SCIGHERA

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Stasera, come altre, la mano prende
e alla bocca porta e riporta il boccale.
Una semplice osteria dall'odore familiare
figlia di tempi andati e ormai dimenticati.

Un paiolo, un giargianese e un focolare
si parla insieme di vita, amori e ligera.
Osservo il vetro opaco e dietro le tende
la scighera a poco a poco piano scende.

Me ne vado verso casa questa sera
non piú solo ma insieme alla mia scighera
che mi regala tante finestre appannate
avvolte da bianche luci confuse e sfumate.

Intravedo le figure ballare danze ignote
dentro enormi stanze di mobili vuote.

Scighera sei stata la mia migliore amica
in una serata passata in osteria
cantando con ladri, sbirri e gran puttane,
cuocendo polenta e bevendo vin brulê.

Malsana allegria mi pervade, e mi assale
la nostalgia con un freddo brivido vitale.

Al decimo boccale sparisce la mia scighera,
mi ridesto in sottofondo di musica new age
in un asettico moderno fashion pub
con gente perbene e una pay per view.

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