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Riuscì a liberarsi dalla voce e si lanciò di nuovo verso l’apertura della tenda. E questa volta riuscì a passare, e si mise a correre verso il pertugio nella sala della ragnatela.                  Adesso Jimin stava riflettendo con una concentrazione e una frenesia che non aveva mai sperimentato in precedenza.
Il Jimin che aveva visto sua madre cadere esanime era rinchiuso in un angolo della sua mente, in lacrime. Questo che adesso entrava a tutta velocità nella stanza con le pareti imbottite era invece un nuovo Jimin; un’altro Jimin, convinto che piangere non sarebbe servito a niente, perché a nessuno importava più di lui. Sua madre non era più in grado di salvarlo, e quindi avrebbe dovuto cavarsela da solo.
Si accorse che una mano gli aveva afferrato una caviglia, così forte che gli sembrò che che le sue ossa stessero per rompersi; poi con uno strattone, l’uomo cerco di tirarlo di nuovo fuori. Ma Jimin diede un calcio all’indietro con tutta la sua forza. La calza si sfilò dal piede e si ritrovò nella stanza delle pareti imbottite.
Torna in dietro! Devi tornare qui! Adesso!
Aveva lo stesso tono autoritario di una maestra: una voce alla quale era difficile non dare ascolto. Ma Jimin si stava già facendo strada nel tubo di plastica davanti a lui. Procedeva a gattoni, più rapidamente di quando avesse mai fatto, facendosi male alle ginocchia, con un piede scalzo. E quando arrivò al primo oblò vide un volto che lo stava fissando.
Era l’uomo. Lo stava guardando intensamente, e quando lui passò, bussò sul finestrino di plastica. Jimin fu preso dal panico. Cominciò a gattonare più velocemente, ma i colpi sul tubo di plastica lo seguivano lungo il percorso.
Adesso l’uomo era sotto di lui, lo seguiva, teneva il suo passo. Jimin arrivò a un altro oblò e guardò giù; vedeva i lucenti capelli dell’uomo, il volto pallido che lo guardava. E vedeva gli occhi.
Vieni giù, stava dicendo la voce, e non era più arrabbiata come prima; adesso era dolcissima. Vieni giù e ci prenderemo un bel gelato. Quale gusto ti piace di più?
Jimin capì che era proprio così che l’uomo era riuscito a portare Taehyung nella sua tenda, e non si fermò.Ma sapeva di non potergli sfuggire. L’uomo procedeva alla sua stessa velocità. Adesso era sotto di lui, aspettava che venisse fuori o che arrivasse in un punto dove avrebbe potuto afferrarlo.
Più in alto. Devo andare più in alto, pensò.Si mosse d’istinto, come se un sesto senso gli dicesse da che parte dirigersi, ogni volta che il percorso arrivava a un bivio. Attraversò dei tubi diritti, dei tubi angolati, e alcuni tubi che non erano di plastica, ma di tela. E poi arrivò a un punto oltre il quale non poteva proseguire.
Si trovava in una stanza con il pavimento imbottito e le pareti fatte di reti, sul davanti della struttura; infatti riusciva a vedere delle mamme e dei papà, da soli o in piccoli gruppi.E sotto di lui c’era l’uomo, che guardava in su.
Quale gusto gradiresti? Cioccolata? Menta? O preferisci un chewing-gum?.
Quella voce gli stava dipingendo nella mente immagini e gusti… in preda al panico jimin si guardò intorno. C’era tanto rumore; tutti i bambini nella struttura gridavano, si divertivano. Anche se si fosse messo a urlare nessuno si sarebbe accorto di lui, nessuno l’avrebbe degnato di uno sguardo…Avrebbero creduto che stesse giocando.
Non devi far altro che scendere. Lo sai che prima o poi dovrai scendere, vero?.
Jimin guardò il volto pallido dell’uomo. Gli occhi erano come due buchi neri. Affamati. Pazienti. E sicuri di sé.
Quell’uomo sapeva che l’avrebbe preso, prima o poi.
Sapeva che avrebbe vinto, e che lui avrebbe ceduto. E improvvisamente qualcosa si lacerò dentro di lui, e Jimin fece l’unica cosa che un bambino di cinque anni può fare contro un adulto. Spinse una manina attraverso il grezzo cordame che formava le pareti, sbucciandosi il braccino; poi puntò un ditino contro l’uomo.
Cominciò a gridare, come non aveva mai fatto in vita sua. Grida stridenti che laceravano l’aria, ben più sonore delle urla gioiose degli altri bambini. Gridò proprio come Miss Lee, all’asilo, gli aveva detto di fare se fosse stato disturbato da qualche malintenzionato.

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Viky☃︎

Il Prescelto - Yoonmin (Continuo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora