Mia madre mi travestiva da maschio per ottenere benefici economici da mia nonna, assetata di soldi quanto la morte di anime, mi avrebbe persino venduta al primo offerente se le sarebbe stato comodo, avevo spesso problemi di salute dati dalla fame e dalla scarsa igiene: malaticcia per com'ero mi avrebbe abbandonata subito se non fossi stata una fonte di guadagno. Era una donna subdola, covavo rancore per lei come mai avevo fatto con qualcun altro, la sua voce pungente mi dava il voltastomaco, il suo aspetto mi disgustava quanto il mio troppo simile al suo.
Quando avevo dodici anni mia nonna si rifiutò di continuare a pagarla e lei si era stancata dei miei capricci e delle mie proteste, non so perché non mi uccise direttamente, non so perché non mi vendette come moglie ad un contadino rugoso e decrepito: avrei di gran lunga preferito guardare maiali per il resto della mia vita.
Non capì mai quale fosse il suo intento, solo quando la poca ingenuità che mi apparteneva mi scivolò tra le mani come acqua stantia; capì che mi aveva venduta per una miseria: valevo una dozzina di corone che lei si era intascata con un sorriso soddisfatto sul viso, poi aveva volto lo sguardo verso di me, mi aveva stretto la mascella con quelle mani unte e mi aveva dato un pizzicotto sul fianco, avevo capito bene cosa intendesse con quel sorriso maligno e con quei suoi canini affilati "se dici che sei femmina sarò io ad ucciderti" avrei preferito leccare il culo di un maiale che confessare chi ero veramente, sapevo di star andando al patibolo, sapevo che sarei morta soffrendo, e lo confesso la morte mi spaventava come qualsiasi altra bambina, ma io non potevo aspirare a qualcosa di migliore se non cadere nel eterno silenzio.
Ero sicura che non le sarei mancata, l'unica cosa che le sarebbe mancata di me erano le poche monete che riuscivo a rubare forse le sarebbe mancato picchiarmi, schernirmi, ridicolizzarmi nient'altro. Mi aveva mandata a morte ed era felice di questo lo avevo visto nei suoi occhi.
Sconfitta salì sulla carrozza che mi diede l'inpressione di essere un trasporto detenuti, e mentre tutti i bambini in torno a me rimanevano in silenzio bloccati da una strana tensione io potevo ascoltare senza problema il gracchiare dei corvi tanto simile ad un corteo funebre, il mio.
Ci sto lavorando da un sacco, e visto che avevo voglia di pubblicare lo fatto.
Niente da aggiungere, prego Zeus per gli studenti come me che a maggio si ritrovano sotterrato dalle interrogazioni.
Non ho la più pallida idea di quando aggiornerò questa o le altre storie portate pazienza.
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𝙻'𝙾𝚁𝚁𝙸𝙳𝙰| the witcher
FanficA cinque anni avevo paura dei mostri, a dodici ne ero diventata uno. la mia vita era insolita io ero insolita, c'è chi mi definisce una leggenda chi una favola chi pura finzione creata da delle donne ribelli in cerca della libertà, io mi definivo un...