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T/n Pov

//7 anni dopo//

Inspirai ed espirai più rumorosamente del normale.
Il ticchettio dei miei tacchi sembrava più rumorosi in quelle strade semi deserte, non lasciando spazio ai miei pensieri di calmarsi.
Scomodi e troppo alti per lo stato in cui mi ritrovavo.

Rivederlo sarebbe stato come cancellare tutti gli sforzi che ho fatto dimenticarlo.
Sono passati anni dall'ultima volta che ci siamo parlati come si deve.
Ogni volta che ci incrociavamo nei corridoi o per strada, il suo sguardo malinconico e furioso penetrava nei miei occhi.
Ogni tanto veniva a casa nostra, non per me, non per lui, ma per se stesso. Per non trascurare l'amicizia che avevano coltivato per anni e per non scordarsi di me.

Oggi ero venuta qui senza che lui sapesse niente.

"Parto" mi aveva scritto la notte scorsa.

Quel messaggio scorreva impetuoso nella mia mente da quando lo lessi.

"Sei strana oggi" mi aveva detto al nostro risveglio.
Al suo risveglio, siccome io non avevo chiuso occhio tutta la notte, ripensando continuamente a quel messaggio.

"Non è niente, solo stress" gli risposi sorridendo tristemente, una tristezza che lui non riuscì a cogliere, scambiandola per stanchezza.

"Non ti fa bene lo stress, dovresti prenderti un periodo di riposo" consigliò

"Ne abbiamo già parlato"

Pensavo solo al "parto" che  aveva scritto, durante le lezioni ero distratta, fissavo spesso il vuoto, il trascorrere del tempo era diventato superfluo.
Le ore volavano.

-dove sei?- riuscii a rispondergli solo al pomeriggio

- dove ci siamo incontrati la prima volta-

Afferrai la maniglia del locale, congelata a causa della bassa temperatura esterna.
E proprio come la prima volta, venni travolta da un calore avvolgente, le perone erano sedute a sorseggiare i loro the o caffè e a gustarsi i pasticcini.

Una chioma bionda, raccolta in una mezza coda, catturò la mia attenzione.
Seduto al bancone, chiacchierava animatamente con il barista.
Sentii il fiato mancare, le mani cominciarono a tremarmi per il nervosismo.
Lo raggiunsi, rischiando di inciampare a causa  dell'ansia.

Posai una mano, gelida, sulla sua spalla, che emanava calore.

«Hey»uscii dalla mia bocca come un sussurro.

Le sue gote, colorate di rosso, e il suo sorriso, non adatto alla situazione, mi fecero capire che aveva bevuto...e non poco.

«Mic, sei ubriaco?»mormorai

Fece un'espressione seccata, immediatamente  seguita da una smorfia.

«Ohh! Date il vostro benvenuto alla signora Aizawa!» urlò facendo calare il silenzio e suscitando la curiosità delle poche persone presenti.

«N-non urlare»accarezzai involontariamente il mio ventre, gesto che lo infastidì ancora di più.

«A quanto sei?»disse tornando a guardare la sua bevanda.

«Tre mesi»risposi afferrando il suo drink e allontanandolo da lui.

Susseguirono attimi interminabili di silenzio

«Signorina, cosa le porto da bere?»domandò imbarazzata una ragazza che si trovava dietro il bancone.

«Una cioccolata calda»dissi senza togliere gli occhi da Hizashi.

Fluorescent Adolescent   ||   Present Mic x reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora