L'idiota con i cartelli

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«Facciamo un patto.»
«Che genere di patto?»
«Se tra dieci anni saremo tutti e due single, ci sposeremo.»
«Ma sei serio, Simò? La tequila ti fa straparlare.»
«Sono serissimo, la tequila non c’entra. Io sono gay, tu bisessuale, ci divertiamo insieme, pure parecchio direi…»
«Si, su questo punto sono d’accordo.»
«E allora dai, mettiamolo per iscritto.»
«Hai carta e penna?»
«Ho la penna, ma la carta… beh, questo tovagliolino andrà benissimo. “Giuriamo solennemente che se tra dieci anni a partire da ora non saremo ancora accoppiati con qualcuno, ci uniremo in matrimonio e vivremo per sempre felici e contenti.” Dai, ora firma qui.»
«Mi sono appena incastrato con le mie stesse mani?»
«Probabilmente sì.»
«Ma tanto tra mezz’ora avrai già perso quel tovagliolino.»

Ed invece non è andata esattamente così. Simone quel tovagliolino lo ha conservato esattamente per nove anni, sei mesi e due giorni. Lo ha sempre tenuto in mezzo alle pagine di un libro noiosissimo pieno di formule matematiche, convinto che a Manuel, suo migliore amico dalla terza superiore, non sarebbe mai venuto in mente di ficcare il naso in un volume del genere.

Vivono in quella specie di limbo tra l’amicizia e la relazione amorosa da quasi dieci anni e la frase che sente più spesso pronunciare dal suo amico è “No Simò, non possiamo stare insieme. Ti amo troppo, non potrei mai augurarti uno stronzo come me accanto”.

Simone cerca di fingere, di prenderla sul ridere, ma dentro muore un po’ ogni volta. La verità è che è sempre stato un idiota innamorato. Se Manuel gli chiedesse di buttarsi in mezzo alle fiamme, lui lo farebbe senza esitare. La scusa dell’amicizia ha comunque funzionato in tutti quegli anni e, in fin dei conti, va bene così.
Non che sia stato un santo per nove anni e mezzo, ha ovviamente avuto le sue storie, le sue avventure, ma niente che durasse più di un soffio di vento. Per quanto il ragazzo di turno fosse il perfetto esempio di “materiale matrimoniabile”, purtroppo non avrebbe mai potuto reggere il confronto con Manuel.

E Manuel… beh, Manuel dopo essersi finalmente accettato, dopo aver capito che essere bisessuale non fosse poi un problema – anzi – ha iniziato a divertirsi con chiunque si dimostrasse abbastanza particolare da attirare la sua attenzione.
È quel che si può definire un conquistatore seriale.
Ripete spesso che la bisessualità è stata un grande dono che Madre Natura gli ha fatto, perché, cito testualmente, “ho un bacino più vasto da cui attingere”.

Simone può comprendere perfettamente tutte le persone che cadono ai suoi piedi.
Lui stesso ha subito il fascino dei suoi sorrisetti bastardi e della sua faccia da schiaffi e, purtroppo, non è mai riuscito ad tirarsene fuori del tutto.
In quegli anni è capitato spesso che finissero a letto insieme o che, dopo una serata particolarmente frustrante, si ritrovassero a pomiciare sul divano di uno dei due, ma non è mai nato qualcosa di ufficiale. Simone, idiota innamorato, ci spera ogni volta. Forse però la più grande speranza è quella che il suo cuore spezzato resti un segreto agli occhi di Manuel. Preferisce averlo saltuariamente che non averlo per niente.
Si divertono senza impegno è quello il patto e Simone è disposto ad accettarlo, ad accontentarsi delle briciole.

 
È la vigilia di Natale, tra circa sei mesi saranno passati i famosi dieci anni del tovagliolino, ma nessuno dei due ha mai menzionato la faccenda, nemmeno per scherzo. Forse perché, almeno per Manuel, è stata una stronzata da ubriachi, ma lui non sa e non dovrà mai sapere che Simone ha stretto tra le mani quel tovagliolino tante e tante volte.

Lo ha stretto, bagnandolo anche con qualche lacrima, quando Manuel gli ha confessato di essere andato di nuovo a letto con Alice.

Lo ha quasi strappato quando gli ha confidato di essersi innamorato di un certo Paolo, lasciato esattamente due settimane dopo perché troppo appiccicoso.

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