MANUEL:
Non sono mai stato il tipo di ragazzo che ascolta canzoni strappalacrime, o canzoni tristi. Ma durante l’estate ho incominciato ad avvicinarmi a nuovi mondi che potessero portarmi via dalla realtà triste che stavo vivendo. Mi mancava qualcosa, mi sentivo costantemente insoddisfatto e ogni scusa era buona pur di non pensare.
Pur di non pensare a Simone, al nostro bacio, al nostro litigio in garage, al suo incidente, alla nostra relazione, qualsiasi essa fosse, fredda come un ghiacciaio non intendeva sciogliersi.
Le uniche persone che frequentavo era Virginia la nonna di Simone, Dante e mia madre Anita. Questo perché erano le uniche persone che vedevo da quando mi ero trasferito per l’amore di mia madre alla vecchia villa Balestra. Non mi sentivo a mio agio lì dentro, mi sentivo costantemente osservato, costantemente solo.Simone per tutta l’estate ha deciso di andare a vivere da sua madre a Glasgow e l’unica persona amica che mi era rimasta era Chicca, a mia sorpresa. Ero stato una merda con lei, ero stato una merda con Simone e l’unica cosa buona che avevo fatto era stata impegnarmi a scuola, persino in latino per compiacere il professore Lombardi, e quindi non perdere l’anno e trovare un lavoro come barista in un bar vicino casa per trovare quel poco di indipendenza che non sono mai riuscito a trovare. Volevo rimediare a tutti i miei errori, a tutte le cazzate che avevo fatto in quei mesi.
La mia vita sembra essersi fermata a quel pomeriggio al cimitero con Simone per andare a trovare la tomba di suo fratello Jacopo.“Vieni con me? Devo fare una cosa importante” mi chiese Simone mentre tutti gli altri uscivano dall’aula felici di aver finalmente finito l’ennesimo anno scolastico. Aveva uno sguardo diverso da quando l’avevo conosciuto, era piu’ allegro, piu’ sorridente, ma in quel momento il suo volto era diventato di colpo cupo.
“Certo che vengo con te.” gli avevo solo risposto. Non serviva chiedere cosa dovesse fare di così importante, qualsiasi cosa fosse so che era veramente importante e se lui voleva la mia presenza ne potevo solo essere onorato. Tutte le volte in cui lui mi ha detto “Vengo con te”, quando mi andavo a mettere nei casini per gli impicci che avevo con Sbarra, risuonavano nella mia mente ogni giorno, e in quel momento dovevo ricambiare una piccolissima parte di tutto ciò che lui aveva fatto per me senza nemmeno pensarci due volte.Eravamo andati sul posto col il suo scooter, non conoscevo la meta, ma appena arrivammo a destinazione capì. Ero contento che avesse cercato me in un momento difficile come quello. Forse non avevo perso del tutto Simone, pensai.
Non ci eravamo detti nulla, lui era andato avanti e dopo essersi fermato su una tomba con un grosso peluche di una scimmia appoggiato accanto, mi aveva solo detto “è qui.”
Lo raggiunsi e lo abbracciai. Io ero lì per lui, in quel momento e per sempre ero dalla sua parte. Il suo dolore era adesso pure il mio.Quando ritornammo a casa il tragitto fu silenzioso. Lui guidava e io ero dietro tenendomi sui sui fianchi per la troppa velocità.
Tutta quella vicinanza a lui, dopo tutto ciò che era successo, mi faceva effetto. Lui invece sembrava impietrito sotto quel punto di vista. Niente sguardi sfuggenti, niente battutine di gelosia, nessun sfioramento dei nostri corpi, dopo quella sera. Neanche per sbaglio.“Me lo sono meritato”, mi ripetevo continuamente, eppure ci stavo ancora male e mi sentivo terribilmente in colpa per come l’avevo trattato quel giorno in garage.
Da quel giorno non parlammo piu’ di quel bacio, non parlammo piu’ di quella notte. In realtà da quel pomeriggio non parlammo più.“Su, sveglia Manu” la voce di mia madre mi svegliò dal sonno. “ti ricordi che stamattina arriva Simone?”
E come dimenticarlo. Avevo fatto il conto alla rovescia per tutta l’estate e finalmente quel giorno era arrivato. “Mo me alzo mà” urlai ancora in dormiveglia.
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Lie to me - Simuel
FanfictionTratto dalla storia: "Sei andato via senza salutarmi, perché?" presi coraggio e gli feci la domanda tanto gettonata che aveva rimbombato nella mia testa per ben 3 mesi. Simone tirò su la schiena facendo un sospiro, poi ancora fissando il pavimento. ...