Starlight

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Ascian - una cosa o una persona senza ombra.

"Hold you in my arms,
I just wanted to hold
you in my arms."



Camminano in silenzio, l'uno accanto all'altro.

Piccolo Melo trotterella placida qualche passo indietro. Le briglie non le danno noia, ora che è Lan WangJi a tenerle fra le mani - la sua guida lungo il sentiero è ferma e sicura - irresistibile -, costringe ad affidarsi a lui, a lasciarsi andare, completamente, inevitabilmente (non conosce esitazione, HanGuang-Jun, mai. Eppure...)

Il sole rosseggia basso nel cielo, una sfera color ruggine a malapena visibile oltre il profilo brumoso delle colline. L'orizzonte è una macchia disciolta nell'azzurro tremulo della sera - Wei Ying non se ne cura (la volta celeste può crollare, sì, e allora? Non ha importanza, sono con te).

Al suo fianco, bagnato dal chiarore soffuso del crepuscolo, HanGuang-Jun - Lan WangJi, Lan Zhan - avanza piano, con lentezza studiata (ammaliante, sfinente), sul viso una maschera di quieto distacco (non ti voltare, Lan Zhan - voltati, ti prego). Il mento sollevato, la postura eretta e fiera - creatura eterea e incantevole, Lan Zhan sembra non appartenere a questo mondo (non c'è traccia d'ombra in te - niente buio, solo luce). Ad adornare le spalle, ampie e dritte come fusi, il nero corvino della chioma, che lo veste con l'eleganza di un manto, e splende, e freme di vita - scintille nell'acqua scura, i suoi capelli. Wei Ying vorrebbe toccarli, annegarci dentro, inebriarsi del loro profumo (è delicato è famigliare è giusto - è mio) fino a perdere il senno.

(Sei bellissimo, bellissimo.)

(Guardarti mi fa male - la Seconda Giada può ferire, confondere, accecare.)

Per troppo tempo (un anno, sei mesi, dieci giorni, quattro ore) Wei Ying lo ha immaginato (visioni e illusioni e delusioni - non eri tu, non eri reale), si è riempito la mente di lui (corpo anima respiro), della sua figura algida, maestosa (la tua grazia sleale, Lan Zhan - insostenibile, impossibile). A occhi chiusi, ogni sera, ha tracciato i contorni delle sue labbra perfette, ha sognato - desiderato, agognato - di svelare, uno a uno, i segreti seppelliti a fondo nel suo sguardo (sempre sfuggente, sempre insondabile), di scoprire tutte le sue emozioni più intime - le più nascoste, le più inaccessibili (non respingermi, Lan Zhan. Lasciami entrare).

Wei Ying ha riflettuto, a lungo - dapprima un pensiero cullato (non pieno, non colto), una sensazione percepita appena (ma da quanto? Da quanto è sbocciata? Vorrei saperlo, non lo so - bugiardo), un fiore fragile, un tesoro prezioso stretto al petto nel gelo di notti solitarie e infinite, trascorse a cercare fra le stelle lo stesso volto, a udire fra i sussurri del vento un'unica voce - oh, dèi, quella voce, quella voce! Roca, armoniosa, penetrante, che lo chiamava a sé da un luogo lontano, da un'altra vita, da un destino diverso - forse no (hai promesso - abbiamo promesso, ricordi? Senza parlare, senza chiedere. Non siamo fatti per essere addii, siamo fatti per essere ritorni[1]).

«Wei Ying».

Wei Ying ha saputo, voluto aspettare (ho imparato la pazienza - me l'hai insegnata tu), si è aggrappato alla feroce, assoluta certezza di un incontro imminente - ineluttabile -, di un nuovo inizio (rivedersi sarà come tornare a casa, anima mia, come toccare terra dopo un naufragio, come rinascere ancora una volta[2]), e adesso che Lan Zhan è qui, caldo e arreso e meraviglioso fra le sue braccia (sei qui? Sei reale?) (Sono qui, sono reale, non avere dubbi, amore mio, non averne mai), e adesso che un singhiozzo gli muore in gola e la pelle brucia come fosse fuoco (non c'è più paura, ormai, non c'è più distanza), e adesso che le sue mani - e le dita e i palmi e tutto - hanno trovato il coraggio (finalmente! Finalmente!) d'assecondare i palpiti del cuore - adesso (adesso, adesso, adesso) sono brividi a ogni sospiro, a ogni bacio rubato - preteso, implorato -, a ogni nuova carezza, irruenta e dolcissima.

«Perché ci hai messo tanto?»

«Volevo che scegliessi».

«Io avevo già scelto».

«Volevo fossi sicuro».

«Lo sono sempre stato».

«Volevo fossi libero».

«Non lo sono mai stato come in questo momento».

Al di là delle ciglia umide il sorriso di Lan Zhan è una porta spalancata sopra un oceano di luce.


"I'll never let you go
if you promise not to fade away,
never fade away."


[1] Rossana Soldano, Come anima mai.
[2] plot twist: saranno mica gucciniani? (Wei Ying comunque può definirsi un esperto in materia di rinascite)

{Words Count: 664}



Nota:

Beh, almeno adesso i raccontini sono due e si fanno compagnia a vicenda.

La scena post titoli di coda del drama (che tutt* avremmo voluto vedere) è risolta qui in maniera piuttosto semplicistica, ma per il momento va bene così. Magari svilupperò meglio l'idea in futuro, chi lo sa.

Intanto, fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate di questa seconda flash, e soprattutto se ci avete capito qualcosa, perché mi sa che stavolta mi è scappata un po' troppo la mano. Il dialogo finale mi è venuto in mente esattamente così appena finito di vedere l'ultimo episodio e, che abbia senso o meno, non ho voluto in alcun modo modificarlo (sia mai che la prima ispirazione sia davvero anche la migliore).

Soundtrack: Starlight, Muse.

Grazie come sempre a chi leggerà - anche silenziosamente -, e a chi voterà, commenterà o inserirà questa piccola raccolta in uno dei suoi elenchi di lettura.

Un bacio :*

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