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Ci sono tante cose che mi domando.

La prima di tutte, me lo meritavo?

E me lo chiedo davvero, se lo meritassi.
Scavo profonda e pesante nel mio passato e nella mia coscienza alla ricerca di un solo appiglio, di un motivo valido per lanciarmi nel torto e poter finalmente dire che sì, me la sono proprio andata a cercare.

Ma non trovo niente.

E non sento niente.

Cazzo, non sento più niente.

Io che mi arrovellavo nell'ipersensibilità.
Io, che non conoscevo grigio, che o saltavo di gioia o mi disperavo dalla tristezza.

Io, che vivevo di sentimenti.

Dove sono finita?

Dove sei finito, dove siamo finiti, che fine ha fatto il mio dannatissimo mondo?

Lo rivoglio indietro.

Non ho pagato per questo vuoto.

Non ho pagato per nulla, a dire il vero, non ho mai chiesto niente in più di una piccola fetta di felicità.

La mia fetta.
Mi è dovuta, no?

Fa freddo stasera senza di te.
Ed è un controsenso per me, che ho sempre amato il gelo dell'inverno.

Non so come sentirmi, di fronte ad un castello di sabbia, il mio, che si sbriciola come pasta frolla.

Se esistesse un protocollo di emergenza, per queste situazioni, probabilmente lo avrei già messo in atto. Ma io non so gestirle le emergenze, dunque mi rinchiudo a tripla mandata dentro qualche angolo della mia mente, e prometto a me stessa di non uscirne mai più.

Poi, puntualmente esco.
Lo faccio sempre.

Mi piace farmi del male.

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