Prologo

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È il primo giugno del 1972.

《Sono furiosa, questa volta è quella definitiva! Non mi vedrà più e io non dovrò più avere a che fare con quelle arpie delle sue due sorelle maggiori né con sua madre! Aaaaah ma stavolta scompaio, lo faccio davvero e nessuna parola potrà trattenermi qui.》
《Questo sarebbe dovuto essere il tempo delle aspettative soddisfatte, io ho già 26 anni e la zitella, o meglio la "fidanzatina a vita", non la voglio fare!
Me ne vado da questa piccola e angusta provincia meridionale, andrò a Milano e troverò un lavoro! Potrei persino lavorare in tv o in radio, d'altronde la parlantina non mi manca, sono spigliata, ho una laurea in lettere ed anche un discreto fascino.》

《Accidenti a te Marcello, mi hai fatto perdere 10 anni in aspettative inutili, mannaggia a te, alla tua famiglia e alle stupide usanze retrograde! È il XX secolo d'altronde!
Si tratta solo di rimettere a posto i cocci della mia anima, so che posso farcela.》

Questo è quello che borbottava tra sé e sè Renata mentre chiudeva in fretta e furia tutte le sue poche cose in una spessa valigia in cuoio marrone, rettangolare, pesantissima già da vuota, quasi impossibile da poter alzare una volta piena.
La radio suonava "La prima cosa bella" dei Ricchi e Poveri: 《...la prima cosa bella che ho avuto dalla vita, è il tuo sorriso giovane, sei tu...》

Mentre calde lacrime solcavano le sue guance, Renata riunì nella valigia i ricordi di una vita: qualche vestito e qualche cappello, l'unico cappotto buono, quello della domenica, e le scarpe che il caro babbo le aveva comprato per la sua laurea ormai due anni prima. Impacchettò i suoi cari libri con cura in uno scatolone e proprio tra le loro pagine ripose una foto che riportava la data del 15 agosto 1971, quasi un anno prima: ritraeva lei e Marcello, quello che era stato il suo fidanzato per 10 lunghissimi e felici anni, seduti su una panchina del loro paese, sorridenti in bianco e nero, si tenevano la mano pieni d'amore e speranzosi. Dico speranzosi perché Marcello le aveva appena chiesto di sposarla, Renata ovviamente aveva detto di sì, quello che non sapeva è che qualche giorno dopo avrebbero avuto un ferreo divieto.

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