Dolore

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"dolore",  la parola che viene usata spesso oggi giorno, si sta male per una relazione, per un'amicizia finita male, per una perdita e molte altre cose, ma la vera domanda è...ci siamo mai chiesti quale sia il vero significato di questa parola? 

Sapete un giorno mi sono messa a pensare e ho cercato sul vocabolario la definizione esatta di questa parola, eppure mi sembra cosi superficiale, soprattutto per una persona che in quel preciso istante lo sta provando.

La definizione dice : "un'esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole, associata ad un effettivo o potenziale danno tissutale o comunque descritta come tale", devo essere sincera, la frase non l'ho nemmeno capita.

Credo fermamente che il dolore sia più di una spiegazione in due righe buttata li, dove è finita tutta la spiegazione del dolore fisico ? Del dolore emotivo o psicologico?

Beh se bisogna essere sinceri è orribile...una volta leggendo un articolo ho letto che il dolore fisico ed emotivo hanno un legame quasi diretto dopo una perdita o una relazione finita male, potremmo parlare anche della sindrome del cuore infranto, quando viviamo la fine di un rottura spesso ci sentiamo abbandonati e la sofferenza emotiva è immensa, quasi devastante, e il corpo soprattutto ne risente.

Tutto inizia dalla stanchezza, dalla frustrazione, dalla spossatezza, i muscoli si irrigidiscono, poi entrano in gioco il mal di testa e perfino disturbi digestivi. 

Sapevate che alcuni studi confermano che è importante mettere in risalto il ruolo dell'ira. Molte persone particolarmente irascibili o che hanno tenuto repressi i propri sentimenti e il proprio malessere tendono a mostrare ipersensibilità al dolore e in genere soffrono di mal di testa, mal di stomaco, emicrania e vari dolori.

Dolore fisico ed emozioni, vi siete chiesti quale faccia più male? beh io si...

Per quanto possa sembrare strano e banale il dolore emotivo fa più male di quello fisico...la sofferenza emotiva in molti casi si prolunga nel tempo mentre quello fisico è momentaneo.

La verità è che non siamo bravi a gestire le emozioni negative, soprattutto dopo una rottura con il proprio partner. 

Ci sono cinque fasi del lutto, che sia in amore o una perdita:

NEGAZIONE: isolamento. La nostra mente sembra quasi voler negare l'esistenza e rifiutare di credere che tutto sia finito, è una fase molto delicata ma necessaria per superare la perdita.

RABBIA: ci permette di scagliarci contro tutto quello che ci circonda, è una fase nella quale nessuno è capace di consolarti.

NEGOZIAZIONE: è il momento in cui ci si rende conto di aver perso qualcosa di importante. Si incomincia a rielaborare e cercare di capire cosa sia successo, nessuno è colpevole. Nelle persone insicure che hanno fatica a immaginare un futuro da soli porta spesso a un tentativo di recuperare determinati rapporti, di tornare indietro, di chiedere scusa per poter ricominciare.

DEPRESSIONE: quando ormai ci si rende di non poter più risolvere la situazione e di non poter più tornare indietro arriva il momento peggiore, si è consapevoli che l'altro non tornerà, al di la delle colpe e della rottura ci si arrende all'evidenza e iniziamo a stare male, è pero anche una fase dove ogni senso del nostro corpo in qualche modo ci permette di aiutarci a uscire da una determinata situazione.

ACCETTAZIONE: questa è la fase finale delle di tutte le fasi, "il peggio è passato" , ce ne si fa una ragione, e in quel momento è meglio mettere un punto e andare avanti, si è più sereni e più aperti verso il prossimo per tornare a una nuova vita e eventualmente amare di nuovo e soprattutto sentirsi di nuovo amati.

Facile.

Eppure quanto scritto a parole sembra cosi semplice e banale, ma la verità è che il percorso è più lungo di quanto ci si aspetti e purtroppo non tutti elaborano tutte e cinque le fasi, a volte si resta in un limbo dove sembra quasi impossibile uscirne.

La soluzione? Più facile a dirsi che a farsi, bisogna abituarsi alle emozioni, non rimandiamo a domani quello ci fa stare male oggi.


Riuscirò ad amarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora