Prologo

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<STASERA SI SBOCCIA!>

Gridò Matt, esultante e fiero di se per aver superato brillantemente la prima settimana di scuola dopo le vacanze di Natale.

<Tu sei scemo se pensi che io esca con questo freddo. É giá tanto se sono venuta a scuola>
<Peccato, Carol ci teneva a rivederti>
<Ann, devi smetterla di usare i tuoi trucchetti psicologici con me. Io volevo dormire>

Si lamentó Alisia, mentalmente autocommiserandosi per la sua poca forza di volontà.

<Ehi, sei tu che sei facilmente corrompibile e super lesbica, Sia>

Esclamò beffarda Ann, facendo scoppiare in una fragorosa risata tutta la comitiva, compresa la sottoscritta

<Sei la migliore Netta, io vado da Alan, a dopo giovini>

Mi dileguai, e andai presso l'ingresso dell'istituto ad aspettare il mio amico, che era in un'altra sezione e con il quale sarei dovuta andare a casa.

Mi appoggiai di un muretto, e i pensieri cominciarono a frullare nella mia testolina.
Quant'era cambiata la mia vita da un anno a questa parte, cavolo...quella non si poteva chiamare vita. Nessun amico, nessuno con cui aprirti, tutti pronti ad attaccarti al primo segno di debolezza. Era piú una prova di sopravvivenza, un ambiente selvaggio e ostile dove vige la legge del più forte; e il bruco si é dovuto prematuramente mutare in farfalla.

<Ehi, farfallina>

Il richiamo del mio amico interruppe il mio trip mentale. Proprio non riusciva a chiamarmi con il mio nome; per lui ero o farfallina, o farfattina, o Selene, che sarebbe il mio nome in greco. Mi chiamo Luna, ma pochi mi chiamano così.

<Se non ti muovi dovrai portarmi in braccio a casa, signorino. Ho bisogno di dormire almeno un paio d'ore prima di uscire, altrimenti non ci arrivo a domani>
<Hai fatto le ore piccole anche stavolta... Perché non prendi qualcosa per dormire? Ti aiuterebbe>

Lo guardai con lo sguardo più truce che potessi fare un quel momento, per sollecitarlo a capire che avesse detto un'emerita stronzata. Avevo già provato tranquillanti o concilianti per il sonno: non mi sono svegliata per tre giorni, e questo lui lo sapeva.

<Si ma calmati tesoro mio, non merito la morte, sono troppo giovane bello per morire>

Il suo tono melodrammatico era qualcosa di esilarante, ma mi sforzai nel fare l'arrabbiata pur di non dargliela vinta.
Arrivai davanti casa mia, esausta, e salutai Alan, che per arrivare a casa sua avrebbe dovuto proseguire tre case più avanti.

<A dopo, farfattina!>
<A dopo, coglione!>

-Angolino pandistelle-

Queste sono le pensate che la mia mente disagiata partorisce a mezzanotte precisa (si é mezzanotte e domani ho scuola :D)
Spero vi piaccia, chiedo venia per tutti i possibili errori grammaticali, e se volete lasciate un commento per dirmi come vi sembra questa storia :3
Winx, Enchantix *sparisce*

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