3. Tso'i

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La carne è incompatibile con la carità:
l'orgasmo trasformerebbe un santo in lupo.
(Emil Cioran)


«B U T T E R A N N O   giù lo scudo, posso tenerlo in piedi qualche altro minuto, non di più altrimenti sarei troppo debole per attivare l'altare», fece Nimue mentre allargava le braccia verso l'esterno con i palmi perpendicolari al terreno e cominciava a borbottare qualche parola che i due ragazzi non potevano comprendere; evidentemente si trattava del linguaggio delle streghe.

Levi prese in mano la situazione, facendo prevalere il proprio lato dominante. «Klaus, tu andrai avanti e farai da ariete, dovrai sbaragliarne il più possibile per liberarci il passaggio. Nimue, tra pochi secondi lascerai andare lo scudo, prenderai la tua borsa e mi salirai in groppa così da guidarmi fino alla radura.» il tono non lasciava adito a proteste di nessun tipo.

I due fratelli si allontanarono leggermente per poter iniziare la metamorfosi che li avrebbe resi lupi. Il processo durò pochissimi istanti, giusto il tempo di ridurre a brandelli i vestiti che indossavano ed essere ricoperti da una folta pelliccia. Klaus di un chiarissimo color miele, come i suoi capelli, e Levi di un profondo nero.
Le dimensioni dei due animali erano notevoli, arrivavano all'altezza delle spalle della ragazza che li fissava incantata; non aveva mai assistito a uno spettacolo del genere.

La ragazza fece un respiro profondo, poi fece ricadere le braccia lungo i propri fianchi smettendo di tenere in piedi lo scudo. Klaus scattò repentinamente in direzione degli esseri che si stavano dirigendo verso di loro per metterli fuori gioco.

I Vuoti erano effettivamente umani, o almeno lo erano le loro fattezze. L'unico dettaglio fisico che li contraddistingueva dalle persone vere e proprie erano gli occhi: completamente bianchi, in contrasto con le venature di un colore rosso intenso che partivano dai bulbi e si espandevano a raggiera intorno a essi, per parecchi centimetri, e che andavano a stonare con quel pallore malsano.

Nimue corse a raccogliere la propria borsa, poi saltò in groppa al lupo nero con qualche difficoltà a causa della stazza. Lui le ringhiò seppur con poca convinzione, lei forse gli aveva tirato qualche ciuffo di peli.

«La radura è a sud», lo informò la strega, che con un paio di formule si liberò di un gruppetto di Vuoti che stava mettendo alle strette Klaus. «Devono avervi rintracciato in qualche modo, altrimenti non si sarebbero spinti così a nord», parlò ad alta voce per sovrastare il rumore del vento dovuto alla velocità della corsa di Levi, al quale si affiancò presto suo fratello.

Lei si guardò alle spalle, intravedendo che quegli esseri avevano diminuito il loro svantaggio abbastanza da preoccuparla. Erano veloci in modo innaturale, non era la prima volta che li affrontava ma non li aveva mai visti muoversi con quella rapidità; si chiese se fosse merito di un qualche oscuro potenziamento.

«Tabanidae!» urlò allungando una mano nella loro direzione e costringendoli a bloccarsi per qualche secondo che fu prezioso ai tre fuggitivi. Proprio in quel momento percepì Adahi stringerle con decisione il braccio, quello era il suo modo per avvertirla quando utilizzava troppa magia. «Lo so», rispose lei alzando gli occhi al cielo.

L'unica fregatura del possedere poteri magici era che l'energia di cui si disponeva non era illimitata, essa veniva presa in prestito dall'energia vitale del corpo della strega o dello stregone in questione ed era quindi destinata a esaurirsi; era capitato anche che alcuni della loro specie avessero trovato la morte per aver praticato troppa magia in una volta sola. Forse era il modo che aveva ideato l'universo per assicurarsi che nessun praticante magico fosse troppo potente.
Peccato che le regole nascessero col solo scopo di essere infrante, perciò esisteva un modo per liberarsi di questo vincolo e molti ne stavano pagando le conseguenze.

After DuskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora