Let's stay together

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(Vic)

-Andy, la pianti di fumare come un turco?- Sbottò Ash, scontroso. Ancora teneva il muso alla combriccola delle ripetizioni.
-Oh, andiamo! Bevi le peggio porcherie, ti fotti sconosciute in ogni locale anche senza precauzioni, e ti lamenti se io mi fumo un paio di sigarette o tre?- Rispose l’altro, alzando gli occhi azzurrissimi al cielo, in un moto di stizza.
Vic scoppiò a ridere, dondolando pigramente le gambe dal muretto  del parco dove si erano rifugiati lui e altri ragazzi.
-Fottiti- Ringhiò Ash. Lynn fece una smorfia colpevole.
-Ma va, Purdy… non ti incazzare. Ti abbiamo già chiesto scusa!- Provò a calmarlo. Il ragazzo alzò le spalle, rimettendosi seduto a terra a leggere il nuovo numero di hustler.
-Pervertito.- Gli fece Jinxx, lì accanto. Jeremy Ferguson (vero nome di Jinxx) era uno dei più grandi del gruppo, chitarrista della band di Andy e Ash e anche “il-ragazzo-responsabile-che-fa-da-mamma-a-tutti”.
Il fumo della sigaretta del più alto saliva in eleganti ghirigori nell’aria fredda di Dicembre, riempita dalle chiacchiere basse di Lynn e Jack, che dondolavano con le mani in tasca accanto allo scivolo.
Ad un certo punto, quella monotonia alla quale le orecchie di Vic si erano ormai abituate venne rotta dal rumore delle rotelle degli skateboard sull’asfalto.
Girò la testa, facendo dondolare i capelli castani, lunghi, contro il volto.
Stavano arrivando Oliver e Patty, sempre del gruppo dei freaks. Il messicano alzò la mano per salutare, ma non riuscì a distendere le dita. Dietro lo skate del più alto c’era un’altra persona.
Vic non sapeva esattamente da quando aveva iniziato a dargli fastidio il fatto che Kellin stesse spesso con Oliver. Insomma, era una vita che quei due erano amici, e non trovava neanche l’altro antipatico.
Alla fine, era arrivato alla conclusione che fosse solo gelosia, perché per lui Kells era il “migliore amico”, ma lo era pure per Oliver.  Insomma, una gelosia normale.
-‘Sera gente!- Salutò il moro, sorridendo tranquillo, mentre scendeva dallo skate di Oli e entrava nello spazio giochi del parco.
Vic si alzò dal muretto sul quale era seduto, andando ad abbracciare l’altro. I due si strinsero brevemente, entrambi con un sorriso.
Quella mattina, tra una lezione e l’altra, non avevano trovato tempo di parlare.
Dopo rapidi scambi di saluti con gli altri, il messicano e l’amico andarono a sedersi dove era prima Vic.
-Allora? Dove sei stato tutta la mattina?- chiese Kellin, portandosi le ginocchia al petto. Al castano venne spontaneo passargli un braccio sulle spalle, per tirarlo contro di se.
-Ooh, ti sono mancato?- Ridacchiò. Il moro gli rifilò un leggero pugno al costato, con un sorriso appena accennato. Nel cortile entrò Taylor, con i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle, gli occhi truccati alla perfezione, come la bocca, e vestita con una minigonna incredibile e calze strappate.
Come cazzo faceva a non avere freddo?
-Figuriamoci se mi manca il fatto che mi fai buttare fuori di classe ogni ora…- rispose Kellin, alzando una mano per salutare la ragazza appena arrivata. Lei li squadrò con un sopracciglio alzato e un leggero ghigno malizioso sul volto.
-Gay.- Ridacchiò, prima di camminare, dondolano, fino all’altalena.
Si sentì un distinto fischio di Ashley, che aveva staccato gli occhi dalla rivista per puntarli sul culo di Taylor. Andy, scocciato, gli rifilò un pugno sul braccio. I due si misero a parlare, a bassa voce, ma entrambi alterati.
“Che diavolo hanno?” si chiese distrattamente Vic. Era strano che quei due litigassero. Jinxx parve pensarla allo stesso modo, perché lanciò un’occhiata preoccupata ai due.
-Comunque- riprese il messicano dopo una pausa –ero con Jaime, e non mi sono accorto del tempo che passava.- lo informò, con un’alzata di spalle colpevole.
Aveva passato la mattinata con il suo migliore amico, chiusi in un bagno che nessuno usava più all’ultimo piano, a scopare come mai prima di allora. In realtà non era l’obbiettivo di nessuno dei due. Stavano parlando tranquillamente nel corridoio, quando, girandosi, si erano trovati a pochissimi millimetri. Si erano baciati quasi per sbaglio. Poi una cosa tira l’altra…
Kellin, a quella risposta, aggrottò le sopracciglia.
“Che carino, è così innocente” si ritrovò a pensare Vic. Subito si distolse da quei pensieri con un colpo di tosse.
-Insomma, eravamo nel bagno dell’ultimo piano e… avevamo da fare.- disse, alzando ancora le spalle.
-Scopavano.- sopraggiunse Ash, che aveva deciso di ignorare Andy, con grande disappunto di quest’ultimo.
Kells rivolse al suo migliore amico un’occhiata sorpresa, subito seguita da… una smorfia triste? Il volto del moro si ricompose subito in una maschera di tranquillità.
-Ti piace Jaime?- Chiese piano. Nessuno pareva aver capito con chi si fosse appartato Vic, ed era come se lui non volesse farlo sapere.
-Ehm… no, credo di no. E credo di non piacere a lui… o forse sì. Mh, francamente non lo so.- rispose il messicano. L’altro chinò il capo.
“Dio, perché mi sento così a disagio?” si chiese Vic, girando lo sguardo nel parchetto. Patty –un ragazzo con corti capelli biondi, grandi occhi azzurri e una simpatia e dolcezza disarmante- stava chiacchierando con Taylor, probabilmente di qualcosa che riguardava i vestiti. Ash e Andy avevano ripreso con le loro strane tensioni, con Jinxx che li fissava, stranito. Lynn e Jack stavano discutendo di qualche immagine sul telefono di lei, mentre Oliver era sdraiato sullo scivolo, con le cuffiette nelle orecchie e gli occhi socchiusi.
Però Vic avvertiva chiaramente il suo sguardo puntato su di lui e Kellin.
-Scusate il ritardo!- La voce di Tony, il chitarrista della band di Vic, li raggiunse, un paio di ottave sopra la media. Alzarono tutti la testa, per vedere il gruppo che si avvicinava dall’altra parte della strada.
Oltre a Tony, c’erano Alex –cantante della band di Jack- e Zack –bassista-, Austin –un altro dei più grandi del gruppo- e Taylor con Hayley.
Austin, davanti a tutti, era un ragazzo incredibilmente alto. Era anche coperto di tatuaggi, come una seconda pelle, ma questi non si vedevano, a causa della felpa grigia che gli copriva il busto. Aveva il cappuccio tirato sulla testa e le mani sprofondate nelle tasche. Non aveva una bella cera.
Vic inarcò un sopracciglio, curiosamente. Kellin, accanto a se, scese dal muretto con un balzo.
-Ehi, Kells! Dove vai…?- Chiese, afferrandogli un braccio.
-Austin non ha una bella faccia…-
-Ma dai, può essere perché non ha dormito stanotte… magari era con una.- Disse, inclinando il capo.
Il moro alternò per un po’ lo sguardo tra Austin e Vic, mordicchiandosi il labbro inferiore.
-Vabbè, chiedere non costa nulla, no?- Vic si trovò d’accordo. Infondo, che male c’era a chiedere ad Austin come stava?
“Appunto, Vic. Che male c’è? La pianti con questa gelosia da migliori amici?”

(Kellin)

-Austin!- Il ragazzo era preoccupato. Austin Carlile era stato il primo ragazzo che aveva conosciuto a scuola.
Il primo giorno, appena arrivato, il professore di educazione fisica lo aveva trascinato a provare la squadra di football della scuola. Doveva essere proprio disperato, per scegliere uno come Kellin. Era entrato nello spogliatoio con i suoi skinny jeans, una maglia dei pink floyd lunga fino a metà coscia e una giacca di jeans. Erano subito fioccate prese in giro e risate, e il ragazzo si era sentito sprofondare. Non era così che voleva iniziare il primo anno.
Poi tra tutti era apparso un ragazzo veramente tanto alto, con le spalle larghe e i muscoli bene in vista.
“Ma la piantate? Siete divertenti come un calcio in culo” aveva quasi ringhiato, facendo tornare tutti a cambiarsi. Poi si era avvicinato, gli aveva teso una mano e si era presentato semplicemente come Austin.
Imbarazzatissimo, il moro gli aveva stretto la mano, lo aveva ringraziato e se ne era andato, in una di quelle sue uscite in grande stile.
Solo che poi Austin era riapparso tra i freaks, nell’intervallo, e allora i due si erano conosciuti meglio.
-Ehi, Kells.- Lui aveva quel sorriso bellissimo, che fa tranquillizzare le persone e ti fa sentire dannatamente al sicuro. Il moro si alzò sulle punte, mentre l’altro si chinava, per abbracciarlo.
-Tutto bene?- Anche se quella domanda voleva farla Kellin, era uscita dalla bocca del più alto.
-Eh? Oh, ehm… sì, certo, ma…- rispose, aggrottando le sopracciglia. L’altro lo squadrò, sospettoso.
-Mi perdoni se non ti credo? Non hai una bella cera.- continuò ad indagare Aus. Il moro avvampò.
-Buffo! Era quello che volevo dirti io…- lo informò. Il maggiore forzò un sorriso, che sulla sua faccia sembrava troppo innaturale, rispetto ai suoi soliti.
-Io sto bene, Kells. E’ che non ho dormito molto, era a casa di un amico.- Disse, scompigliandogli i capelli. Le mani dell’altro corsero subito a risistemarseli, mentre esibiva una faccia offesa.
-Oh, ok…-
Una raffica di vento raggiunse il parchetto, violenta e incredibilmente gelida. I capelli della Momsen volarono in avanti, impigliandosi nelle ciglia truccate e nelle collane gotiche che portava al collo.
La rivista di Ash, troppo distratto a litigare con Andy, prese il volo. La sigaretta di Andy divampò, accendendo un piccolo lumicino prima di placarsi di nuovo.
Kellin rabbrividì, rendendosi conto che la sua maglia a maniche lunghe non era abbastanza per quel freddo.
-Mi sa che è meglio se torno a casa…- Mormorò, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans.
-Ma no!- esclamò Vic, che si era avvicinato.
Perché Kells si era trovato addosso tre felpe diverse? Alzando le sopracciglia, le osservò. Una era di un bel rosso caldo, con scritto in bianco “mexico”. Era quella di Vic.
Una era nera, anonima, molto lunga rispetto alla scarsa altezza del moro. Era di…. Oliver?
E una grigia, anche quella troppo lunga per Kellin, ma appena vista su qualcun altro: Austin.
-Ehm… grazie ragazzi…- mormorò, sorpreso.
Ma quelle attenzioni gli facevano piacere. Non avrebbe dovuto essere così, ma a lui non fregava nulla. Aveva passato la vita a cercare le attenzioni dei genitori, e, non riuscendoci, amava avere le attenzioni degli altri.
Per questo lo chiamavano diva, ma almeno non era solo. Anche Andy amava stare al centro dell’attenzione, e anche Taylor.
Con un leggero colpo di tosse per dissimulare un sorriso, si infilò la prima felpa che gli era arrivata in mano, cioè quella grigia di Austin.
-Grazie mille, davvero! Ehm…- restituì le altre ai loro proprietari, osservando il maggiore.
-Sicuro di non avere freddo senza questa?- continuò, preoccupato nel vederlo a maniche corte. Il sorriso dell’altro era quello tranquillo di sempre.
-No, inizio ad avere freddo quando si va sotto zero.- Disse, indicandosi la muscolatura ben sviluppata.
-Buonasera bella gente!- Jack, chitarrista della band di Kellin, assieme a Justin, entrò in quel momento, nel parco, con una specie di urlo contenuto.
Siccome si stava allontanando per salutare l’amico, il moro non si accorse della scarica di elettricità che passò tra i tre ragazzi rimasti a semicerchio, immobili, a fissarsi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 05, 2015 ⏰

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