Prologo

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''Puoi farcela Sole, puoi tutto".
Quante volte ho pensato a questa frase? Ma soprattutto, quante sono le volte che ci ho creduto sul serio?
Tutti abbiamo delle cicatrici, e non intendo sulla nostra pelle, ma all'interno di noi stessi, nella nostra anima.

Errori, situazioni, persone, pensieri che hanno lacerato il nostro essere e hanno distrutto quelle poche certezze esistenti.
C'è chi crede di essere invincibile di fronte al mondo, alla vita, e io vorrei essere proprio così.

La tisana che sto sorseggiando è bollente, la musica rimbomba dalle casse, il mio stomaco brontola, ma ignoro tutto.
Oggi la giornata non è delle migliori, sta piovendo a dirotto e il suono che ne scaturisce mi fa letteralmente impazzire.

Dicono che spesso il tempo atmosferico rispecchia il tuo stato d'animo, in questo caso, il mio ESSERE.
Io sono cosi, come la pioggia, come una goccia che cade e si frantuma.
Le decisioni sbagliate mi hanno resa tanto fragile da sembrare di cristallo, pronta a crollare alla prima critica, a non avere abbastanza forza per superare TUTTO.

È una giungla, una lotta continua, rimane in piedi non chi è più forte, ma chi ha più astuzia.
Come sono arrivata a tutto questo?
Come sono arrivata ad essere completamente sola, martoriare il mio corpo e stressare la mia mente?
Dov'è quell'amore che ti scombussola la vita? E l'amicizia, quella vera che ti fa ridere così tanto da farti mancare il respiro?

Anche i miei sorrisi sono finti ormai, sono di circostanza e si vede, perché d'altronde sono anche trasparente come l'acqua. E credetemi, non è una bella cosa.
Ma mi tengo lontana dalle emozioni, semplicemente perché deludono, sono dolorose e finiscono per UCCIDERTI.

Ci aspettiamo così tanto dagli altri che ci creiamo noi stessi un ideale che alla fine non corrisponde mai alla realtà, e in un niente ci ritroviamo con le lacrime che cadono sul cuscino e un altro pezzo del puzzle da accantonare.

Devo stare attenta a qualunque cosa mi possa far crollare definitivamente, ad avere tutto sotto controllo meticolosamente. Non voglio che la mia vita prenda QUELLA piega. Ci sono andata vicino una volta e non voglio che si ripeta.
Il suono del cellulare mi riporta alla cruda realtà.
Sono le quattro del pomeriggio. Bene.
Metto il cappotto nero chiudendolo con la cintura e mettendo in risalto il mio punto vita, prendo lo zaino, l'ombrello e mi fiondo sotto la pioggia, andando nell'unico luogo in grado di calmarmi.


Devi spegnere tutto, tutto ciò che potrebbe farti cadere ancora.

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