A TE, LA MIA INDIMENTICABILE SORELLA

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È da due anni, da quando te ne sei andata, che ogni pomeriggio, dopo le lezioni, vado su quel muretto che ti piaceva tanto. -Qui riesco a liberare la testa, a pensare liberamente e scappare dai problemi- Era quello che mi dissi quando mi facesti vedere quanto è bello poter guardare tutta la città dall'alto. Due settimane prima che ti trovarono lì sotto, senza più il tuo bel sorriso di sempre, ma con una faccia priva di espressione e le labbra leggermente aperte, ma non come se stessi gridando, come se stessi dormendo. Eppure, non ti sei più svegliata.

Mi ricordo tutto di quel giorno, era il 15 gennaio del 2019, sono stata chiamata d'urgenza dalla segreteria della scuola. Mi hanno detto che ti era successa una cosa terribile e che dovevo andare da te immediatamente, dopo aver saputo dov'eri sono corsa il più velocemente possibile verso quel prato dove scappavo con te ogni volta che le cose non andavano, per poi vederti lì a terra, con poliziotti e ambulanze attorno. Il cielo era grigio, posso ancora sentire la brezza leggera che mi scompigliava i capelli mentre mi si appiccicavano alle guance bagnate, i sassolini che avevo sotto i piedi, la mamma che gridava e tutta la gente che mi abbracciava e mi diceva parole rassicuranti che sentivo solo di sottofondo. Mi ricordo le sirene della polizia che mi risuonavano nelle orecchie e gli infermieri che mi correvano davanti. Vedevo tutto offuscato, l'unica cosa nitida che sentivo era la tua risata di quella mattina, l'ultima che ho sentito prima di uscire di casa, quando ancora non sapevo che presto ti avrei persa per sempre.

Ogni giorno mi alzo dal letto sperando che il famigerato lieto fine della storia esista anche per me, una ragazza che ha perso il suo unico appoggio, la sorella maggiore sulla quale faceva affidamento da tutta la vita, e pur sapendo che non tornerà, continua ad andare avanti.

Tutto è diventato più difficile a casa: mamma e papà mi vedono appena, lei ogni volta che mi guarda sembra voglia mettersi a piangere e mi dice che ti assomiglio tantissimo, specialmente ora che ho la stessa età dell'ultimo ricordo che ha di te. Invece papà, beh lo conosci, per lui la vita va avanti come sempre. È pochissimo a casa per via dei turni e quando è a casa, dorme. Nessuno mangia più insieme, ogni volta che guardo il tavolo vedo la tua sedia, quella vuota. A casa ogni stanza e ogni oggetto è pieno di nostri ricordi. Ogni volta che c'è vento e sento scricchiolare l'altalena in giardino mi tornano in mente due bambine, una con i capelli rossi e l'altra con i capelli marroni che giocano a dondolare una in braccio all'altra, o a fare gare per chi salta più in alto e più lontano, per giornate intere, senza mai annoiarsi.

Ogni tanto mi capita di camminare in strada e sentire le persone mormorare fra di loro:

-È lei...

-Lei chi?

-La sorella della ragazza che è morta cinque o sei mesi fa...

-Ah sì, ne ho sentito parlare...

E vorrei girarmi e gridare, gridargli addosso che la ragazza ha un nome, che qualunque esso sia non sono affari loro, e che quella data di cui parlano con tanta leggerezza è quella del giorno in cui ho perso la parte migliore di me, per poi scappare, piangendo, verso casa e chiudermi in camera con una nostra foto, a guardarti, bellissima e sorridente, con quegli occhi verdi che tanto amavo. Eri la ragazza che piaceva a tutti, non come me, che sedevo accanto a te. Io ero la sorellina asociale con la faccia semicoperta per la vergogna, piatta di seno e sempre immersa nei suoi pensieri.

Il tuo ricordo mi uccide ogni giorno lentamente, come il fatto di non sapere come sei finita lì sotto. Provo sempre a pensare che tu sia caduta, e che non ti sia buttata volontariamente, ma è difficile convincersene quando le autorità sostengono il contrario. Stavi bene, per quanto potessi vedere io, eppure la polizia l'ha archiviato come un suicidio. Cosa c'era che non andava?

Se solo mi fossi resa conto di ciò che stava succedendo, forse avrei potuto fare qualcosa. La cosa che più mi fa male è pensare al fatto che mentre io pensavo che la tua vita fosse perfetta, tu pensavi a come porle fine. Dietro a quel sorriso sempre presente si nascondeva una grande parte di te, che neanche io, con cui passavi ore e ore al giorno, ho mai conosciuto.

Devo imparare a non vedere il mondo come una cosa triste senza di te, ma una cosa bella, piena di tuoi ricordi ma bella. Sempre lo stesso posto ma da un'altra prospettiva. Il prato davanti al muretto è verde, come il tuo colore preferito. Il cielo al pomeriggio tardi sopra alla città è arancione, come i tuoi bellissimi capelli. Non è tutto sempre grigio e triste come lo vedo ora. Un giorno riuscirò a vedere cose che vanno al di là del grigio, vedere te in tutte le cose belle.

Mi manchi.

La tua sorellina

A TE, LA MIA INDIMENTICABILE SORELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora