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Dai monti Grampiani nascono numerosi fiumi e corsi d'acqua che scendo lungo le valli delle Highlands, distese di prati sconfinati senza una fine. Sophie Johnston correva e saltava tra i prati, rincorrendo le foglie autunnali strappate dal vento. La sua risata si espandeva in ogni angolo della brughiera. Georgia Johnston guardava sua figlia correre tra i prati, volse lo sguardo all'orizonte: il cielo stava diventando di un azzurro intenso, con sfumature di arancio, rosso e viola intorno al sole che tramontava; richiamo Sophie con una voce soave, come quelle di una principessa del passato ,la luce del tramonto la illuminava in un modo incantevole, in quel momento sembava la persona più bella del mondo. Sophie corse verso la madre, quando arrivò vide tutta la sua bellezza -Mamma sei bellissima- La mamma la strinse a se in un abbraccio che solo una mamma sa fare.

Ora tutte e due guardavano il sole tramontare, ad un tratto Sophie si girò vero la madre -Mamma raccontami una storia-

Georgia rise e la gurdò -Ti racconterò la storia di una principessa-


Era l'XI secolo, in una calda giornata autunnale un lieve venticello sfiorava la pelle di una bambina mentre le foglie dai mille colori gli volteggiavano attorno. Aveva solo 6 anni, si chiamava Georgia Preston, non era ricca ma i suoi genitori lavoravano per il re di quel regno. Era minuta, con dei capelli bruni liscissimi che svolazzavano a vento e degli occhietti vispi color azzurro. Era molto intelligente per la sua età e visto che in quei tempi non si era molto acculturati la cosa era vista sia in bene che in male. Molti pensavano che quella bambina sarebbe diventata qualcosa di diverso e alcune persone del paese avevano un po' paura di lei, tanto da non permettere ai propri figli di farli giocare con lei ma la cosa non era cosi per tutti.

Stavano correndo al castello, con i suoi amici Ami, Royal, Sheridan e Christopher con cui aveva giocato tutto il giorno. Arrivati al castello andarono in cantina per continuare a giocare, quando la cuoca li richiamo -Cosa ci fate qui?-, loro si fermarono e si voltarono -Ciao Anna.- dissero in coro, lei sorrise e li porto con se in un altra stanza per fargli vedere la coperta che stava filando. Ad un tratto si senti un urlo provenire dal piano di sopra, i bambini, curiosi di quello che stava succedendo, iniziarono a curiosare vedendo da una buchetto che si affacciava nella sala del trono dove il re parlava con sua moglie -Perché?! perché hai rinchiuso nostro figlio in quella stanza?- la regina piangeva continuando a gridare conto il marito. -Quello non è mio figlio, quello è un mosto! Da quando è arrivata quella pietra lui non è più lo stesso, è diventato un mostro-.

Sette anni prima, in una notte d'inverno, una pietra misteriosa cadde dallo spazio provocando un bagliore, cosi forte da far morire gli animali che erano nelle vicinanze, e da far cambiare qualcosa sia nei bambini appena nati sia in quelli di un'anno più grande o più piccolo, ma non si seppe di preciso cosa. Erano più intelligenti degli altri e i genitori erano scioccati quando i propri figli cominciarono a parlare e camminare in pochissimo tempo. Erano bravi in tutto e la cosa non era normale a quei tempi.

I bambini vennero allontanati da Anna e mendati via, Georgia vide sua mamma uscire e gli corse dietro. -Ciao mamma!- la abbraccio e poi continuo a correre con i suoi amici. Appena arrivò da loro si senti un rumore di tromba, tutti si voltarono, un uomo gridava dal portone del castello -L'hanno rubata! Hanno rubato la pietra!-. Tutti rimasero immobili quando le urla degli avversari invasero il villaggio. I bambini iniziarono a correre, come fecero tutti, uomini a piedi e a cavallo correvano verso il popolo che scappava e urlava verso la valle. Georgia mentre correva inciampò in un arbusto e cadde a terra, si volto e vide un uomo a cavalo, un nemico, che correva galoppava senza sosta e uccidendo le persone intorno a lui. Georgia sapeva che era spacciata ma nello stesso istante in cui il cavaliere a cavallo stava per trafiggerla con la spada un'aquila di dimensioni mostruose, scaravento il cavaliere verso la valle uccidendolo e salvando Georgia. Lei guardo l'aquila. Era enorme, molto più grande di qualsiasi altra avesse mai visto, con quelle piume soffici color oro e rame, lucenti alla luce del sole, sparire del bosco. Voleva dirgli grazie, anche se era solo un aquila, ma lei sapeva capire gli animali ma sapeva che doveva correre. Si voltò per un istante e vide suo perde Jonathan infilzare un avversario e poi guardarla, era un cavaliere e doveva proteggere il regno. Voleva solo digli che gli voleva bene.

Si alzò e corse insieme alla folla verso la valle, e poi tutto cambiò.

Una scossa di energia la colpì dalla testa ai piedi, non gridava più. Il suo modo di pensare combiò non si ricordava bene il motivo per qui stava correndo. La sua visione del mondo si amplio. Nuove cose,sia belle che brutte si fecerò spazio nella suo memoria. Stava diventando più intelligente di prima. Non gridava più nessunò. Il rumore era cessato. Era tutto cosi strano. Non si sentivano più niente. Era tutto calmo, fin troppo calmo. Si voltò per guardare chi era con lei. I suoi amici erano a pochi passi da dove si trovava. Le loro facce erano sconvolte come la sua. I loro occhi erano molto più luminosi e anche i suoi erano cambiati. Si volto per guardare chi altro c'era. Sua madre e suo padre erano abbracciati l'uno all'altra. Anche i genitori dei propri amici erano salvi insieme agli altri bambini della sua stessa età o più grandi o più piccoli che siano. Si stavano guardando tutti e poi una fitta colpì la testa di tutti. Georgia sapeva che qualcosa stava cambiando. Comiciò a vedere guerre, massacri, nuove invenzioni, nuovi modi di pensare, di scrivere, di vestirsi. Ogni immagine cambiava e mostrava l'evoluzione del mondo. Dopo minuti che sembrarono ore il dolore si spense e tutti si guardarono. In silenzio cominciarono a scendere a valle notando che più in là c'erano delle....auto. Era un campeggio ma le persone sembravano così strane, così differenti da loro. Georgia sapeva che erano loro ad essere strani, diversi. Si avvicinarono per chiedere aiuto.

Il mondo non era più quello che conoscevano loro. Era cambiato tutto.

Passarono molti anni e Georgia visse con i suoi genitori creando una comunità con quelli che erano sopravvissuti, restando in Scozia, li vi rimase fino ai diciannove anni poi si trasferì in Irlanda con i suoi vecchi amici. Qui loro costruirono una loro vita pensando solo al futuro e dimenticando il passato.

Georgia si trovava su un albero mentre guardava un vecchio castello, che ora era diventato un museo; con lei c'era Ami che intanto ascoltava ciò che diceva Georgia -Mi sembra tutto una follia.Perché devono rovinare questo posto cosi bello!- Ami continuava a dirgli di lasciar stare, tanto non potevano far niente per non far rovinare quel posto splendido ma lei continuava a controbattere specificando che quel posto le ricordava qualcosa di molto importante, ma non sapeva cosa.

I ricordi ormai erano spariti. Solo qualche accenno restava nella sua mente e la cosa la turbava. Voleva sapere della sua infanzia ma le era sempre stato proibito saperlo. Cosa c'era di cosi sconvolgente? Era la sua vita e doveva scoprirlo.

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Salve a tutti i lettori. Mi chiamo Giorgia. Forse qualcuno sa chi sono per via dell'altra storia che sto scrivendo: "Crazy In Love". Potete trovarla sul mio profilo se vi va di leggerla.

Spero che questa storia vi piaccia. Commentate per farmi sapere cosa ne pensate.

Posterò il prossimo capitolo a breve.

Un abbraccio. Gio. xx

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