Martha Jones Journey's End

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Martha Jones' Journey's End

Il Dottore se ne stava seduto all’interno del suo Tardis a giocherellare con un cavetto che sporgeva da chissà dove. Teneva le gambe distese, incrociate e appoggiate sulla console dei comandi mentre osservava annoiato il gigantesco cilindro al centro della stanza fare su e giù.

Finalmente la porta si aprì ed entrò Martha. Il Dottore balzò in piedi di scatto e iniziò a muoversi freneticamente, spostando cavi, muovendo leve e pigiando pulsanti.

-Finalmente, eccoti! Allora dove andiamo stavolta? In Grecia? Nel Medioevo? Su Plutone! Anzi no, su un pianeta completamente fatto di corallo! O possiamo assistere alla nascita del sole … -
Disse, eccitato come un bambino quando sta per partire per una gita. Continuava a correre in giro, gridando proposte incredibili e affascinanti, facendo strane espressioni con la sua faccia buffa.

Ad un tratto si fermò e si voltò a guardare Martha. Era ancora ferma sulla soglia e non sembrava considerare l’ipotesi di entrare.

-Forza vieni! Cha fai li?- Martha non si mosse.

-Che c’è? Non vieni?- Disse mentre, pian piano, l’espressione sul suo volto cambiava, accennando ad una nota di delusione.

-Mi dispiace Dottore. Credo che questa volta rimarrò sulla terra. Ho bisogno di passare del tempo con la mia famiglia … E vorrei finire gli studi in medicina … -

Detto questo gli porse la chiave del Tardis e velocemente si apprestò ad uscire, quasi scappando, per non incrociare quegli occhi castani che avevano visto l’universo. Accostò la porta e una volta fuori vi si appoggiò con la schiena buttando la testa indietro fino  farla sbattere. Rimase così per alcuni secondi mentre con la mano carezzava il liscio legno blu della cabina.

All’interno il Dottore era rimasto immobile a fissare il punto dal quale Martha era sparita in pochi secondi, lasciandolo senza parole, incredulo. Quasi non l’aveva nemmeno salutato, dopo un anno di eventi pazzeschi vissuti assieme. Come poteva preferire la terra all’immensità dell’universo? Non era possibile. Le avrebbe dato un minuto. Poi era sicuro che sarebbe rientrata.

Dopo sessanta lunghi secondi effettivamente la porta si riaprì di scatto. Il volto del Dottore, orgoglioso di aver azzeccato la previsione, tornò raggiante. Un largo sorriso si dipinse sul suo volto mentre negli occhi si riaccendeva quella scintilla di fanciullesca follia che li rendevano così brillanti.

-Lo sapev … -

-La verità è che ti amo!- Esclamò Martha una volta entrata.

Il Dottore che era in parte già voltato, pronto a far partire il Tardis, si bloccò e lentamente voltò la testa verso la ragazza che stava immobile sulla soglia.

Martha continuò.

-La verità è che ti amo ma tu no! La verità è che per questo intero anno ho sognato di ricevere nuovamente un bacio come quello che ci ha fatto incontrare ma anche quando dovevi innamorarti di un essere umano, quella non ero io-

Si fermò un attimo mentre le lacrime iniziavano a rigarle il volto.

-Martha ti prego vieni qui … - Disse il Decimo allargando le braccia.

Lei proseguì.

-Sono partita perché volevo avventura, e grazie, grazie, mi hai dato le più belle che mai avrei potuto immaginare. Mi hai mostrato le cose più belle che avessi mai visto, ho viaggiato in lungo e in largo, con te, ed è stato meraviglioso-

Continuò con gli occhi lucidi.

-Allora forza vieni. Possiamo averne ancora!- Esclamò speranzoso l’uomo dello spazio facendole cenno di  entrare per un nuovo viaggio.

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