L'intimo momento tra me e l'aria aperta

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Mi siedo accomodandomi agiata sopra il cuscino della mia seggiola, e posiziono il foglio eburneo e pulito al centro della scrivania

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Mi siedo accomodandomi agiata sopra il cuscino della mia seggiola, e posiziono il foglio eburneo e pulito al centro della scrivania. Mi armo della mia adorata penna nera, ormai compagna di nuoto di innumerevoli onde di pensieri e parole, e chiudo gli occhi.

Provo a richiamare alla memoria il miscuglio di sentimenti ed emozioni alla rinfusa, formatosi nel momento di assoluta sacralità di quando posai le mani nella maniglia della porta di casa dopo giorni di prigionia. Riapro gli occhi e comincio a scrivere.

Ricordo che aprì la porta titubante, intrappolata in un senso di leggera agonia, quasi fossi un detenuto che si trovava faccia a faccia con l'inviolabile ingresso della libertà. Camminando con le scarpe logorate dal tacco vertiginoso, ma volando con l'animo e la ragione, a braccetto col frutto di un sentimento in bilico tra una letizia esultanza e una mesta paura per quello che mi spettava.

Attraversai il portone. L'aria pungente si posò feroce sulla mia pelle, oserei pronunciare fosse fatto apposta per incapparsi sul mio viso accaldato.
Sorrisi gongolando ampiamente, mentre il gelo mi avvolgeva ospitandomi tra le sue ampie braccia, tenendomi stretta al suo petto. Una folata di vento fece svolazzare il mio lungo vestito dalla pittura rosa antico, mostrando una parte delle mie gambe, fasciate da degli attillati leggins fosco scuro.

Alzai gli occhi sopra i tetti rossi delle tipiche case bolognesi, finendo per rimanere ammaliata dall'incantevole rappresentazione offertomi dal cielo, una tinta celestiale ma a qual tempo mischiato ad un chermisi sbiadito. Stavo assistendo al tramonto più bello ed emozionante dei miei sedici anni di esistenza.

Raggiunsi una panchina, mi sedetti, e con cautela ed estrema lentezza mi stesi su di essa, senza mai recidere il mio sguardo dall'etere. Questo malleabile spettacolo prende poi la forma di un immenso tappeto ceruleo. Chiusi gli occhi, spezzando quel ipnotico contatto, per godermi appieno la leggera brezza gelata primaverile.

Cominciai a pensare al bene e al male, al giusto e allo sbagliato. Un senso di colpa e angoscia iniziò ad invadermi, quasi fossi l'artefice di tutto quell'ingiustizia. Una timida lacrima cavalcò la mia guancia, affondando poi negli angoli delle mie labbra, venne poi seguita copiosa da un'altra, e poi un'altra, e un'altra ancora. Mi stavo facendo influenzare dai libri che leggevo ultimamente: stupro infantile, femminicidi, violenze domestiche, rapimenti di bambini...

Decisi di riaprire gli occhi, troppo impaurita dal mondo che mi circondava. I miei occhi si persero di nuovo nei colori del cosmo. Quasi piansi stregata, vittima di chissà quale sortilegio, assistendo alla splendida metamorfosi del cielo in un meraviglioso arcobaleno. Riuscivo ammirare un minuscolo puntino scarlatto all'orizzonte, vicino ad esso una sottile striscia color arancio, poi giallo cromo, verde acqua, e qui le strisce incominciarono a farsi sempre più profonde diventando cilestrino, cobalto ed infine un enorme chiazza oltremare. Vedevo il cielo muoversi impercettibile, ma incondizionato. I colori si mischiavano, cambiavano, sparivano, apparivano.

Decisi ad un certo punto di alzarmi dalla panchina, mi stiracchiai le gambe indolenzite e solo allora notai le strade deserte. C'era un silenzio tomba, regnava l'allegria di un cimitero abbandonato. Ricordo di aver letto da qualche parte che Mahatma Gandhi una volta disse che un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre... ma non può fermare la primavera. Eppure quest'anno sembri che la primavera stia tardando, o forse è destinata a restare nel dimenticatoio. Nelle case, nelle strade, nelle scuole, tra le persone, dominava il gelo, un freddo costante anche vicino al termosifone, a cosa si è ridotto il mondo?

Ad un tratto i lampioni vicino a me si accesero, alzai di nuovo lo sguardo sopra gli alberi. Le foglie si confondevano con il colore della notte. Il cielo sembrava quasi il riflesso dell'oceano mendace quando è circondata dall'atro oscurità. Continuai a camminare così, con la testa alzata, persa nei miei sogni.

All'improvviso scorsi un'ombra nei paraggi, mi misi subito all'erta. Era buio e il coprifuoco era scaduto da un bel pezzo. Notai che un signore di un'età avanzata ripetere continuamente questa strada e ogni tanto mi lanciava un'occhiata, si fermava, mi guardava di sottecchi e poi ricominciava a camminare. Bambini rapiti, torturati, e poi abbandonati, donne stuprate ed uccise, la cantina di casa mia malamente scassinata.... la paura mi stava tormentando inesorabile.

Mi alzai e cercai di dirigermi come se niente fosse verso casa mia, quell'uomo era proprio davanti alla porta. Fortunatamente la porta era socchiusa, non ho dovuto né suonare né tirare fuori le chiavi. Entrai in uno scatto, non riuscendo più a mantenere la calma, l'uomo mi guardava. Richiusi con gli occhi sbarrati e salì le scale correndo come una preda che si è accorta del suo predatore.

Aprì il portone di casa tremante, sembrava che mi stesse guardando con rimprovero, entrai dentro richiudendo la porta che nell'ultimo anno assunse il ruolo del mi aguzzino, e mi afflosciai per terra. Solo allora mi resi conto del mio viso bagnato e le lacrime incessanti.

Non era giusto, tutto questo non era giusto. Erano appena le nove di sera, eppure non c'era traccia di nessuno, il minimo rumore mi spaventava, e ogni anima viva mi inquietava. Un qualsiasi malato mentale avrebbe potuto farmi male senza che nessuno se ne accorgesse. Volevo che il covid finisse al più presto, che le strade rimanessero affollate pure alle 10 di sera, e che nessuno potesse più interferire nell'intimo momenti tra me e l'aria aperta.

Smetto di scrivere, e noto solo allora del foglio piene di piccole pozzanghere. Certo che sono proprio una piagnucolona, poso la penna e vado in bagno a sciacquarmi il viso decorato da lacrime bagnate.









Piacere gente~
Alluuura, questo è un testo che avevo fatto per un compito a scuola (in cui avevo preso 9 1/2), verso aprile (?) del 2021.
In quel periodo c'era ancora il coprifuoco, e la cosa mi stava distruggendo.
Ho cercato di descrivere al meglio quello  che provavo.
Spero sia stato di vostro gradimento.

Sottomessa dalla vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora