi mancherà". Me la sarei messa in valigia molto volentieri!
Li avrei rivisti dopo molti mesi, quella era l'unica cosa che mi spaventava. Ma mi stavo imbarcando per il mio sogno di sempre! La mia vita era a una svolta importantissima, ne ero perfettamente consapevole. Ordine tassativo: godersi ogni singola cosa che mi sarebbe successa e ogni singola persona che avrei conosciuto...
... E tempo dopo posso dire di averlo fatto! Non lo dimenticherò mai tutto quello che mi è successo in questi anni, tutta quella valanga di emozioni, momenti ed eventi che mi ha portata a ritrovarmi qui, oggi, pronta all'atterraggio all'aeroporto di BARCELLONA per le riprese del video tratto dal mio disco.
SCRIVO E SORRIDO DA SOLA (spero che nessuno se ne accorga o mi prenderebbero per pazza). Otro Día Más sarà bellissimo. Lo sento, abbiamo fatto un grande lavoro. Io e tutto il mio staff l'abbiamo pensato e studiato fin del minimo dettaglio. Sono particolarmente affezionata a quella canzone, è la mia preferita di «Universo». Parla di un amore distante, che esiste ma non lo puoi toccare. Quella sensazione che ti fa desiderare di avere le ali per VOLARE DAL TUO AMORE AL DI LÀ DI TUTTI GLI OSTACOLI.
Quando la canto è come se le persone lontane a cui vogliono bene mi si avvicinassero un po'. Mi fa stare bene, me le fa sentire vicine anche solo per quel piccolo istante. Tutti quelli che la ascoltano proveranno la mia stessa sensazione? Sarebbe fantastico...
È tornata la hostess a dirmi di spegnere il computer e stavolta la obbedisco subito: non vorrei essere la responsabile di un disastro aereo nè del suo crollo nervoso!
Ciao diario, fammi un IN BOCCA AL LUPO per il video!
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TUTTO IL RESTO NON CONTA
AdventureLa musica, Buenos Aires e un pollo al curry con chi dico io. Lodo❤️