8 MAGGIO
Sono le 7 del mattino, mi aspettano dieci lunghe ore sul set nei panni di Francesca, ma so che sarà una giornata meravigliosa! E sai perchè? Perchè la giornata è iniziata con il piede giusto, anzi giustissimo.
Ho visto il pancione di mia sorella! Solo per pochi minuti su Skype, ma è stato così bello che adesso scoppio di felicità. È tondissimo! E lei è così bella e così felice...mi riempie il cuore vedere che si sta godendo fino in fondo questo MOMENTO UNICO. Sono lontanissima, ma cerco lo stesso di essere presente, anche se da dietro una misera webcam.
Certo, non posso accarezzare il pancione, non posso sentire LA MIA PRIMA NIPOTINA scalciare, ma riesco a vederla crescere e godermi l'incredibile immagine di mia sorella che presto sarà mamma. E io sarò ziiiaaa!
COME MI VEDI NEI PANNI DELLA ZIA?
E poi, che tipo di zia sarò?! La ZIA-AMICA?! La zia-seconda-mamma?! O semplicemente la zia...zia?! Il genere di zia che ti accompagna a fare shopping e ti dà ottimi consigli di cuore?
Di certo non sarò nè una zia pettegola nè una di quelle che a natale ti regalano maglioni pelosi con le renne o ti strizzano le guance ogni volta che ti vedono.
SARÒ UNA ZIA SUPER COOL!
La famiglia si allarga: WOW! È in momenti di felicità come questo che sento ancora più la mancanza di tutti...ah, a proposito! Ora che ci penso, te l'ho nominata un sacco di volte ma ti ho mai parlato BENE della MIA FAMIGLIA?
Mi sa proprio di no! Ihihih...adesso ti sorbisci tutta la storia, perchè ho proprio voglia di raccontartela!
LA MIA FAMIGLIA, THE COMELLOS, È FORMATA DA CINQUE COMPONENTI.
Cioè papà Paolo, mamma Anna, sorella grande Ilaria, sorella piccola Lodovica ovvero io, e il nostro cane invisibile Stop.
STOP (non ridere) è il cane che vorremmo, ma che per colpa dell mamma (sì, mamma sto dando la colpa proprio a te!) che dice che i cani perdono pelo, fanno pipì sui tappeti, distruggono le pantofole e bla bla bla...non possiamo avere.
Quindi, per risolvere il problema,abbiamo deciso di adottare UN CANE IMMAGINARIO e gli vogliamo tanto bene. È sempre presente nelle nostre comversazioni e lo teniamo in considerazione quando abbiamo impegni di famiglia. Se gli amici ci invitano a cena chiediamo ogni volta se può venire anche Stop, e se andiamo al mare ci preoccupiamo di trovare qualcuno a cui lasciarlo. E sai che cosa rispondiamo ogni volta che qualcuno ci chiede perchè si chiama Stop? Perchè è un incrocio!
Ahahah!
Siamo trooooooooooppo forti.
Okay, ora passiamo ai membri in carne e ossa: iniziamo da PAPÀ. Si chiama PAOLO e quando lo disegnavo, da piccola, gli facevo sempre un testone con una cascata di riccioli neri. Diciamo che sono il suo segno distintivo. Insieme con la mamma, vende abbigliamento praticamente da tutta la vita. La mamma lavora a contatto con i clienti, papà sta quasi sempre "dietro le quinte", in ufficio fra le sue carte e le calcolatrici, e si occupa dell'amministrazione dei negozi e dei rapporti con i rappresentanti delle varie marche. È sempre stato bravo con i numeri e sa fare CALCOLI IMPOSSIBILI A MENTE. Io, di certo non ho ereditato la sua abilità matematica, non ho mai capito come faccia.
Comunque, a differenza dei matematici che sono rigorosissimi e sembra che vedano o tutto bianco o tutto nero, PAPÀ È UN VERO ARTISTA.
È questo, invece, che ho ereditato da lui: la sensibilità per le cose belle. L'ARTE NON È IL SUO MESTIERE, MA SA APREZZARLA IN TUTTE LE SUE FORME: un bel disegno, una frase d'effetto in un libro, un bel quadro, un incredibile assolo di chitarra in un pezzo. Abbiamo sempre comdiviso le nostre opinioni su tutto quello che ci piace, ed è grazie a lui che ho iniziato ad appassionarmi alla musica.
A sei anni mi faceva ascoltare i PINK FLOYD in macchina a tutto volume. Come mi piaceva Another Brick in the Wall, con tutti quei bambini che cantavano e dicevano alla maestra di lasciarli in pace! Mi ci identificavo perfettamente, ihihih! Ma la nostra canzone preferita dei Pink Floyd era Lost For Words.
Non facevamo altro che sentirla e risentirla continuamente e ogni volta che arrivava l'assolo di chitarra finale papà alzava il volume e lo cantavamo insieme.
È stato sentendo Lost For Words che gli ho detto per la prima volta:
«PAPI, VOGLIO SUONARE COME I PINK FLOYD!».
E papà mi ha presa sul serio: un mese dopo mi aveva già iscritta al CORSO DI CHITARRA e io avevo la mia prima chitarra classica. Così è iniziato tutto. Un giorno ti racconterò anche questa storia, promesso!
Dalla prima lezione di chitarra a oggi, NON HA SMESSO PER UN SOLO MINUTO DI CREDERE IN ME e di spronarmi a sfidare me stessa e a superare i miei limiti. È il mio mentore, il mio "allenatore", il mio primo fan e il mio peggior critico quando ce n'è bisogno.
È il RE DEI RISOTTI e, come ti ho già anticipato qualche settimana fa, cintura nera nel mettere in imbarazzo in pubblico le persone. Lui ride come un matto. Gli altri vorrebbero solo sprofondare nell'oblio più profondo, ma non hanno il coraggio di arrabbiarsi con lui perchè sanno che lo fa solo per divertirsi e far divertire: ama ridere.
Quando ero più piccola, avrò avuto più o meno 15 anni, veniva a casa nostra una simpaticissima signora che si chiamava Pia. Mamma lavorava un sacco e non sempre aveva tempo di sbrigare le faccende domestiche, quindi Pia ogni venerdì la aiutava a stirare il bucato che si accumulava durante la settimana.
Devi anche sapere, mio caro diario, che ho sempre avuto un talento per LE IMITAZIONI:
MI VENGONO BENE E FANNO RIDERE UN SACCO.
Insomma: Pia era tedesca, e quindi parlava italiano con un forte accento che era assolutamente imitabilissimo. Facevo ridere tutta la famiglia con la sua imitazione. Dopo cena, gli zii salivano dal piano di sotto a bere il caffè e a vedere le nuove puntate del "PIA SHOW". La imitavo quando stirava d'estate e il vapore del ferro da stiro le faceva venire le scalmane: «Ke kàldo, no? Mi porteresti un po d'acva?», oppure quando mi parlava della figlia laureata: «Lei ha ztudiato tanto e ha prezo zempre ottimi fòti!». Ero proprio uno spasso!
Un giorno sento mio papà che schiamazza al piano di sopra con Pia: «Loodoo, fieni zu un zekondo!». Mi alzo e salgo. Papà rideva sotto ai baffi. Indovina un po'? «Tuo pappa mi ha tetto ke fai una imitaziòne teliziòsa! Fediàmo un po kom'è!» Be', LA MIA FACCIA HA ASSUNTO GRADAZIONI DI BORDEAUX MAI VISTE PRIMA sulla faccia della terra e da allora ho smesso di far vedere le imitazioni a mio papà. No comment.
Per dimenticare la figuraccia, passiamo alla MAMMA. Si chiama ANNA e tutti ci dicono che siamo due gocce d'acqua.
È una donna elegante, dotata di molto buon gusto. È la figura di riferimento nei negozi di famiglia, tanto che i clienti vorrebbero farsi servire solo da lei.
E lei, se potesse dividersi a pezzetti, si occuperebbe di ogni singolo cliente del negozio da sola. Ho sempre ammirato la sua FORZA e la sua INDIPENDENZA. È una grandissima lavoratrice e, senza accorgersene, MI HA TRASMESSO IL SUO ENORME SENSO DI RESPONSABILITÀ.
Quando andavo a scuola si preoccupava che prendessi buoni voti in tutte le materie. Era molto esigente in questo senso, e spesso mi faceva innervosire con le sue tipiche "domande da mamma": «Hai studiato? Vediamo se hai fatto i compiti. Fammi vedere il libretto». E io mi chiedevo: "Perchè non si fida di me? Perchè non mi lascia in pace?!". Adesso che sono grande ho capito: è una mamma. E come ogni mamma desidera solo il meglio per me. Non avrebbe tollerato un brutto voto non tanto per una questione di orgoglio, ma perchè non avrebbe sopportato di vedermi triste o abbattuta, o di sapere che mi sentivo meno intelligente dei miei compagni. Il suo istinto materno mi commuove ancora oggi.
E ancora oggi (che ho ben ventiquattro anni e da tre vivo fuori casa dall'altra parte del mondo) MI COPRE DI RACCOMANDAZIONI! Le stesse che mi faceva ogni giorno quando vivevamo sotto lo stesso tetto: «Hai mangiato? Hai studiato le battute per domani? Ogni quanto fai il bucato? Hai imparato a fare il minestrone?». Non cambierà mai, e la cosa sinceramente mi tranquillizza moltissimo.
LEI E PAPÀ MI HANNO SEMPRE APPOGGIATA, hanno sempre condiviso i miei progetti e le mie passioni. Mi hanno sempre detto che i miei sogni sono anche i loro, e così mi sono sempre sentita meno sola e meno piccola nel vastissimo e "feroce" mondo dello spettacolo.
Me la ricordo, la mia mamma, che mi aspettava in strada seduta in macchina, mentre io facevo lezione di danza.
Oppure, quando perdevo l'autobus per Udine, per andare a canto, lei si metteva al volante e mi accompagnava di corsa. L'ho fatta impazzire, poverina! Ihihih!
È una donna piuttosto posata e seria (tutto il contrario di papà che è un clown quando non lavora), ma ha un' unica grande mania. Mania che purtroppo mi ha trasmesso e per cui molti dei miei amici mi prendono in giro: l'OSSESSIONE COMPULSIVA PER L'ORDINE E LA PULIZIA.
SIAMO DUE CASI PATOLOGICI!
Mamma è così fissata che quando la signora delle pulizie se ne va, lei ripassa tutto per sicurezza con lo straccio perchè la signora delle pulizie pulisce, sì, ma poi ripassa dove ha pulito e ri-sporca con le scarpe! Allora io dico: e la mia mamma cosa fa? Vola? Dovrebbe esserci qualcuno che pulisce dietro alla mamma che sporca a sua volta, e qualcuno che pulisce dietro alla persona che pulisce dietro a mia mamma e così via...e potrei continuare per ore! E quando cerca qualcuno per aiutarla a fare le pulizie, NON FA DEI COLLOQUI DI LAVORO, FA DEI CASTING!
Io per fortuna sono molto ordinata, la mia stanza è sempre stata linda perchè proprio non ce la faccio a vivere nel caos, quindi posso vantarmi di essere una delle poche persone sulla faccia della terra che non si è mai e poi mai sentita dire (okay, gridare): «PULIIISCIII LA TUA STAAANZAAA!!!», primato che mia sorella non può certo vantare. Quando vivevamo tutti insieme, mia sorella sguazzava come un girino fra i cumuli di vestiti e pile infinite di libri, cosa che sconcertava e debilitava il povero cuore della mamma. Pensa che quando è venuta qui a Buenos Aires, una sera, dopo avermi lustrato a fondo tutto l'appartamento, si è messa a pulire con l'alcool persino gli interruttori della luce...
E dulcis in fundo...ILARIA: la mia SORELLONA, futura mamma, nonchè la spalla su cui so di potermi sempre appoggiare.
LA MIA PIÙ GRANDE COMPAGNA DI AVVENTURE.
Come ti ho già detto, abbiamo sette anni di differenza e pochi direbbero che siamo sorelle, visto che lei è bionda con gli occhi azzurri.
Ho un ricordo così prezioso degli anni che abbiamo condiviso prima che partisse per andare all'università a Milano!
Quando eravamo più piccole la relazione riproduceva il tipico clichè: lei LA CLASSICA SORELLA MAGGIORE, RESPONSABILE, STUDIOSA E OBBIDIENTE...
...io la piccola peste che la faceva impazzire! Le rubavo di nascosto trucchi, vestiti, borse, scarpe e tutto quello su cui riuscivo a mettere le mani, la spiavo quando portava a casa i fidanzatini, le scarabocchiavo i quaderni mentre facevamo i compiti sedute allo stesso tavolo o le strizzavo la buccia del mandarino nell'occhio mentre studiava.
Poi siamo cresciute e LE DIFFERENZE SONO PRATICAMENTE SPARITE. Da quando se n'è andata a Milano a studiare, quando io avevo tredici anni, ha cominciato a mancarmi moltissimo.
ORA È LA PERSONA CHE VORREI SEMPRE AL MIO FIANCO, IN QUALSIASI OCCASIONE.
La ammiro, trovo che tutto quello che fa sia meraviglioso. È uno SPIRITO LIBERO, un'artista anche lei. Ama leggere, scrivere, disegnare o creare oggetti con le sue mani. Fa la designer, passa moltissime ore davanti al computer creando cose che mai e poi mai sarei capace neanche di immaginare. La sua curiosità verso tutto ciò che la circonda e il suo MODO DI FARE SEMPLICE E GENTILE con tutti sono per me una vera ispirazione!
SARÀ UNA GRANDISSIMA MAMMA.
Il ricordo piu bello che ho di mia sorella risale al 2010.
Un bel giorno di settembre mi informa che la settimana successiva saremmo partite, io e lei, verso una META SCONOSCIUTA.
«Prepara una valigia che andiamo via tre giorni.»
Impossibile farsi rivelare la destinazione, impossibile dedurlo dalle indicazioni che mi dava sulla valigia.
Le chiedevo: «Andiamo al freddo?».
E lei: «Mmm sì...portati qualcosa di pesante».
«Mi serviranno degli scarponi?»
«No, anzi, portati delle ciabatte.»
«Ciabatte?! Quindi porto anche un costume?»
«Sì, dai, per sicurezza sì.»
«Crema solare?»
«NOOO, SEI PAZZA!»
«Ma come andiamo? In treno?»
«Devo ancora decidere.»
Insomma non ci capivo più niente, l'unica mia ipotesi era che avesse prenotato una SPA. Quindi il giorno della partenza carichiamo le due valigine sull'auto di papà, che ci avrebbe accompagnato fino alla misteriosa meta. Ero straconvinta che saremmo andati in stazione, ma poi mi è stato chiaro che la strada non era quella. Dopo un'ora non eravamo ancora arrivati e io ribollivo di domande, peggio di un pentolone.
«Ci andiamo in macchina?»
«Non è che magari serviva il passaporto?»
Ma quei due, niente! Neppure una parola. La curiosità mi stava divorando viva! Finalmente imbocchiamo la tangenziale e ci dirigiamo verso l'aeroporto.
«Maaa...ma è in Italia o andiamo... ALL'ESTERO?!»
Qualche ora dopo stavo atterrando per la prima volta in vita mia a...LONDRA!
La mia valigia traboccava di cose inutilissime, ma sulla meta la mia sorellona aveva proprio fatto centro: uno dei sogni della mia vita si avverava e per di più con una sorpresa! Che cosa potevo chiedere di meglio?
SONO STATI TRE GIORNI INCANCELLABILI.
Ci siamo perse per Londra come due bambine fra lunghe passeggiate che risuonavano dello scricchiolare delle foglie nei viali dei parchi, inutili tentativi di far ridere le guardie della Regina e brevi pit-stop in qualche baretto pittoresco, dopo aver curiosato fra le cianfrusaglie del mercatino di Portobello.
ABBIAMO PARLATO E SPETTEGOLATO FINCHÈ NON È RIMASTO UN SEGRETO DA CONFIDARSI. Una piccola avventura solo nostra che ci ha unite per sempre.
Aaahhh, ho perso di nuovo la nozione del tempo!
Quelle dieci ore sul set mi aspettano ancora. Devo sbrigarmi o arrivo tardi! Ehm... sono già inesorabilmente in ritardissimo! Almeno una cosa positiva c'è: ora sai qualcosina di più sui The Comellos. «The Comellos»... suona bene!
POTREBBE ESSERE IL TITOLO DI UN FILM, oppure un cartone animato.
Come i Simpson, solo che parla dei Comellos! E come guest star...stop!
Ah, okay okay, la smetto! Ciao, diario, scappo!
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TUTTO IL RESTO NON CONTA
AdventureLa musica, Buenos Aires e un pollo al curry con chi dico io. Lodo❤️