-Vahrel-
20 settembre, anno reale 638
(calendario alethiano universale: 3071 - xxxv)Teucer aveva sempre amato settembre.
Era un mese di passaggio, in cui nei campi attorno a Vahrel apparivano le prime mele e nei rovi del sottobosco maturavano le ultime more. Era il momento in cui le giornate iniziavano ad accorciarsi senza essere ancora le lunghe ore di buio di dicembre; era la stagione in cui la natura dava il meglio di sé, riempendo la valle di mille odori e facendo spuntare i funghi dal terreno bagnati dai temporali. Ed era il periodo più propizio per loro cacciatori, in cui si celebrava il dio Alnilam, gli uccelli migratori si radunavano in folti stormi prima di volare oltre il passo a meridione e i giovani cervi ben nutriti dall'abbondanza estiva si aggiravano incoscienti nella foresta alla ricerca di simili con cui combattere.
Il giovane cacciatore aggiustò la faretra in spalla e addentò la mela appena comprata, scendendo dagli scalini del porticato con saltello. Intorno a lui Vahrel stava iniziando a svegliarsi, disturbata dai cigolii delle imposte e dal crescente scalpiccio di zoccoli e stivali sul ciottolato. Era un processo disordinato, caotico, caratterizzato dal profumo del pane appena sfornato e le voci dei contadini che riempivano i portici del mercato, dagli scricchiolii delle ruote dei carretti sul selciato e le forme piene delle zucche e della frutta che quelli trasportavano. Era una confusione di mille odori, mille suoni, mille tracce, assai diverso della quiete della sua foresta. Eppure, a Teucer piaceva.
Il ragazzo si spostò di lato per evitare un carretto colmo di sacchi di iuta che si stava accostando al mercato coperto, poi inspirò a fondo l'aria frizzante di quella mattina. Nonostante il cielo terso, sapeva ancora di pioggia e di terra bagnata.
Una mattina limpida e un suolo ricco di impronte: una giornata ideale per la caccia.
Con passo veloce il giovane si allontanò dai portici del mercato, imboccando la larga via punteggiata da insegne cigolanti che serpeggiava verso l'ombra compatta delle mura. Teucer zizgava sicuro tra la folla che iniziava riversarsi in strada, affondando distrattamente i denti nella sua colazione e di tanto in tanto salutando con un veloce cenno del capo i negozianti che si sporgevano dalla porta o dalle finestre per aprire le loro botteghe. Il giovane conosceva ogni pietra di quella parte di Vahrel: anche ad occhi chiusi avrebbe saputo trovare il panettiere dove andava a comprare le focacce di segale fin da bambino e il macellaio a cui vendeva parte della sua caccia. Anche senza guardare riusciva tra un morso e l'altro a superare con un salto le numerose buche disseminate sul selciato, che il temporale di quella notte aveva trasformato in pozzanghere.
Teucer aveva raggiunto il torsolo della mela quando l'ombra sostituì la tiepida luce del mattino che stava cominciando a illuminare le facciate delle botteghe, e davanti a lui si stagliò il robusto arco di Porta Re. Addentando un'ultima volta il frutto il cacciatore si avvicinò al varco, guardando a malapena i bassorilievi erosi dal tempo e le statue nelle nicchie sopra la porta. Per lui quella struttura, la più grande e decorata delle tre porte che si aprivano nelle mura di Vahrel, era solo un ammasso di pietre che vedeva ogni giorno. Non era diversa dalla catapecchia fuori dalla città in cui venivano conciate le pellicce o i portici del mercato di fianco a casa sua, in fondo.
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Il Cacciatore e la Mimosa [alethia saga spin-off]
Fantasy𝘝𝘢𝘩𝘳𝘦𝘭, 𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘦 638 Un prodigio dell'arco, un amico leale e una maledetta anima dispettosa: è così che i suoi compagni cacciatori definirebbero il giovane Teucer Dileas. Ed è questa la vita dell'appena ventunenne cacciatore: fare s...