Sento una fitta tremenda alla mano.
Merda, cosa cazzo è successo?
Sul dorso vedo il segno dei denti, il sangue cola in piccole gocce sporcando il fondo del gommone.Lascio il timone, il motore borbotta fino a spegnersi, il gommone avanza in silenzio e schiaccia le stelle sull'acqua opaca. La luna piena è un immenso occhio bianco che esercita la sua forza di gravità sulle mie emozioni, illumina la realtà con la sua penombra gravida di fantasmi immaginari. Le sponde opposte del lago sono deserte.
Davanti a me c'è la mia borsa, appoggiato sopra c'è il mio specchio di contenimento. Lo sposto con la mano pulita e tiro la zip, tengo la mano sanguinante all'esterno, sopra l'acqua. Sigarette, il portafoglio, il cellulare, la mia torcia, una maglietta, la mazza da baseball, la bottiglia d'acqua santa. Cazzo, che casino, non sono stato io a prepararla. Una goccia di sangue macchia lo schermo del cellulare, mi tocco la bocca e guardo le dita: sangue. Passo la lingua sulle labbra e sui denti, sento fortissimo il sapore del ferro; raccolgo il sangue con la saliva e lo sputo in acqua.
Riprendo a cercare, speriamo che quello stronzo abbia messo il kit medico. Ma che cazzo... cerotti, acqua ossigenata, bende, tutte sparse sul fondo del borsone sporco di sabbia.
Ma sul serio? Ma quanto puoi essere figlio di puttana? Hai rovesciato nella borsa la valigetta medica?
Apro l'acqua ossigenata con i denti e la verso sulla mano. Sento la pelle che brucia e maledico lui e me stesso con tutto il fiato che ho in corpo. Gli alberi, sulla sponda opposta, ascoltano in silenzio, si affacciano sull'acqua creando ombre speculari di loro stessi. Avvolgo la benda attorno alla mano, stretta, uso il dolore per sfogare la rabbia. La mano pulsa come se avesse un cuore tutto suo all'interno, ma almeno smette di gocciolare. Raccolgo lo specchio e vedo il mio volto in mezzo al pentacolo tracciato sulla superficie, la bocca è sporca di sangue. Mi pulisco alla buona e finalmente mi prendo il tempo necessario per guardarmi attorno. D'accordo, cosa stavo facendo è abbastanza chiaro, ma dove sono?La scia del gommone è quasi scomparsa, a ridosso della riva vedo casa, sarò partito da cinque minuti. Ma la domanda vera è: chi è partito in realtà? Vista l'attrezzatura deve essere l'abissale, ma lui non si sarebbe mai morso la mano. Deve essere subentrato quell'altro, che, come al solito, si è fatto del male.
Da un certo punto di vista lo capisco. Quando nemmeno dentro di te sei te stesso, è come se vivessi senza la pelle; come se il freddo del mondo ti penetrasse all'interno. Il corpo è estraneo, come un braccio addormentato che ha perso la sensibilità. Senti il bisogno del dolore, di farti del male per circoscrivere te stesso e avere finalmente qualcosa di tuo. Provare la tua esistenza.
Raccolgo il cellulare. Vediamo di capirci qualcosa. Scorro il dito ma non si sblocca, non c'è abbastanza luce per il riconoscimento facciale. Fanculo, porca puttana, merda, cazzo. Compongo il pin associando ad ogni numero un insulto. Lo schermo si illumina. Nove chiamate senza risposta, Roberta. Cinque messaggi su whatsapp.
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Fossili - Racconti Brevi Weird
Short StoryI fossili non dicono tutto: ci lasciano intravedere storie, danno scarne informazioni di mondi lontani molto diversi dal nostro. Questo ossario è una raccolta di fossili, potete anche chiamarli racconti brevi se volete; sono frammenti di diverso, te...