abitudine

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L'abituarsi è una conseguenza:se hai un orologio da polso e spesso alzi la manica per vedere l'orario, alla fine, anche se poi lo togli, ti verrà spontaneo alzare la manica.
E manuel, invece di sbuffare per la mancanza dell'orologio, sbuffa ogni volta che si gira aspettandosi di trovare Simone al suo fianco.
Perché si è abituato, si è abituato ad essere perdonato da lui, a fare cazzate e poi pensare "Vabbè al massimo non mi parla per un giorno o due" ma ora i due giorni sono diventati due mesi e la testa di Manuel sembra avere la memoria piena riuscendo a contenere un solo pensiero.
E per Manuel questo è molto strano, lui è abituato ad avere così tanti pensieri da poter passare da uno all'altro senza alcun tipo di problema, ma ora, la possibilità di scorrere tra i pensieri, riuscendo ad ignorare totalmente quelli che non trova opportuni, sembra non avercela più.

uno, due, tre...quattro, cinque e sei.
Manuel conta i propri passi cercando di tenere la testa impegnata per non farle prendere vita propria, come fa di solito.
sente gli occhi pesanti ma sa di poter contare sulla pazienza del suo professore di filosofia, cosí da poter recuperare almeno un ora del sonno perso, dormendo sul banco.
Al settimo passo capisce di non aver altri passi da contare essendo davanti all'edificio, e solo quando si guarda intorno e non sa da chi andare si rende conto di essere passato dall'essere troppo per le altre persone all'essere di troppo.
Tra tutti vede due persone, due persone che stanno apparentemente vivendo quasi la stessa cosa ma in un modo diversissimo: Chicca e Simone.
Chicca, l'enorme delusione che prova nei confronti di Manuel, la trasforma in una rabbia infantile, formata da sguardi assassini e vendicazioni stupide.
Simone, invece, la racchiude in se stesso e nei suoi occhi spenti.
Ed è in quel momento che Manuel per la prima volta nella sua vita decide di entrare in classe prima del suono della campanella.

Quello che fa Manuel è aspettare, aspettare fino all'ultimo momento, non anticipandosi mai. Per lui le cose accadono grazie al suo istinto e così aspetta che il suo istinto parli per lui.
Manuel aspetta la situazione, non la crea.

Dante è entrato in classe cinque minuti dopo trovando una testa riccia abbandonata all'ultimo banco.
"Manuel, sai che non ti permetterò di dormire nella mia lezione anche oggi, vero?" inizia a parlare, con un pizzico di preouccupazione nei confronti dell'allievio, che sentendo pronunciare il suo nome alza la testa stordito, e poi continua: "vieni, andiamoci a prendere un caffè, magari ti svegli".

Le chiacchierate con il professore gli fanno paura, gli fanno paura perché sono vere, stracolme di verità, una verità che lui non ha voglia di sentire.
Cosí invece di seguirlo lo guarda scocciato:"no guardi professò, io mo la morale della storia non la voglio sentì".
lo sguardo del docente si fa ancora più serio guardando il riccio risdraiarsi sul banco.
"Allora non mi resta che parlarne con tua madre"
"Prof pensa che io sia scemo? Tanto gliene parla comunque, ve chiamate ogni cinque secondi." la voce di Manuel risulta ovattata, un pò per la stanchezza e un pò perché è appiccicato al banco.
"è impossibile nascondere a se stesso le ovvietà" pronuncia quasi con un sussurro Dante prima di uscire dalla classe.

Il riccio si rannicchia ancora di più cercando di dimenticare le sue parole.
Alla fine la morale l'ha ottenuta lo stesso.

quando suona la campanella Manuel spera che i suoi compagni facciano un minimo di ritardo rimanendo a chiacchierare tra i corridoi.
ma invece no, i suoi compagni rientrano tutti insieme andando ai propri banchi.
Tranne simone, che da un po, non raggiunge piú il solito banco in cui sta sempre, ma si mette al lato opposto della stanza facendo finta di non sentire lo sguardo di manuel su di lui.
Simone fa finta, non ignora.
Infatti quando poi rimane da solo, cerca di elaborare e non finge più.

Simone sta fingendo davanti a tutti ormai, perché sa che le uniche persone di cui si fidava e a cui sarebbe disposto a non fingere lo hanno deluso: Manuel e Laura.
Manuel è uno stronzo.
E Laura non è riuscita a fare l'unica cosa che doveva fare, starsene zitta.
E ora chiunque lo sapeva e gli sguardi di tutti cercavano di scovare qualche dettaglio che lo rendesse più "frocio", come lo ha chiamato piu volte manuel.

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