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Sono le 8.30, poi le 8.35... 8,40.
La sveglia suona ad intervalli regolari, ma come ogni mattina non la sento. È mia madre che mi sveglia. Devo studiare, ho un esame il mese prossimo e sono indietro con lo studio. L'università è ormai diventata un cruccio, un' angoscia, ed ogni esame risulta sempre più faticoso, ma ormai ci sono... un piccolo sforzo.

Mi alzo con fatica e preparo un caffè. Non ho mai amato fare colazione, il sapore del cibo dolce la mattina mi disgusta.
Degusto il mio caffè ristretto, accendo una sigaretta e mi perdo nei miei pensieri prima di iniziare la mia routine.
È forse questo il mio problema più grande. A 25 anni sono intrappolata in una routine, una routine che non mi appartiene, il mio bisogno di libertà, di continue novità è sempre più prepotente e... mai intrappolare un leone in una gabbia, da un momento all'altro potrebbe commettere una grossa stronzata solo per riuscire ad evadere un solo giorno.

Carla l'incontentabile, Carla la pretenziosa, Carla la vivace, Carla l'iperattiva. Ecco gli aggettivi che le persone a me più vicine utilizzano per descrivermi.
Questo mio bisogno costante di fare sempre qualcosa di nuovo, porta a stancarmi facilmente delle persone che non riescono a stimolarmi, di persone poco propositive e la mia multipotenzialità ed ecletticità è sempre stata un problema nei rapporti interpersonali.
Un peso che mi trascino, come un prigioniero che trascina le catene ai piedi consapevole che solo il destino, se vorrà, potrà regalargli una seconda possibilità.

Scaccio i pensieri, sono dinanzi ad oltre 500 pagine che mi attendono. Imposto il cellulare in modalità aerea e cerco di concentrarmi.

Dopo un'ora scarsa di studio inizio a contrare le pagine che mi separano dal successivo capitolo, ma sento che la mente è già altrove.
"Forza Carla, altre tre pagine".
Leggo quelle tre pagine con fatica, il mio cervello rifiuta di capirle, ma sono testarda. Ormai in giurisprudenza si laureano tutti, penso. Le rileggo la seconda, la terza volta, mi appunto dei passaggi scovati su internet. Ho capito.

Soddisfatta, mi alzo dalla mia postazione. Preparo un altro caffè per me e mia nonna, ormai mia madre è a lavoro. Accendo la connessione dati.
Due messaggi.

"Amore di mamma come procede lo studio?"
"Procede. Sono in pausa."
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"Amo buongiorno. Oddio hai spento la connessione, allora stai seriamente studiando"

Marco, il mio migliore amico. Anche lui frequenta la mia stessa facoltà. Non so spiegare a parole il rapporto che ci lega, è qualcosa di così profondo e pulito che ho difficoltà. Lui è la mia spalla, il mio supporto, il mio confidente, il mio compagno di avventure e di vita. È una delle poche persone che mi è sempre stata vicina, l'unica persona che sa tutto del mio passato.

"Ahahahahahaha amo buongiorno a te. Studiare è un parolone, ci sto provando. A te come va?" Rispondo divertita.

Mentre scrivo il messaggio, noto in alto sullo schermo il simbolo della localizzazione.
Ricordo subito la mia delusione e la mia speranza per il giorno dopo, mossa dalla curiosità apro l'app.
56 utenti vogliono interagire con me. Sono stupefatta.
Inizio a scorrere quella sorta di bacheca, fatta di immagini correlate da nomi, nazionalità ed età. In realtà non mi stupisce che molti abbiano solo foto del loro addome o semplicemente di paesaggi o, ancora, gattini.

Più scorro, però, e più non riesco a staccare lo sguardo da un volto in particolare. Apro il suo profilo. "È palesemente un fake" penso ad alta voce. Troppo bello per essere vero, sembra un modello. Leggo la descrizione scritta in un inglese impeccabile.

"Basket, altezza 1.87.
Non mi piacerebbe avere un appuntamento banale. Potresti scegliere tra questi.
- Andare allo zoo e travestirci da addetti per dare false e divertenti informazioni sugli animali
- Mangiare in uno di quei ristoranti sospesi in aria
- Fare un giro su una Lamborghini"

Ed una carrellata di appuntamenti così divertenti che mi trovo a sorridere immaginandomi in quelle situazioni. Leggo la nazionalità e l'età. Marocco. 27 anni.

"Non puoi essere vero" penso tra me e me "sei un fake e poi sono qui per fare amicizia con i coreani".

Chiudo l'app senza confermare o rifiutare. La chiudo e basta. Ho 24 ore di tempo prima che scada la sua richiesta.

Accendo una sigaretta e riprendo il mio studio decidendo di scacciare via qualsiasi pensiero frivolo, la distrazione è dietro l'angolo, ma devo concentrarmi.
Le ore trascorrono, la sveglia per la medicina di mia nonna suona ed ormai è quasi ora di preparare il pranzo.

Mentre pranzo, ricordo di avere ancora impostata la modalità aereo, tocco su OFF.

"Avete pranzato?" È mia madre.
"Stiamo mangiando" la liquido

Tre note vocali di Marco in cui si lamenta dello studio. Risponderò dopo.

Apro l'app ed accetto.
La mia discesa agli inferi è iniziata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 28, 2022 ⏰

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