Dopo il breve incontro con Kaden, le ore di lezione passano tranquille, o per lo meno tranquille per me, il che significa che tra un corso e l'altro le persone mi osservano come fanno sempre, sussurrano come fanno sempre e mi lanciano palline di carta per infastidirmi come fanno sempre. Tranquille, no? Questo fino a quando, prima dell'ultima lezione, non vengo bloccata da Kaden contro un armadietto mentre la campanella che annuncia l'inizio della sesta e ultima ora suona.
"Cosa vuoi ancora, Kaden?", chiedo infastidita, sapendo che arriverò in ritardo a lezione.
"Tu, Alexia Graves, non avevi alcun diritto di comportarti così nei miei confronti questa mattina,", quasi ringhia, stringendomi i polsi con le mani e sbattendomi contro l'armadietto, "e non mi sembra affatto giusto", continua, "che tu debba restare impunita per questo.". Spinge il suo corpo contro il mio, e devo trattenermi dall'usare il mio potere, fingendo che mi stia facendo male.
"E cosa hai intenzione di fare, esattamente? Abusare di me in un corridoio della scuola? E pensare che ti facevo una persona più intelligente.", rispondo, cercando di mantenere la calma. Se è davvero questa la sua intenzione, sarà meglio che si prepari a provare quanto più dolore possibile.
"No, Graves. Non voglio toccarti. Solo l'idea di fare qualsiasi cosa con te mi fa venire i conati di vomito.", risponde. "Quello che voglio fare è farti capire che tu sei inferiore a me, e metterti contro uno Smith è la cosa più stupida che tu potessi fare.". Si spinge ancora di più contro il mio corpo, quasi come se volesse farmi percepire la sua imponenza.
"L'importante è crederlo, Kaden.", ghigno, svincolandomi facilmente dalla presa dei suoi polsi e spingendolo con più forza del necessario, facendolo quasi cadere. "Qui, tesoro, nessuno è inferiore a nessun'altro,", continuo, guardandolo negli occhi, "e io non sono un'eccezione.".
"Tu sei solo una lurida troia.". Prima ancora che io abbia il tempo di rispondere, la sua mano scatta verso la mia guancia, colpendola con un sonoro schiaffo. Oh, Kaden, questo non dovevi farlo. Alzo lo sguardo e incontro il suo, un luccichio di soddisfazione visibile attraverso i suoi occhi.
"Hai ragione, Kaden, sai? Non mi sarei dovuta mettere contro uno Smith.", sussurro, "Però hai sbagliato anche tu:", continuo, "non bisogna mai mettersi contro una Graves. Ti consiglio vivamente di starmi alla larga, perché la prossima volta non sarò tanto clemente da lasciarti andare via così.", dico con voce intimidatoria. Lui mi guarda senza espressione, poi va via.
Appena mi trovo sola, controllo l'ora sul cellulare, e noto che mancano solo venti minuti alla fine della lezione. A questo punto è inutile entrare in classe, perciò porto i miei libri nell'armadietto e aspetto che la campanella segni la fine delle lezioni.
Una volta suonata, esco dalla porta principale, quando mi sento chiamare.
"Ehi, mostro.". Non ho neanche bisogno di girarmi per capire chi è, quella fastidiosa voce sarebbe riconoscibile tra un milione di altre voci nel bel mezzo di un concerto.
"Cosa vuoi, Tyler?", sbuffo.
"Beh, vedi, credo che sia arrivato il momento di mettere da parte le nostre discussioni e il nostro passato e conoscerci meglio.", dice, quasi ingenuamente, avvicinandosi a me.
"Come scusa? Mi dispiace, Hunt, ma non me la bevo. Quanto ti hanno pagato per provare a convincermi?", chiedo.
"Un po'.", risponde con il suo solito ghigno.
Lo sapevo. Mai Tyler Hunt si sarebbe avvicinato a me di sua spontanea volontà. Non che io lo volessi. Nonostante io sia abituata a queste cose ci resto sempre un po' male, anche se cerco di nasconderlo. Poi, però, la tristezza viene sostituita dalla rabbia e dall'odio verso la maggior parte degli esseri umani, e raramente finisce bene.
STAI LEGGENDO
Il Mostro
Roman pour AdolescentsIn un mondo dove vampiri, licantropi e stregoni vagano indisturbati tra gli umani, in una piccola cittadina del North Carolina, una giovane ragazza finisce in qualcosa più grande di lei. Riuscirà ad uscirne fuori?