Il giorno seguente, Domenica, mi alzai presto dato che nel giro di un paio d'ore il mio prof mi sarebbe venuta a prendere. I miei genitori mi lasciavano abbastanza libertà quindi non mi fecero molte domande su dove stavo andando.
"Vado da un amica, tornerò dopo cena".
Per loro questo bastava, non mi chiesero altro.
Prima di uscire di casa mi guardai un'ultima volta allo specchio: non volevo avere un capello fuori posto. Indossavo una gonnellina nera a righe bianche, delle calze completamente nere, un maglioncino di lana bianco e degli anfibi scuri presi in prestito da mia sorella, anche se senza il suo permesso.
Una volta uscita camminai per qualche centinaio di metri finché non vidi la sua auto parcheggiata sufficentemente distante da sguardi indiscreti.
Una volta dentro mi fece subito degli apprezzamenti per il mio aspetto. Non mi ero ancora abituata ai suoi complimenti e probabilmente avrei continuato ad arrossire ogni volta che me ne avrebbe fatto uno.
In un paio di minuti eravamo già a casa sua: una deliziosa villetta immersa nel verde, senza altre case nei dintorni.
L'arredamento interno era moderno e sicuramente non aveva più di dieci anni.
"Mio figlio è in Erasmus in Germania e torna solamente durante le festività quindi siamo completamente soli." Mi disse mentre ero concentrata ad orientarmi dentro quella casa e ad osservarne i minimi dettagli.
Nel momento in cui presi in mano una piccola cornice con una sua foto da giovane lui mi abbracciò da dietro. "Ero un ragazzo splendido da giovane, vero?" ridacchiò.
"Effettivamente eri veramente bellissimo, però non sei cambiato molto, portavi addirittura gli stessi occhiali che hai ora hahaha" Gli risposi scompigliandogli i capelli. "Ehi! Ci ho messo un sacco di tempo a pettinarmeli per bene. Vieni qui che te li spettino pure a te!"
Ci ritrovammo sul divano a farci il solletico e a lanciarci battutine. Sembravamo veramente una coppia qualunque.
"Tutto questo scherzare mi ha fatto venire fame, meglio se vado in cucina a preparare il pranzo".
"Effettivamente è già mezzogiorno. Io sono una disastro a cucinare mi limiterò a guardarti."
Mi prese per mano e mi accompagnò in cucina. "Cuciniamo insieme, ti insegno io."
Ora il mio prof di matematica era diventato il mio insegnante di cucina e io rimanevo in ogni caso la sua alunna.
Oltre che divertente cucinare assieme era stato veramente molto romantico.
Dopo pranzo ci mettemmo sul divano a vedere un film. Tra i film suggeriti su Netflix c'era Dirty Dancing, uno dei miei preferiti, e decidemmo quindi di guardarlo.
Per quasi tutto il tempo rimasi accoccolata a lui finché, durante la scena finale del film in cui i protagonisti ballavano, lui si alzò in piedi e mi porse la mano.
"Mi concedi questo ballo"
"Ehm... Non so ballare"
"Vorrà dire che ti insegnerò a ballare"
Io, nonostante non avessi nemmeno talento a ballare su Just dance (di solito muovevo solo le braccia essendo sfaticata), presi la sua mano e seguii i suoi passi...
Avrei voluto far durare quel momento per l'eternità, io, con la testa appoggiata al suo petto, mi lasciavo cullare dai suoi movimenti. Ballammo avvinghiati l'una all'altro, sulle note di 'Hungry Eyes', fino a che non iniziarono i titoli di coda.
Stava per staccarsi da me quando gettai le mie braccia attorno al suo collo, mi alzai con le punte dei piedi e sfiorai le sue labbra con le mie. Mi allontanai di scatto e mi sedetti sul divano. Lui mi raggiunse subito.
"Dai, non puoi stuzzicarmi così. Non puoi attirarmi alle tue labbra e poi non baciarmi."
Ridemmo entrambi. Poi calò per qualche secondo il silenzio finché non si avvicinò al mio viso e mi baciò. Dopo qualche minuto fummo interrotti dal suono del campanello. Ci guardammo negli occhi, terrorizzati. Sartori andò subito a sbirciare dalla finestra per vedere chi fosse...
Era il postino.
Tirammo un lungo respiro di sollievo.
Dopodiché si sedette nuovamente sul divano e io mi accoccolai a lui.
"Raccontami di te"
"Cosa intendi? Sii più precisa."
"La tua storia, com'eri alla mia età ma soprattutto come ti sei innamorato di me. Come ha fatto un uomo come te ad innamorarsi di una diciassettenne?"
"Sappi che per soddisfare tutte le tue curiosità non basteranno 10 minuti"
"Credo nemmeno un'ora dato che voglio sapere anche tutti i particolari."
"Poi se mentre parlo ti addormenti non è colpa mia, ti ho avvisata." Affermò ridacchiando.
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COLPEVOLE D'AMORE -innamorata del mio professore-
RomanceClelia, una giovane liceale, ha una cotta per il suo insegnante di matematica. È consapevole che il suo è un amore a senso unico però, essendo una grande sognatrice, non ha intenzione di spegnere i propri sentimenti. Quel che è certo è che non avreb...