La Baroncini va in villeggiatura - parte prima

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«Nilde, ha visto quel patrizio davanti noi?» bisbiglia nell'orecchio della maestra Baroncini la Miraccio Sforza.

«Quel torace ampio...si nota anche sotto alla giacca! Che sarà? Un uomo d'affari? Un avvocato di successo? Un ingegnere della Nasa? Lo sa che c'è una base americana qui nei dintorni? Che dice? Faccio cadere la rivista, così lui me la raccoglie? Un escamotage per parlarmi, no?» prosegue a raffica la signora Clementina, sempre torturando l'orecchio fino della Nilduccia.

«Bah...Clementina bella, ma lo sai che questo qui non è mica sordo? Sta a meno di un metro da te! Che sei? Tonta?» evidenzia la Maestra, strizzando l'occhio all'individuo.

L'elegante signore, accomodato di fronte alle due donne, tenta di mascherare l'ilarità con un paio di colpi di tosse.

«Dovrebbe essere più positiva, Nilde cara. In fondo siamo in villeggiatura e non è necessario mantenere la forma come al condominio! Qui non ci conosce nessuno!»

Il treno avvia la frenata. La stazioncina Gatteo a Mare già si intravede dal finestrino.

La Nilde tira un sospiro di sollievo e anche un paio di saracche mentali. Il viaggio con la Miraccio Sforza è durato tre ore, più sosta per cambio a Bologna.

Ma quando mi è venuto in mente di portare con me 'sta rompi...bah!

Rimane in attesa, ma Fausto non si fa sentire.

«E..., Nilde, ma il signor Gino? Allora? Come va?» chiede la Clementina, mentre trasposta il proprio bagaglio da villeggiatura giù dai predellini del treno.

«Ma farti i fatti tuoi, mai, eh!?» esclama scorbutica la Nilde, atterrando, leggiadra, sulla banchina della località marittima.

Gatteo Mare, Romagna, mare e aria buona. Proprio quello che vuole per la maestra Baroncini, che dall'ultimo dell'anno, è ruzzolata nel vortice della relazione con Gino, quello che ramazza il parcheggio condominiale ad uso pubblico. Non si può dire che il fidanzato non la appaghi, anzi! Le par di essere tornata quella ragazzetta al primo impiego in una scuola di montagna. Che fusti, tra l'altro, a Castelnuovo! Fausto non si è più fatto sentire e la cosa, guarda guarda, non le dispiace poi così tanto. Però Gino quanto è pesante! Mazzo di fiori sullo zerbino alla mattina, cioccolatini al pomeriggio, baciamano alla sera, mentre varca la soglia e appende il cappotto...il resto va tutto bene in effetti, non si può lamentare. Le nottate passionali, trascorse in destrezze, la soddisfano. Nondimeno, il mattino dopo di nuovo i fiori sullo zerbino, i cioccolatini al pomeriggio e così via... Dovete sapere che, sebbene la Nilde sia stata maritata per più di due lustri, non ha mai gradito la monotonia. Lei era sempre stata una da "cotta e mangiata", mai sostare troppo a lungo e via col successivo. Vero che con Fausto si era comportata bene, però adesso avrebbe potuto darsi alla pazza gioia! Perché fidanzarsi?

Le due signore si avviano per la strada principale di Gatteo. Il vento fresco le coglie alla sprovvista. La primavera è arrivata e, insieme a lei, sono giunte anche le prime aperture degli alberghi estivi. Hanno prenotato allo Chalet, lungomare, proprio di fronte alla spiaggia. Camera doppia vista mare, tanto si paga poco in questo periodo e poi i bronchi da incallita fumatrice della Nilde richiedono iodio immediato.

«Nilde, il tipo ci segue!» salta su con un risolino pazzerello la Miraccio, ammiccando dietro di sé.

«Senti, Clementina, ti do un consiglio. Tieni a bada l'ormone, che alla tua età dovrebbe già aver fatto su baracca e burattini ed esser partito! 'Sto qua non ci segue!»

«Se le signore permettono, posso chiedere in che albergo siete dirette? Anche voi qui in villeggiatura?» domanda, accostandosi, il signore, che si presenta come Mario Barozzi, modenese, ossequio vecchi tempi.

Pure la Nilde si meraviglia del gancio imprevisto.

Che dire, la Sforza comincia ad ancheggiare come una adolescente, per far notare il balcone in caduta libera.

Terminate le presentazioni e venuti a conoscenza di alloggiare nello stesso albergo, i tre fanno check-in e si ritirano nelle camere, le quali, guarda caso, stanno sullo stesso piano e una di fianco all'altra.

La Nilde deposita la valigia sul letto, spalanca la finestra, accende la sigaretta e, con un bah profondo, che la dice tutta, accende il cellulare. Tempo tre secondi e la suoneria impazzisce. Centodiciotto messaggi! Che fanno, si fa il conto mentale, circa tre ore di viaggio, che sono centottanta minuti, che vuol dire un messaggio ogni minuto e mezzo!!!

Sto qua è pazzo... conclude a voce alta, scorata.

E io che volevo una botta e via. Bah...anche più di una botta, ma sempre dopo il via!

«Ascolti, Nilde, io non posso resistere alla chiamata. Lo vedo che il Barozzi mi desidera e io desidero lui. Basta, bando alle ciance, vado!»

«Oh, ma che ti sei impazzita?! Il Barozzi non ha inviato nessun richiamo! Bah, dovevo proprio venire qua con una invasata!»

Qualcuno bussa alla porta. Due colpi decisi. La Miraccio guizza come un'anguilla davanti allo specchio, da un colpetto alla piega, materializza un rossetto e se lo spalma ben bene fuori dal contorno delle labbra, spruzza profumo a gogo e apre la porta.

«Caro, caro, caro, Barozzi! Ma che sorpresa! Che dice, ha bisogno di qualcosa?» e si appoggia, sinuosa, allo stipite con la schiena.

Alla Nilde casca la faccia dalla vergogna, ma ormai è tardi per prendere in mano la situazione.

«Care signore, mi scusino per il disturbo. Avrei necessità di una consulenza della signora Baroncini, se non le dispiace. Vede, ho una nipotina che frequenta le elementari, e stavo scendendo giusto ora per acquistarle un qualcosina, un ricordino. Di fronte ho visto una cartoleria, ma io, sa, sono una persona...ehm...che va al sodo...sa...bando alle ciance...e vorrei acquistare qualcosa di utile, tipo una matitina, un astuccino. Nilde, le andrebbe di aiutarmi? In fondo lei è maestra»

La Baroncini rimane di sasso. Col telefono in mano che squilla a ripetizione, e questo giovanotto di fronte, deve fare una scelta.

«Nilde carissima, vai, il signore necessita delle tue...consulenze! Suvvia!» fa la Clementina tutta emozionata e aggiunge sottovoce «Ogni lasciata è persa! E ricordati di chiedere se ha un amico!»

Gino si trova anche lui in villeggiatura, dal fratello, a Brescello. A memoria sua e anche mia che ne scrivo, non ha mai viaggiato fuori dalla provincia di Reggio, perciò pensare alla Baroncini a Gatteo è per lui pensarla in Australia. Mentre ramazza il cortiletto della villetta schiera del fratello Pino, se la immagina tutta sdilinquita e oblunga in mezzo a maschi rozzi senza volto, che attentano alla sua femminilità. Non gli riesce di dormire e non pensa ad altro. Un paio di volte al giorno si reca in Piazza Matteotti a far due parole tristi con Peppone. Ormai tutti a Brescello lo conoscono e, a forza di sfogarsi con Peppone, tutti sanno anche della Nilde. Quindi lo invitano al bar, alle bocce, al Lido, giusto per consolarlo. Dobbiamo dire che gli emiliani sono gran brave persone. Se vedono qualcuno in difficoltà, si fanno in quattro per aiutare.

Insomma, ora Gino sta ramazzando con il cellulare in mano e una proposta nella testa. Ma non ne parliamo ora e lasciamo il nostro amico al suo lavoro.

(to be continued)

In mezzo al nulla Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora