Capitolo 6

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Sono sul balcone della mia stanza e guardo le stelle mentre fumo un'altra sigaretta. Mi dico sempre che dovrei smettere, ma non lo faccio mai.
Mich mi ha accompagnato poco dopo a casa e per fortuna sia lui che Lea, non so come, non si sono accorti di quello che c'è stato fra me e Matilde.
Ancora ci penso e mi convinco sempre di piú che dovró parlarle e dirle che è stato solo uno sbaglio.
Perchè lo è stato.
La sigaretta si è consumata, esattamente come la mia voglia di stare ancora sveglio. Guardo l'ora, sono le tre del mattino, poi mi butto sul letto e mi addormento.
               
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«Non ci credo! Dovrá pure andare da qualche parte adesso» dice Mich sconvolto.
«No Michele, non ho idea di dove possa andare...i suoi l'hanno cacciato di casa e basta, fra un mese fará diciotto anni e vivrá in una casa tutta sua, almeno cosi dice» spiega Marco.
«Aspettate ragazzi! Ditemi se non sarebbe figo, fatti i diciotto anni, andare a vivere tutti insieme in un'altra cittá...ci divertiremmo un casino raga!» Mich toglie di colpo i piedi da sopra il tavolo e gesticola animatamente mostrando tutto il suo entusiasmo.
Sorrido «si dai, per me si potrebbe fare, troveremmo un lavoro per fare un po' di soldi e viaggiare quá e lá per il mondo»
«Sarebbe fantastico» dice Marco con gli occhi sognanti.

Ci alziamo dalle sedie e andiamo al parco sugli skate. Non vedo Matilde da una settimana e l'unico a cui ho raccontato ció che è successo tra noi, è stato Mich, di conseguenza l'ha saputo anche Marco, ma questo non ha molta importanza.
Ci sediamo a terra nella "zona skater" e io prendo subito la macchina fotografica. Faccio foto un po' ovunque, al cielo, alle persone, ai miei amici.
«Dammi qua, voglio divertirmi anche io con la tua "ragazza"» dice Mich mimando le virgolette con le dita, riferendosi alla mia reflex.
«Sei proprio un coglione!» rispondo spingendolo a terra. Lui si limita a ridere.
Mi guardo intorno e sento che mi sta scattando delle foto, ma comunque non dico nulla.
Mi alzo e salgo sullo skate, Marco mi segue e iniziamo a saltare su e giú dalle gradinate, scivolare in discesa e far roteare in aria le tavole.

«Capisco che la tua vita è fatta di foto, skateboard e cazzate varie, ma esiste anche il cibo e io ho fame Chris!» mi urla da lontano Michele. Non mi sono neanche accorto che si è giá fatto buio, cosi mi dirigo verso i ragazzi.
«La mia vita non è fatta di cazzate e, per la cronaca, anch'io sto morendo di fame» gli dico dandogli una spallata amichevole.
«Matilde peró è una cazzata, ammettilo» ride Marco.
«Va bene, ma smettetela di nominarla in continuazione...le parleró il prima possibile»
«Si, nel prossimo decennio forse» se Michele non la smette di prendermi in giro, gli tiro un pugno.
Non rispondo neanche e loro continuano a ridere per tutto il breve tragitto rimasto.

Arriviamo a casa mia e ordiniamo le pizze, ho una fame da lupi.
Mentre aspettiamo giochiamo un po' alla play, nel frattempo entra mia sorella Alice.
«Oh ciao ragazzi!» saluta sorridendo.
«Ciao piccola, tutto bene?» lei annuisce e prende un pacco di patatine dalla dispensa.
«Chi è?» mi sussura Marco mentre non riesce a staccarle gli occhi di dosso.
«É mia sorella e non pensare neanche lontanamente di toccarla o sei morto»
«Cosa?! Alice? Ma non aveva dieci anni, i capelli corti e l'apparecchio?» mi risponde sconvolto, continuando a guardare prima lei e poi me.
«Si Marco, quattro anni fa» rido.
«Che idiota e comunque non ti considererá, tranquillo» dice Mich.
«Esatto e anche se lo facesse, se la vedrebbe con me. Tutti sanno che la prima regola tra gli amici è che non si toccano le rispettive sorelle...cazzo!» urlo, ho perso la partita finale.
«Sapevo che rispetto a me eri una schiappa Chris» dice fiero «e comunque quella regola esisteva solo nei telefilm anni '90»

Sto odiando Marco, per fortuna sua il fattorino della pizza ha suonato al citofono o sarebbe giá steso a terra.
Pago il conto e urlo «Ragazzi si mangia!» ed entrambi corrono in cucina, sedendosi a tavola.
Sento la suoneria di un cellulare, ma non mi va di andare a vedere chi sia, lo faró dopo. Nel frattempo Alice entra nella stanza e si siede a mangiare con noi.
Marco la guarda e sorride, mentre lei sembra non averlo per niente notato.
«Dove sono tutti gli altri?» le chiedo.
«Cassandra è uscita con il suo ragazzo, Lorenzo è uscito con i suoi amici e mamma e papá sono usciti con loro stessi» anche lei ride insieme a me per questa sua ultima frase, poi Marco le chiede «e tu non hai nessuno con cui uscire?».
Scommetto che il tono con cui avrebbe voluto dirlo sarebbe dovuto essere molto meno curioso di quello che in realtá è.
Alice alza gli occhi al cielo «non stasera» si limita a rispondere.
Marco sorride, guardando Mich.
Io gli lancio un calcio da sotto il tavolo.
«Ahia!» urla portandosi la mano alla caviglia.
«Com'è andata oggi a scuola Ali?» cambio discorso.

Dopo aver finito di mangiare, torniamo sul divano e controllo il cellulare.

Due chiamate perse da Matilde.

«Ragá...Matilde mi ha chiamato. Due volte.» dico con tono grave. Il silenzio cala sulla stanza.
«Oh cazzo» sussurra Mich «richiamala subito dai» mi esorta, io annuisco e vado in camera mia per poter parlare tranquillamente.
Ho l'ansia a mille, non mi va di discutere proprio adesso.

Uno squillo, due, tre...
«Pronto?» risponde.
«Ehi...ho visto le chiamate perse, non ho risposto perchè stavo mangiando insieme ai miei amici..» mi giustifico, ma sembra non importarle.
«Ok. Io volevo solo sapere se eri ancora vivo, sai com'è dopo che ci siamo baciati sei scomparso per una settimana...» il suo tono di rimprovero mi innervosisce, ma il problema che mi pongo è: cosa le dico adesso?
«Beh Matilde, è solo che ho capito che quello che c'è stato fra noi è stato uno sbaglio..» decido di essere sincero «io mi sono fatto prendere la mano perchè ero un po' brillo e ho preso la situazione come veniva, ma poi riflettendoci su ho capito che quello che pensavo inizialmente lo penso ancora. E cioè che non ti vedo in quel senso, che non ho intenzione di avere una relazione con te» sento di essermi tolto un enorme peso dallo stomaco, anche se lei continua a stare in silenzio.
«Sei solo uno stronzo» sibila tra i denti «mi hai solo usata e illusa, non puoi baciare cosi una persona solo perchè al momento ti va e poi mandarla a fanculo, chi pensavi fossi? Una troietta che si accontenta di essere baciata ogni tanto, quando capita? Ti immaginavo diverso Chris» urla tra le lacrime.
Non so cosa dire, non so cosa fare. Non voglio farla soffrire, ma lei sapeva fin dal principio che da parte mia non c'era mai stato nessun grande interesse.
«Hai sempre saputo in cuor tuo che da parte mia non c'era nessun interesse, ti sei voluta illudere da sola Matilde» le dico «non voglio che tu ci stia male, solo essere sincero»
«Ma vattene a fanculo brutto coglione vah» e riattacca.

Resto un po' con il cellulare in mano, non sapendo che altro fare. "Lo supererá" mi dico e raggiungo gli altri.

Appena apro la porta della camera, li trovo tutti e tre li davanti che quasi perdono l'equilibrio, non avendo piú il sostegno della porta.
«Oh..ehm...stavamo passando di qui...com'è andata?» dice Alice con un sorriso da finta innocente.
«É l'ultima camera del corridoio, non potevate "passare di qui" per caso» rido «quindi sapete benissimo com'è andata» e mi dirigo in soggiorno, loro mi seguono.
«Beh almeno hai finalmente chiarito le cose» dice Mich.
«E te la sei tolta di torno, sappiamo tutti che ti stava sul cazzo» gli fa eco Marco, poi ridiamo tutti.

Dopo aver continuato a giocare alla play e mangiato patatine, i ragazzi se ne vanno.
«Comunque Marco è molto simpatico» mi sorride Alice mentre ci dirigiamo nella nostre camere «ed è anche carino».
Alzo gli occhi al cielo e la spingo, mentre ridiamo a crepapelle.

*spazio autrice*
Scusate davvero se non pubblico subito i nuovi capitoli, ma tra lo studio e altre cose da fare, non ce la faccio, spero di risolvere questo problema.
Fatemi sapere se vi piace la storia o se avete consigli da darmi,
un abbraccio personcine belle c:

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