Uno come me

949 55 0
                                    

<<Guarda quella! Assomiglia a Lombardi!>> esclamò divertito Simone indicando una nuvola nel cielo sopra i suoi occhi. Manuel seguì scettico il dito dell'amico e, proprio come aveva pensato, quella nuvola non assomigliava per niente al loro professore di latino.

<<Ma che stai a dì Simò?! Quella nuvola al massimo assomiglia al panino che se semo magnati a pranzo.>> Simone, sentite le parole di Manuel, scoppiò a ridere e l'altro proprio non capiva come potesse ridere così tanto a una battuta così scema, però lo vide felice e non osò rovinare quel momento di leggerezza. I mesi precedenti non erano stati per niente facili, anche se di una cosa Manuel era davvero grato: Simone. Appena lo aveva incontrato nella sua nuova classe non pensava di potergli essere amico, adesso, invece, non poteva proprio farne a meno.

Era aprile e Simone non aveva ancora tolto il gesso al braccio sinistro. Da quando aveva avuto l'incidente, Manuel non lo lasciava mai solo. Passavano, infatti, i pomeriggi sempre insieme e quello non faceva di certo eccezione. Di solito studiavano o, almeno, ci provavano. Da quando Simone aveva scoperto la verità sul fratello Jacopo aveva ritrovato una certa serenità, come se sapere della sua morte avesse dato un senso a tutto: ai comportamenti della madre, alla sparizione di suo padre e anche al senso di vuoto che provava dentro di sé. Manuel, quel giorno in ospedale, aveva temuto di perdere Simone e in parte si sentiva responsabile del tentato suicidio del ragazzo. Un pomeriggio di alcuni giorni prima, infatti, mentre erano nel garage sotto casa di Manuel, quest'ultimo gli aveva urlato "Tu per me manco esisti!", ma non era vero, temeva solo che la sua amicizia portasse Simone a mettersi nei guai e allora gli aveva gridato delle cose orribili, che non pensava. La verità era semplicemente un'altra: Manuel sentiva che Simone stava diventando una delle persone più importanti della sua vita. Mentre gli diceva quelle parole sentiva non solo il cuore di Simone spezzarsi, leggendoglielo negli occhi tremanti, ma sentiva anche il suo, anche se non era consapevole del perché. Tornando le cose alla normalità, Manuel non aveva più intenzione di allontanare Simone, non voleva che si sentisse di nuovo solo come quel giorno in cui aveva ingerito tutte quelle pasticche. Manuel si sarebbe assicurato che sul volto dell'amico ci fosse sempre stato il sorriso, ma non uno di quelli finti mostrati a chi di come stai non interessa veramente; no, Manuel voleva che anche il cuore di Simone ridesse, proprio come in quel momento, mentre erano stesi sull'erba vicino alla piscina vuota a casa Balestra.

Dopo diversi giorni di pioggia, infatti, in cielo splendeva un sole lucente e molto caldo. I ragazzi non avevano molto da studiare e visto il bel pomeriggio avevano deciso di stendersi sull'erba e fumare un po'.

Non appena Simone smise di ridere, il suo sguardo incrociò quello di Manuel e non poteva non pensare a quanto fosse bello con quei riccioli disordinati, attraverso i quali voleva tanto passare le sue mani, con quei lineamenti spigolosi che lo facevano sembrare più grande ma che per lui formavano il viso più dolce che avesse mai visto, proprio come la sua voce. Manuel si mostrava agli altri come uno sbruffone, duro e sicuro di sé, ma Simone lo aveva visto nei suoi momenti di fragilità, gli era stato accanto. La sofferenza e le paure di Manuel erano diventate la sua sofferenza e le sue paure.

<< Ahó, allora?>> Manuel aveva chiaramente notato che Simone non lo stesse ascoltando, ma quello che gli stava dicendo era qualcosa che tra loro era rimasto in sospeso. Da quando avevano litigato quel pomeriggio nel garage non avevano più provato a riparlare di quel momento che avevano condiviso alla festa di compleanno di Simone. Dopo l'incidente avevano ripreso a comportarsi come se nulla fosse successo e Manuel pensava a quella serata e alle parole di Simone più di quanto volesse ammettere. <<Stanotte, penso sia stato...bello.>> Simone era stato sincero con Manuel, che però a sentire quelle parole aveva cominciato a sentire caldo come se qualcuno avesse acceso il riscaldamento. In realtà, il fuoco era acceso, ma dentro di sé. Fare l'amore con Simone aveva fatto provare a Manuel emozioni che non aveva mai sentito. Non aveva avuto molte ragazze e anche se stare con loro gli piaceva, e gli piaceva davvero, stare con Simone quella notte gli aveva fatto scoppiare il cuore e sentendogli pronunciare quella frase, nella sua mente avevano cominciato a vorticare mille domande. Era giunto il momento di parlarne.

Uno come meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora