Capitolo 5

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«Okay allora ti vengo a riprendere alle 10, piccolino» dice mia sorella mentre mi stringe una guancia fra le dita.
Mi prende in giro.
E la odio per questo.
«Smettila Cassandra. E comunque ritorno con Michele, ciao!» e apro la portiera della macchina per poter scendere.
«Non prendertela dai, e fai attenzione!» mi dice ma io sono giá troppo lontano e fingo di non averla sentita.

Sono le 21.30 e vedo giá Mich e le ragazze seduti su una panchina accanto al bar dove abbiamo deciso di incontrarci. Arrivo davanti a loro, che si alzano per salutarmi.
«Chi era la ragazza che ti ha accompagnato?» mi chiede Matilde sorridendo, ma si vede che è gelosa.
«É mia sorella»
«Ah. Okay» e mi stampa un bacio sulla guancia. Di nuovo.
Poi parliamo tutti insieme per un po' e noto una ragazza di fronte a noi che continua a fissarmi, mi chiedo se sia qualcuno che conosco e che magari si aspetta il mio saluto, ma non l'ho mai vista.
Ha i capelli scuri, è piuttosto minuta e mi fa venir voglia di sorriderle, non so perchè. Sembra una brava ragazza ed è anche molto bella.

«...e cosi io sono rimasta immobile a fissarla, chiedendomi come facesse a non capire che un vestito arancione è la cosa piú orribile di questo mondo, ma poi ho visto la sua amica ed ero tipo "oh mio dio"...»
Cosa?!
Da quanto tempo sta parlando? E soprattutto, di cosa sta parlando? Matilde è cosi logorroica e noiosa, non la sopporto e avevo pure avvertito Michele quindi se ora la serata va male, si dovrá assumere le sue responsabilitá.
Intorno a noi è pieno di ragazzi e ragazze, alcuni giá bevono mentre altri si limitano a scherzare fra loro. La ragazza "misteriosa" è insieme a dei suoi amici, presumo, ed è come se cercasse di farmi capire qualcosa ma non riesco a individuare cosa. Ad un tratto, dopo che un ragazzo di fianco a lei, le sussurra qualcosa si decide ad avvicinarsi a noi, ma Matilde sembra essersi accorta di lei perchè mi mette le braccia intorno al collo e dopo aver sorriso si avvicina al mio viso e poggia le sue labbra sulle mie.

Non mi sono ancora reso conto di quello che sta succedendo, che sento Mich fischiare e Lea ridere e applaudire.

Stacco immediatamente Matilde da me «ma che fai?» le dico sconvolto.
«Mi andava» si limita a rispondere «adesso andiamo?»

«Si andiamo, si sta facendo tardi e il mio stomaco inizia a brontolare» risponde Mich e, mano nella mano con Lea, inizia a camminare verso la pizzeria che si trova a pochi metri da qui.
Matilde intanto ha un sorrisetto soddisfatto sulle labbra, mentre io mi volto e non vedo piú nè la ragazza di prima, nè il suo amico.

In pizzeria scegliamo un tavolo al piano superiore accanto a un'ampia finestra che dá su una piccola terrazza, il posto è veramente bello e la serata è piacevole.
Eccetto per la compagnia.
Dopo qualche minuto arriva il cameriere per prendere le ordinazioni, io sono il primo a scegliere come sempre, mentre le ragazze si lamentano, dicendo che hanno bisogno di piú tempo per decidere. Alla fine riusciamo ad ordinare le pizze e anche a fare una figura di merda con il cameriere, ma diciamo che ormai sono abituato a questo genere di cose.

«Allora...quindi? Non dovreste dirci qualcosa voi due?» chiede Lea guardando prima me, poi Matilde, poi di nuovo me e poi ancora Matilde.
«Giá Chris, raccontaci un po'» mi incoraggia Mich con uno strano sorrisetto in viso. Io ricambio fulminandolo con lo sguardo.
«Non c'è nulla da dire» rispondo seccato.
«Ha ragione Chris, lasciateci un po' di privacy, piccioncini» ride Matilde.
Privacy cosa? Non voglio avere nessuna "privacy" con lei, ma non dico niente perchè non voglio rovinarmi la serata piú di cosi, con degli stupidi discorsi.
«Matilde mi accompagni alla toilette?» rompe il silenzio Lea.
«si certo, tesoro»
Entrambe si alzano dalle sedie, che stridono sul pavimento e si dirigono in bagno ridacchiando.
«Bene, adesso puoi dirmi tutto. Sputa il rospo bello» rido per quello che ha appena detto Michele e mi chiedo se non si sia messo daccordo con Lea per poter parlare rispettivamente con me e Matilde.

«Hai escogitato qualche piano con Lea per potermi parlare, vero?» domando.
«Puó darsi» sorride beffardo «ma adesso racconta, cosa c'è tra voi?»
«Sinceramente, proprio nulla» rispondo.
«Non me la bevo, insomma prima vi siete baciati!»
«É stata lei a baciarmi, solo perchè ha visto una ragazza che mi guardava. Tra noi non c'è nulla, anche perchè non è il mio tipo e sta iniziando a starmi anche po' sul cazzo, se continua a comportarsi cosi» giocherello nervosamente con la forchetta sul tavolo, tutta questa situazione mi sta dando sui nervi e ho intenzione di chiarire al piú presto la faccenda.
«Davvero? Non immaginavo che le cose stessero cosi Chris, si è comportata da cogliona allora, adesso Lea mi sentirá» Michele stringe i pugni istintivamente.
«No, tu non le dirai proprio nulla! Saró io a parlare a Matilde, non preoccuparti»
«Beh fallo presto allora, a meno che tu non voglia prima spassartela un po'» ritorna quel sorrisetto da idiota.
«Sei un coglione e basta Mich» dico tra le risate.
«Lo so ma è anche per questo che sei mio amico, no?»
«Ovviamente» rido ancora.

Nel frattempo, le ragazze ritornano appena in tempo per l'arrivo delle pizze e Matilde sembra scocciata. Si butta sulla sedia e sbatte forte il bicchiere sul tavolo, dopo aver bevuto, mentre lancia un'occhiataccia a Lea che si limita ad abbassare lo sguardo sulla pizza che sta tagliando.
Mi chiedo cosa sia successo tra loro.
Forse Lea ha un po' piú di buon senso e le ha fatto capire che sta sbagliando comportamento.
Continuiamo a mangiare in silenzio, la cosa inizia a diventare imbarazzante, cosi decido di iniziare a parlare con Mich e lui sembra aver pensato la stessa cosa.
Matilde e Lea non parlano tra loro per tutto il tempo, ma scambiano solo qualche parola con noi ragazzi.
Finito di mangiare decidiamo di oltrepassare la finestra di vetro, per uscire in un terrazzo che sovrasta i palazzi.
La serata non è fredda, ma mite e un venticello leggero mi sposta i capelli. É proprio il clima che adoro, in cui non senti nè caldo nè freddo e si crea un'atmosfera magica che fa sospirare.
Ai lati del terrazzo ci sono vari divanetti con accanto dei tavolini, il tutto illuminato da candele profumate sparse quá e lá.
É proprio un posto stupendo e mi fa venir voglia di stirarmi su un divanetto e stare qui tutta la notte a guardare le stelle.
«Senti Chris, posso parlarti?» mi dice all'improvviso Matilde.
«Si certo, dimmi» mi siedo, le faccio segno di fare lo stesso e lei si siede accanto a me.
«A proposito di quello che è successo stasera, volevo chiederti scusa..insomma, ho agito d'impulso e non ho pensato che avrebbe potuto darti fastidio» dice guardandomi negli occhi e poi abbassandoli sulle sue mani, sembra sinceramente imbarazzata.
Ora, non so se sia colpa dell'atmosfera del posto o della birra di troppo che ho bevuto, ma la bacio.
Lei sembra scioccata, all'inizio, ma poi ricambia, avvolgendomi le braccia intorno al collo mentre io la tengo per la vita.
Il bacio si fa sempre piú spinto, Matilde si stacca e inizia a baciarmi il collo.
La cosa mi piace.
Credo mi abbia lasciato un succhiotto, poi riprendiamo a torturarci le labbra.

Nel frattempo è come se ci fosse una voce in lontanaza nella mia testa che si chiede:
"ma che cazzo sto facendo?"

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