Tornai a respirare solo quando l'acqua calda della doccia iniziò a scorrere sulla mia schiena, la lasciai libera di cadere per un tempo che sembrò infinito e nel mentre mettevo in ressegna i miei pensieri.
Erano state delle settimane difficili: ancora non sapevo chi fossi né da dove venissi, tutto mi sembrava così nuovo e spaventoso. Però in compenso avevo scoperto diverse cose: la città dove mi trovavo si chiamava Miriad, che faceva parte di una vasta regione che prendeva il nome di Rythós. Tutti in quella landa di terra possedevano un "dono" o "potere" , ovvero una qualità che li contraddistingueva dagli altri. Da quello che mi aveva spiegato Zaira esistevano due tipi di dono: quello ereditario che come dice il nome veniva trasmesso geneticamente dai genitori, come lei che aveva ereditato il potere della guarigione dalla madre. Oppure poteva essere del tutto nuovo e completamente diverso come Lucien, lui era nato con la capacità di comandare fulmini e saette, cadevano dal cielo come in un temporale, l'elettricità era il suo elemento, e questo veniva definito nascente.
Avevamo passato tutta la settimana a capire quale fosse il mio "dono" ma senza successo, sembrava che niente in me fosse così speciale e questa situazione mi stressava molto.Misi il piede fuori da quelle quattro pareti di plastica solo dopo una buona mezz'ora, lo specchio sopra il lavabo era completamente appannato, non riconoscevo la mia figura ed ironicamente era esattamente la sensazione che sentivo dentro di me.
Presi un asciugamano e me lo legai intorno al busto ed uscii dalla stanza con ancora i capelli bagnati. Mi avviai verso quella che doveva essere la camera di Zaira, non c'era molto posto in quella casa quindi avevano deciso di sistemarmi lì. Entrai cercando di fare meno rumore possibile, era molto presto ed erano tutti ancora a letto, raggruppai dei vestiti e tornai nel corridoio chiudendomi la porta alle spalle.
Con la grazia e la compostezza che mi hanno sempre contraddistinto (almeno fino a quel momento) andai a sbattere contro qualcosa di enorme, o come avrei scoperto poco tempo dopo qualcuno
"Guarda dove metti i piedi" commento Kyan con la voce assonnata, mangiandosi un po' le parole.
Mi alzai su un gomito mentre con l'altro braccio mi accarezzavo la nuca
"Perché non guardi tu dove cammini?" risposi inacidita dalla sua mancanza di tatto, non che fosse una novità per lui. Non rispose, mi superò oltrepassando le mie gambe e raggiunse la cucina. Appena mi alzai da terra sbuffai frustrata, poi entrai nel bagno per cambiarmi.
Uscii poco tempo più tardi e guardando l'orologio constatai che era ormai troppo tardi per tornare a letto quindi decisi di andare in cucina per prepararmi un tè. Una volta entrata trovai Kyan intento ad armeggiare con il bollitore e risi perché sembrava in difficoltà, un ringhio di disapprovazione uscì dalla sua bocca facendomi ricomporre. Mi avvicinai a lui
"Dammi qua, ci penso io" con una mossa esperta rubai dalle sue grandi mani la caraffa e la posizionai sopra all'incastro facendolo scattare immediatamente e finalmente il misuratore di temperatura iniziò a salire, mi girai nella direzione del ragazzo con uno sguardo divertito
"Prendi una tazza anche per me per favore?" chiesi gentilmente, lui annuì e si spostò dall'altra parte della cucina.
Studiai con gli occhi ogni suo movimento: indossava una t-shirt nera forse di una taglia inferiore alla sua e un paio di pantaloni della tuta grigi un po' slavati, era scalzo e aveva i capelli scompogliati. Mi morsi il labbro inferiore d'istinto, non potevo mentire a me stessa, era incredibilmente sexy. Si alzò sulle punte per arrivare alle tazze sullo scaffale alto, la maglia lasciò intravedere la pelle sottostante dove notai una grande linea rosea che sbucava dall'elastico dei pantaloni
"Dove ti sei fatto quella cicatrice?" mi pentii subito di averlo chiesto, in pratica avevo appena ammesso che lo stavo guardando, mi sentii avvampare
"Fai troppe domande" rispose secco lasciandomi spiazzata, posò le due tazze sul tavolo e prese due filtri per il tè
"Quando è pronto avvertimi, vado un attimo in camera mia" aggiunse prima di scomparire dalla mia vista.
Sarebbe stato l'uomo perfetto se solo Dio non gli avesse dato il dono della parola. Tanto bello quanto stronzo.
Il "bip" della macchinetta mi svegliò dai miei pensieri, così presi in mano la brocca versando l'acqua calda nelle tazze immergendoci successivamente il filtro. Aspettai cinque minuti poi decisi di fare quello che Kyan mi aveva chiesto, mi diressi verso la sua camera e senza bussare aprii la porta
"Kyan il tè è.. Oh" la sua espressione dura mi colpì come una sberla, era davanti allo specchio senza maglietta, una di quelle scene che qualsiasi donna vorrebbe trovarsi davanti ma con qualcosa di diverso. Il suo dorso come il petto e l'addome erano ricoperti di cicatrici, alcune lunghe e sottili come tagli mentre altre più tondeggianti come se fossero fori o bruciature.
"Io.. Mi dispiace, ti aspetto di là" continuai cercando di non far notare il bordeaux delle mie guance, lui senza dire una parola si avvicinò alla porta e me la chiuse in faccia. Serrai le labbra e mi maledissi di nuovo, ero davvero così una frana? Decisi di non pensarci troppo e di tornare a gustarmi il mio tè.
Mi raggiunse dopo quasi cinque minuti, aveva di nuovo la maglia
"Se ci vuoi lo zucchero te l'ho lasciato sul tavolo" dissi mentre mi sedevo sul divano, non rispose come al suo solito ma sentii il rumore del coperchio di porcellana che si apriva. Poco tempo dopo lo vidi entrare in salone e sedersi non molto distante da me, lo guardai incuriosita ma lui sembrò non notarlo quindi tornai al mio tè in silenzio.
"Le mie cicatrici risalgono a molto tempo fa" schiusi le labbra cercando di capire se mi stesse veramente parlando o fosse solo la mia immaginazione "Tu non lo ricordi ma c'è stata una guerra, brutale e sanguinosa tra il nostro attuale re e il suo predecessore" iniziò a spiegare tenendo fisso lo sguardo sul muro davanti a noi, come se stesse rivivendo quei momenti "Abbiamo partecipato tutti, é così che ho conosciuto Lux e Zaira. Se non fosse stato per loro non sarei qui adesso.." sorrise appena, un sorriso così sincero che mi contagiò
"Quindi sono ferite di guerra?" chiesi portando la tazza alle labbra, lui mi fissò per qualche secondo e poi abbassò lo sguardo annuendo, si vedeva che non voleva parlarne
"Ho capito... Mi dispiace davvero per prima, avrei dovuto bussare.." dissi con un filo di voce, terribilmente in imbarazzo
"Non sei sicuramente la prima donna che mi vede senza maglietta" fece spallucce, assottigliai lo sguardo incredula, fino a due secondi fa la conversazione era molto più profonda o me lo ero immaginato?
"Non oso immaginare quante" il mio tono ironico lo colpì più di quanto mi aspettassi infatti sollevò lo sguardo su di me e sorrise appena.
Il silenzio che ne seguì fu interrotto da Lucien, spalancò la porta del salone urlando un "Buongiorno" ad un decibel un po' troppo elevato
"Lux?" lo richiami, il biondo mi guardò sorridente
"Dimmi cara" con il tempo passato in quella casa avevo cambiato idea su di lui, non avrei mai immaginato che dietro quel muro di ghiaccio che mi ero trovata davanti quando l'ho conosciuto ci fosse un'anima buona e gentile
"L'acqua nel bollitore è ancora calda se vuoi farti un tè" lo informati, sorrise di nuovo
"Ti ringrazio" sparì in cucina subito dopo.Ero già in camera da un po' quando sentii la porta aprirsi di scatto
"Dai moretta dobbiamo continuare ad allenarci" la figura di Kyan comparve e scomparve dalla mia vista in due secondi, sbuffai continuando con un "che palle"
"Ti ho sentito, muovi il culo!" risi divertita prima di alzarmi, mettermi una felpa e scendere di corsa.
Quando arrivai nel cortile tutti erano già pronti, mancavo solo io
"Ecco la ritardataria" Zaira comparve alla mia destra sorridente, ricambiai il sorriso
"Muoviamoci, non abbiamo molto tempo" e così ci mettemmo a lavoro.
Gli allenamenti erano estenuanti ma con l'andare avanti del tempo avevo iniziato a prenderci l'abitudine, molte cose ero riuscita ad impararle in fretta, Lucien aveva supposto che avevo delle basi del combattimento già nella mia "vita precedente" e il mio corpo stava solo tornando alle vecchie abitudini.
Eravamo passati già alle spade di legno, Kyan mi stava letteralmente mettendo all'angolo ma cercavo di dare del mio meglio. Con una mossa strategica mi disarmò e mi fece perdere l'equilibrio, mi appoggiò la punta della lama sul collo
"Sei morta" sbuffai dandomi dell'incapace scatenando la risata di tutti.
Improvvisamente qualcosa colpì la mia attenzione, un rumore lieve come un fruscio ma non era causato dal vento, non sapevo come ero riuscita a capirlo ma ne ero sicura
"C'è qualcuno.." dissi, tutti si allarmarono
"Lux, le armi. Veloce." le parole di Kyan furono poche ma mi diedero un senso di inferiorità nei suoi confronti, l'altro annuì e scomparve in casa.
Ero spaventata, stavano cercando me?
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Forgotten.
Teen Fiction"Aprii gli occhi improvvisamente e respirai come se fosse stata la prima volta dopo tanto tempo. Sentivo i miei polmoni bruciare mentre riprendevo il controllo del mio corpo. Mi guardai intorno cercando di mettere a fuoco il paesaggio che mi circond...