SHARON
Appena arriviamo avanti alla porta Liz bussa e bene seguita da una voce che ci da il permesso per entrare nella stanza
"buongiorno dottorè" dico io andando a passo spedito verso la scrivania della direttrice, ma subito mi fermo notando che seduti ai divanetti ci sono il comandante, Beppe e Lino, li guardo sorridendo mentre loro mi squadrano da capo a piedi
Arrivo alla scrivania della direttrice e subito mi siedo sorridendo a quest'ultima
"buongiorno" dice lei guardandomi bene per poi aprire la cartella, dove sicuramente ci sono le mie foto, i miei dati personali e anche tutti i reati che ho commesso.Mentre la direttrice legge sento una voce dietro di me solo dopo capisco essere Liz, che sussurra qualcosa al resto dei presenti in stanza, infatti dopo alcuni secondi vedo che si avvicinano tutti, il comandante si siede al tavolo vicino alla scrivania mentre Beppe e Lino si mettono vicino al comandante ma appoggiati al tavolo
Vedo che la direttrice alza lo sguardo guardandomi con un piccolo sorriso, adesso che la vedo bene è davvero una bella donna, capelli biondi, occhi azzurri come il mare, devo dire l'opposto di me dato che ho gli occhi verdi come Edo, mentre io ho i capelli neri.
"bene bene, quindi tu sei Sharon Esposito, giusto?" dice la direttrice guardandomi, mentre io annuisco con un sorriso, sento una sedia strisciare di fianco a me, così mi giro trovando i tre che mi guardano con uno sguardo scioccato, mentre il primo che parla è proprio il comandante
"tu sij Sharon, ch'ella Sharon a figlij e Don Gnnar?" mi domanda guardandomi con gli occhi spalancati, era da tanto che non lo vedevo, e come risposta io annuisco subito, lui continua a guardarmi con gli occhi lucidi infatti subito mi butto tra le sue braccia stringendolo forte, stessa cosa fa luiIl comandante è da sempre stato amico di mio padre, mi hanno cresciuta insieme, lui per me è un secondo padre, dalla morte di mia madre il comandante veniva sempre a casa e io stavo sempre con loro, gli voglio un bene dell'anima, darei la vita per lui e so benissimo che anche lui lo farebbe per me
"mamma mij piccrè e comm t si fatt ross maro" dice staccandosi dall'abbraccio
"eja comanda però, così mi fate arrossire" dico io guardandolo con gli occhi un po' lucidiAppena ci stacchiamo dall'abbraccio, con gli occhi ancora lucidi mi avvicino a Beppe e Lino, entrambi mi guardano sorridendo, così mi butto tra le braccia del primo dei due, stringendolo forte e subito dopo vado dall'altro
"mamma mij e comm m sit mancat" dico io sorridendo a tutti e tre
"pur tu piccrè però noi speravamo di vederti in un altro contesto, non di nuovo qui dentro" dice Beppe guardandomi in modo serio, mentre io abbasso la testa dicendo
"o sacc Beppe, però quello che ho fatto l'ho fatto per un buon motivo" dico io alzando lo sguardo dopo poco, e trovo il comandante e Beppe che mi guardano con uno sguardo comprensivo
"bene se questo teatrino è finito possiamo parlare io e te" dice la direttrice guardandomi, così giro la testa verso quest'ultima guardandola con uno sguardo omicida, per poi mettere la mani sulla scrivania e poi sedermi"certo dotterè scusatemi, lo stavo salutando non li vedevo da due anni" dico io sedendomi
"bene allora, Sharon Esposito, già detenuta due anni fa per possesso di droga, e rapina a mano armata, gestisci due piazze si spaccio bene, una nella sanità, mentre l'altra a scampia, adesso invece arrestata per omicidio, in più possesso di arma" dice lei mentre io la guarda con un sorrisetto in volto annuendo con la testa"Sharon vorrei sapere solo una cosa, le motivazioni di questo tuo omicidio, perché vuoi rovinarti la vita così, sei stata qui già due anni fa, quando sei qui molte volte dovresti capire gli sbagli che hai fatto e quando esci non commetterai gli stessi errori, ma da come ho capito nel tuo caso non è così" dice la direttrice guardandomi con uno sguardo quasi di pentimento, prendo un grande respiro per poi iniziare a parlare
"direttrí sapete, molte volte alcune persone nascono nel contesto sbagliato o nella famiglia sbagliata, oppure in città sbagliate, io sono nata qua, a Napoli, mio padre mi ha cresciuta con le leggi della camorra, la mia vita è questa, anche se tutti voi qui dentro- dico indicando la direttrice e gli altri presenti nella stanza- volete mettermi nella strada giusta, ve lo dico già ad adesso, con me sarà un lavoro difficile, molto, ij song na capa tost, so benissimo che la mia vita è questa, e l'accetto per quella che è" dico io guardando la direttrice con gli occhi un po lucidiMolte volte immagino se non fossi nata qua a Napoli, oppure sempre qui ma con una famiglia per bene, e non chi fa parte della camorra, ma il destino molte volte gioca brutti scherzi, ma nel mio caso sono felice anche di essere capitata in una vita del genere, e so che potrei perdere ma vita da un momento all'altro o addirittura trovarmi con una pistola puntata in testa, ma io ho scelto di entrare qui, in questa vita quindi lo accetto.
"va bene allora facciamo una cosa, adesso verrai messa nella cella di qualche ragazzo, le celle femminili sono tutte occupate" mi dice l direttrice, e a quelle parole alzo la testa di scatto guardando quest'ultima negli occhi
"direttrí perfavore m putit mettr rind a cell cu Edoardo" dico io incrociando le dita in una risposta positiva
"Conte, bene e come mai?" mi domanda guardandomi per poi continuare a guardare il resto dei fogli
"e cugginm direttri, più che cugino fratello" dico io spostando lo sguardo per guardare fuori dalla grande finestra alle spalle della direttrice
"mh va bene, sei fortunata che lui sia in cella da solo, dopo quello che è successo, bene allora Lino portala nel ala maschile forza" dice lei indicando la guardia
"subito direttri, ja Sharon andiamo" dice lui, così subito mi alzo salutando il resto delle persone che si trovano in quella stanzamentre camminiamo vedo che nel campetto non c'è più nessuno, quindi sono tutti nelle celle
"mamma mij Linu comm m si mancat" dico girando lo sguardo verso quest'ultimo che mi guarda con un sorriso
"pure tu piccrè, e senti a vada tutto apposto?" mi domanda lui sorridendo iniziando a salire le scale
"si Linu tutto apposto, a te come va?" domando io per essere gentile
"tutt appost nennè" dice e ci fermiamo una volta arrivati nel corridoio dei ragazzi"vieni Sharon, ti porto nella cella con lo schizzato di tuo cugino" dice facendomi ridere, appena arriviamo nella cella vedo che li ci sono tutti i ragazzi, ma manca qualcuno
"ammor mij, non si saluta più" dico io facendo voltare mio cugino, che subito mi viene in contro abbracciandomi forte
"comm m si mancat Sha" dice lui mettendo fine al nostro abbraccio
"pure tu tigre" dico io ricordando i nomignoli che usavamo da piccoli
"mamma mij ma tu sij addivintat ancora chiu na leonessa mo" dice guardandomi da capo a piedi
"nun a vir Eduá, chell e cient vot chiu belle e te, nun o sacc si over sit cuggin" sento dire alle mie spalle, così subito mi giro gravando il rosso che mi guarda, il mio rosso preferito
"totó vita mi comm m si mancat marooo" dico io correndo tra le sue braccia
"pur tu piccrè, m si mancat assai, t faij semp chiu bell tu eh?" domanda facendomi arrossire"sient Edua, tu mi devi spiegare un paio di cose, primm agg vist o prucchij ca parlav che zingr, ma c sta succrenn ca dind?" domando io rivolta verso mio cugino, ma anche verso i ragazzi che si trovano nella stanza
"vien ca Sha, mo t spieg tutt chell ca e succies" dice guardandomi per poi farmi sedere sul letto vicino a lui...
spazio autrice
ma ciao belli
non so che scrivere, ma ecco il secondo capitolo
buonanotteeee vi amo cia ✨
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fuori da questa cella// Ciro Ricci
RomanceSharon Esposito ha appena sedici anni, figlia del potente boss del rione Sanità a Napoli, lei è il padre sono le persone più temute nella loro zona, tutta Napoli li conosce. lei è stronza, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, fa parte dell...