𝗄𝗂𝗌𝖺𝗄𝗂 𝗑 𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋

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*+:。.。sᴘᴏɪʟᴇʀ ᴄᴀᴘ.185。.。:+*

Il sole splendeva fastidiosamente nei tuoi occhi, ostruendo la visione periferica della strada che stavi percorrendo. Certamente c'è da ammettere che non ti saresti mai aspettata nella tua vita di finire per fare una cosa del genere, ma i patti erano quelli, il tuo consenso era già stato dato e non volevi tirarti indietro, non per l'ennesima volta.

Dopo una vita intera nascosta nell'ombra delle altre persone, con la costante paura di prendere una decisione che potesse poi rivelarsi successivamente sbagliata e provocare in te un putiferio di sentimenti estremamente negativi, avevi ceduto alla richiesta di quell'uomo.

Ti rendevi conto di essere stata manipolata, ma ormai nulla aveva più senso, nulla assumeva più un significato per te.

//flashback//

Eri nuovamente fuggita, eri di nuovo scappata da tuoi problemi per il troppo poco coraggio e determinazione per affrontarli. Avevi il fiatone per la precedente corsa, svoltasi l'ennesimo angolo e ti appoggiasti con la mano destra al muro e la mano sinistra sulle ginocchia, cercando di regolarizzare il tuo respiro.

La pioggia cadeva copiosa, in una danza elegante che rendeva quel momento un po' più tranquillo. Eri sempre stata un'amante della pioggia, la freschezza del contatto con la tua pelle riusciva sempre a rilassarti, come se con essa scorressero anche tutti i tuoi problemi.

Con i capelli ormai fradici, scivolasti lungo il muro portandoti le ginocchia all'altezza del petto, osservando i nuvoloni neri che minacciavano un'imminente temporale. Non riuscivi più a sfogarti, a piangere, non avevi più voce per urlare tutti i tuoi sentimenti.

La pioggia scorreva, così come scorrevano i minuti interi che passavi nascosta in quel vicolo sperduto. Chiudesti gli occhi, appoggiando la testa sui mattoni del muro che componevano quella casa abbandonata.

Improvvisamente le goccioline non arrivarono più al tuo corpo ormai infreddolito, interrompendo così quel momento di pace dei sensi. Apristi gli occhi per capire chi fosse l'artefice di quella fastidiosa interruzione, e incrociasti degli occhi celesti, proprio come il mare che tanto adoravi.

Quel ragazzo ti scrutava attentamente con le sue iridi colorate, mentre ti proteggeva dalla pioggia con un ombrello blu. La sua faccia, per quella parte che riuscivi a intravedere, dato che in quel momento indossava il cappuccio, era tremendamente seria.

Cosa voleva questo ragazzo da te, ora?
Perché, semplicemente, non ti aveva evitato come la maggior parte delle altre persone? Avrebbe ricavato qualche scopo secondario da questo incontro?

In seguito ti sorrise, con il sorriso più falso che potesse mai fare. Ti tese la mano, convincendoti ad alzarti e, poi, a seguire tutti i suoi folli piani.

//fine flashback//

Scattò il semaforo rosso, frenasti il veicolo improvvisamente facendoti provare un leggero senso di preoccupazione, e se non fossi arrivata in tempo? Non avevi proprio idea di quali sarebbero state le conseguenze.

Titubante, esercitasti una leggera pressione sull'acceleratore, e, di conseguenza, il tuo veicolo avanzò verso il semaforo, con l'intenzione di superarlo.

Infatti, ad opporsi al tuo buon senso da cittadino civile, arrivò una chiamata con un messaggio ben preciso.

<<Cazzo (t/n), muoviti, non ho tempo da perdere.>> chiaro e coinciso, bastò per farti venire i brividi. Quel tono così freddo, così rude, ti fece tremare leggermente.

Chiudesti gli occhi e schiacciasti l'acceleratore del tuo camion, non curandoti dell'uomo che in quel momento si era fermato sulle strisce pedonali.

Lo prendesti in pieno. Sentisti proprio l'impatto del suo corpo contro la parte anteriore del camion sotto la tua guida.

Frenasti e scendesti dal veicolo, pronta a vedere le pessime condizioni di colui che avevi, molto probabilmente, ucciso. Quel ragazzo era circondato da un mare di sangue scarlatto.

<<Io... non voglio morire...>> la sua voce rotta fece immobilizzare i tuoi muscoli, non permettendoti di soccorrerlo ulteriormente, pur inutilmente.

Era lui, colui che ti aveva manipolata, che ti aveva obbligata a finire in giri strani promettendoti una vita dignitosa insieme a lui stesso. L'unica persona che ti aveva garantito qualcosa era lui.

Ed era la stessa persona che avevi appena ucciso.

658 𝗉𝖺𝗋𝗈𝗅𝖾

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Si, non ci credo neanch'io, ma ho appena pubblicano una one shot SERIA su kisaki. Merito un premio.

ᴛᴏᴋʏᴏʀᴇᴠ. × ʀᴇᴀᴅᴇʀ.ғᴇᴍ!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora