Fuochi.

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"Dimmi dove sei, vorrei parlarti di tutte quelle cose che ho mandato già in fumo."
~Cesare Cremonini
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La notte di San Lorenzo bruciava tanto quanto le braci sotto la griglia. Il cielo era vestito di blu, limpido, pronto ad essere studiato dagli occhi attenti di migliaia di persone. Il vento era fermo, immobile, e con prepotenza segnalava la propria assenza. L'estate, insomma, era nell'apogeo del suo essere, e il caldo si faceva sentire ancora di più tra la mischia di gente in giro per il giardino di Villa Balestra.

Simone, che quel calore adesso lo sentiva nelle ossa, occupava una delle sedie collocate nei pressi della piscina, circondato da birre e amici.

Le voci le sentiva ovattate, le risate erano poco nitide per le sue orecchie, occupate ad ascoltare la frequenza del suo cuore che rimbombava nel petto come una campana. La musica era soltanto un piacevole sottofondo, e i suoi occhi erano smarriti. Tremavano tra le ombre di persone che danzavano, e abbracciavano la visione dell'unica persona che invece non lo faceva, troppo intenta a cercare una bottiglia piena in quella valanga di bottiglie vuote.

Sentì qualcuno che lo chiamava, ma non se ne curò.

Lui era fermo lì, parlava con lei, accennava un sorriso. Simone guardava da lontano, a quella distanza di sicurezza che li aveva divisi in quelle ultime settimane.

Simone guardava, ma non partecipava. E un po' moriva dentro.

Qualcuno lo scosse. Fu una spinta leggera, spensierata, un dolce richiamo alla realtà, accompagnato da una voce altrettanto morbida e piena di empatia.

"Simò, tutto ok?"

A parlare era stato Martino.

Martino Rametta, il ragazzo dai capelli rossastri e il cuore d'oro che sedeva alla sua sinistra, lo aveva conosciuto alla gay street insieme a Niccolò, Filippo ed Elia. Quella lì, era stata decisamente una serata alquanto movimentata per lui.

Simone non parlava a Manuel già da giorni, ed era stata una decisione presa sulla base di una lunga e dolorosa riflessione.

Durante i mesi che avevano seguito il suo incidente, Manuel aveva quasi vissuto in simbiosi con lui. Lo aveva accompagnato alle visite mediche, ai vari controlli, persino alle sedute di terapia. Lo aveva seguito ovunque, si era sempre occupato di lui, lo aveva aiutato a riprendersi e a stare meglio. Simone, per la prima volta, aveva intravisto negli occhi di Manuel la stessa luce che sentiva nei suoi quando lo guardava; ma purtroppo, neanche quello era stato abbastanza.

Simone voleva tutto di Manuel. Voleva la sua preoccupazione, la sua felicità, i suoi sorrisi e ogni centimetro della sua pelle. Ma soprattutto, voleva l'unica cosa che Manuel non sarebbe stato in grado di dargli.

L'amore.

E Simone ci aveva provato a farsi bastare l'amicizia, ma a volte, alcuni cerotti sono semplicemente troppo piccoli per coprire l'intera ferita. Possono proteggerla un po', ma il sangue continua ad uscire, e il cuore continua a fare male.

Perciò, Simone era arrivato a quella conclusione. Avrebbe tagliato i ponti, per darsi il tempo di guarire, e per stare lontano da quel cerotto che strusciava su quel taglio troppo profondo e faceva dannatamente male.

Così era successo. Da costante nella sua vita, Manuel si era trasformato in una comparsa, fino a poi scomparire completamente. Pur essendo ciò che Simone aveva desiderato sin dall'inizio, era stato doloroso lo stesso.

Fuochi D'artificio || Simone e Manuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora