Gennaio 1999
La vistosa piuma di pavone che Hermione aveva ricevuto in dono da Harry per Natale, spezzava con un tocco di colore le tonalità di beige e marroncino che caratterizzavano la maggior parte dei suoi libri e pergamene; soprattutto, contribuiva a ricordarle che anche lei, ogni tanto, poteva concedersi il lusso di essere frivola. Dopo averla incastrata tra le dita, la Gryffindor la faceva oscillare con frenesia.
Malgrado le grandi aspettative, le vacanze invernali non si erano rivelate per nulla rilassanti ed erano finite anche peggio. La colpa non poteva che essere stata di Ron e dei suoi dannatissimi nervi. Quasi ogni singolo giorno alla Tana era stato un susseguirsi di grida e pianti provenienti da entrambe le parti. Era stato imbarazzante soprattutto nei confronti dei signori Weasley, poiché Hermione si era trovata costretta a ricambiare la loro affettuosa ospitalità accusando il figlio più giovane di essere stupido quanto un calzino bucato.
Anche se non avevano mai smesso di litigare, finchè era stata ospite in casa sua aveva continuato a definirlo "il suo ragazzo"; ma da quando aveva rimesso piede a Hogwarts - dopo un'ultima notte trascorsa nello stesso letto senza nemmeno sfiorarsi - si sentiva come se tra di loro fosse finita. Credeva che da quel rapporto avesse già spremuto ogni goccia di felicità possibile e che non fosse rimasto nient'altro da prendere.
Era così turbata a causa di Ron, che Hermione per la prima volta ebbe difficoltà a concentrarsi nello studio. Le lezioni erano diventate difficili. Il suo cervello, una volta infallibile, era distratto e non più in grado di assimilare nozioni. Non che il lento mormorio del professor Rüf le fosse di qualche aiuto. Lo sentiva raccontare qualcosa a proposito di Grindelwald, ma le uniche parole che riusciva ad afferrare erano il nome di Silente ripetuto più volte. La sua pergamena, solitamente stracolma di appunti, era intonsa.
Hermione avrebbe voluto volare da Ron e picchiarlo ovunque si trovasse, anche nel bel mezzo del Ministero, al reparto reclute del Quartier Generale degli Auror. Se avesse ottenuto dei M.A.G.O. insufficienti a causa sua, non glielo avrebbe mai perdonato.
Dopo il primo quarto d'ora di tentativi fallimentari, la Gryffindor rinunciò a seguire la lezione di Storia della Magia. In fondo, sapeva già tutto sulla Prima Guerra Magica - forse anche meglio dello stesso professor Rüf - e prendere appunti era per lei soltanto una questione di formalità.
Si distrasse puntando il rassicurante quanto raro sprazzo di cielo blu che si affacciava dalla finestra più vicina. Poggiò il mento al palmo della mano e si piegò leggermente a destra, per poter meglio ammirare il panorama.
Non riuscì a rilassarsi a lungo. Davanti alla finestra era seduto Draco Malfoy, e lui era una di quelle persone che era impossibile non notare. I primi bottoni della camicia dello Slytherin erano sganciati e la cravatta verde-argento era allentata, lasciando esposta una porzione di pelle diafana. Stravaccato sulla sedia, le lunghe gambe erano stirate in avanti.
Si stava annoiando come tutti gli altri, ma Hermione non mancò di notare come almeno lui fosse riuscito a mettere insieme qualche appunto. Le emozioni negative non dovevano essere niente di speciale per uno come Malfoy. Essendo, queste, parte integrante della sua normalità, doveva aver imparato a conviverci.
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Settimo Anno
Fanfiction[DRAMIONE] Dopo le vicende della battaglia di Hogwarts, Draco e Hermione tornano a scuola per portare a termine l'ultimo anno. La guerra ha reso Hermione ancora più forte e risoluta di prima, ma Draco è in lotta con se stesso e deve gestire una ver...