CAPITOLO 3

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"E quindi, vi ringrazio tantissimo, carissimi amici. Bevete, ballate e fate offerte alte. Ricordate che ogni centesimo raccolto questa sera andrà ad aiutare i bambini bisognosi."

Mentre le acclamazioni diventavano ancora più clamorose, abbandonò il palco con un cenno distratto e tornò da Joey, che nel frattempo sembrava essersi ripresa e stava fissando l'orologio.

"Sei minuti... Wow! Sono colpita. Normalmente i discorsi degli uomini importanti durano almeno un'ora. Tu sei uno veloce."

Maxim le rivolse un sorriso sornione.

"Sono lento quando serve, piccola," le sussurrò all'orecchio, provando la soddisfazione di vederla rabbrividire.

Be', quantomeno era consolante sapere che anche lei provava lo stesso desiderio. Vedere come Joey non cercasse di nascondere le proprie sensazioni lo stupì. Gli ricordava come era lui un tempo... prima di essere tradito.

Allora era giovane e pieno di speranze proprio come lei, povero come lei... Povera? Il luccichio dell'orologio di Joey catturò il suo sguardo, e Maxim le afferrò il polso.

"Cos'è questo?"

"Niente," replicò lei, cercando di liberare il braccio.

Nella sala, l'orchestra attaccò un valzer e i convitati iniziarono ad affollare la pista da ballo.

"Questo è platino, Josephine... E questi sono diamanti. Però non riesco a riconoscere la marca."

"Durand," mormorò lei con voce flebile.

Durand. Quella dannata catena di gioiellerie da poco prezzo di recente aveva cercato, fallendo, di dare la scalata alla 'Santini Worldwide', solo per potersi fregiare del prestigio del suo marchio di gioielli di lusso, Rinaldi di Santini. Il principe socchiuse gli occhi.

"Chi te l'ha regalato?"

Joey deglutì.

"È stata mia madre."

Maxim si disse che era assolutamente naturale che qualcuno del Midwest indossasse un Durand. Era solo una coincidenza, niente di più. Le sue interminabili battaglie con il conte de Valois, il suo astuto e pericoloso rivale francese, lo stavano rendendo paranoico.

Guardò il volto di Joey. Era chiaro che stava impazzendo, se iniziava a sospettare di una ragazza come lei.

"Carino..." commentò in tono indifferente, liberandole il polso. "Non l'avrei riconosciuto. Non assomiglia per niente alle loro solite porcherie prodotte in serie."

Distogliendo lo sguardo, Joey si prese il polso con l'altra mano.

"Mia madre se l'è fatto fare su misura."

Nella sua voce si intuiva il disagio.

'L'ho messa in imbarazzo,' pensò Maxim.

"Chiunque l'abbia creato, ha fatto davvero un ottimo lavoro."

Sorridendo, cambiò discorso.

"Pronta? Andiamo?"

"Andare? Ma se siamo appena arrivati..."

"E allora?" replicò lui in tono impaziente.

"C'è molta gente che desidera parlare con te..."

"Hanno già il mio denaro."

"Non è solo questione di soldi, Maxim. È evidente che vogliono proprio te. Il tuo tempo e la tua attenzione. Anche se solo il cielo sa perché," scherzò, rivolgendogli un sorriso sarcastico. "Personalmente, ancora devo vedere il tuo fascino."

UN PRINCIPE TUTTO SUODove le storie prendono vita. Scoprilo ora