Strappare lungo i bordi

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È inutile che vivi fuori se muori dentro

E allora a noi andavamo lenti, perché pensavamo che la vita funzionasse così, che bastava strappare lungo i bordi, piano piano. Seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere

Per me non è importante che tu ci sia sempre, ma devo sapere che quando tu sei con me, ci sei davvero, lo capisci?

So io quello difettoso, e non posso trovà fuori quello che me manca dentro.

Le persone so complesse: hanno lati che non conosci, hanno comportamenti mossi da ragioni intime e insondabili dall’esterno. Noi vediamo solo un pezzetto piccolissimo di quello che c’hanno dentro e fuori. E da soli non spostiamo quasi niente.

Ma non ti rendi conto di quant’è bello? Che non ti porti il peso del mondo sulle spalle, che sei soltanto un filo d’erba in un prato? Non ti senti più leggero?
Ho pensato che c’era qualcosa di incredibilmente rasserenante nell’essere un filo d’erba. Che non faceva la differenza per nessuno. E non c’aveva la responsabilità per tutti i mali del mondo.

E semo pure stupidi. Perché se impuntamo a fa’ il confronto co le vite degli altri. Che a noi ce sembrano tutte perfettamente ritagliate, impalate, ordinate. E magari so così perfette solo perché noi le vediamo da lontano.

La cicatrice non passa, è come una medaglia che nessuno ti può portare via.
Perché è una cicatrice. Se andava via con l’acqua era un trasferello. È una cosa che fa paura, ma è anche una cosa bella, è la vita.

Tanto se una cosa deve succede, succede. Tutta ‘sta fretta di fa succede le cose ce l’ha messa il capitalismo.

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