Capitolo 3 - Il Bacio

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R: "Ciao Ale! Che sorpresa! Michelangelo?"

Ma che Diavolo ci faceva lui in studio e perché Michelangelo non mi avvisa mai in tempo.
Che figuraccia, ho il cuore in gola, le guance in fiamme, mi sento quasi brillo, mi gira leggermente la testa. Cerco di non darlo troppo a vedere ma non sono bravo a nascondere i miei sentimenti.

A: "Ciao Riki, Michelangelo è andato a prendere un caffè al bar. Ma insomma raccontami pure quello che hai fatto ieri sera, sono curioso..."

Sorrideva, era arrossito anche lui e mi guardava con uno sguardo beffardo e allo stesso tempo dolce.

Non sapevo cosa dire e rimasi in silenzio cercando invano una risposta, non mi venne in mente nulla, mi immagino con quello stupido sorrisetto stampato in faccia, ero rimasto pietrificato.

A: "Volevi raccontargli della serata che abbiamo passato ieri, non mentire."

Nel dirlo si avvicinò, eravamo uno di fronte all'altro, mi toccò i capelli e mi diede un bacio sulla guancia, mi mise la mano sul viso dandomi un leggero buffetto.

A: "Piccolo blanchito...ti lascio sempre senza parole..."

Stava lì di fronte a me, la testa quasi mi girava, la vista si offuscò leggermente, avevo il cuore a mille e tutto intorno a me sembrava congelato. Gli misi una mano sul petto, gli afferrai il maglione e lo tirai verso di me.

Eravamo lì a respirarci davanti, con la mano percepivo il suo battito e senza accorgermene mi avvicinai e ci baciammo.

Fu dolce, appassionante, mi morse il labbro inferiore mi mise una mano sulla nuca e mi tirò i capelli per avvicinarmi a lui, eravamo senza fiato quando sentimmo dei rumori di chiave nella toppa della porta.

Di colpo ci staccammo e in quel momento entrò Michelangelo.

Non riuscivo a pensare più a nulla, mi sembra di aver corso duecento metri alla massima velocità, ho la testa che mi scoppia, devo calmarmi ed in fretta.

M: "Ma che bello sei arrivato anche tu Riki! Come stai? Che bello vedervi di nuovo insieme, sono proprio contento, ho da farvi sentire una cosa che ho composto in questi giorni."

R: "Ciao Michi, tutto bene. Eh, sì è stata una sorpresa trovare Ale qua in studio questa mattina...mi fa piacere."

A: "Beh Michi cosa aspetti, facci sentire quello che hai composto che non vedo l'ora di lavorare con voi."

R: "Vado un secondo in bagno e torno, aspettatemi un attimo."

Incrocio lo sguardo di Ale, era arrossito, mi fiondo in bagno, chiudo la porta e mi comincio a bagnare i polsi con l'acqua fredda, sono ancora agitato non capisco cosa sia successo ho voglia che ricapiti, mi sento confuso ed eccitato. Prendo dei respiri profondi, mi lavo il viso e torno di là.

Ale era in piedi appoggiato con un gomito sul pianoforte, una penna in mano mentre fissava il suo block notes, Michelangelo stava già suonando qualcosa.

M: "Oh finalmente! Dai siediti qua e ascolta."

Cominciò a suonare, vidi Ale chiudere gli occhi mentre io mi concentrai sulle dita di Michi. Era una melodia meravigliosa, simile a quella di qualche giorno prima, rimasi senza parole, ancora una volta.

M: "Ecco a voi!"

Ale cominciò a battere le mani e gli diede un "cinque".

A: "Michi è meravigliosa! Che ne dici scriviamo qualcosa?"

Si stava rivolgendo a me.

R: "Certo! Ma ho bisogno di andare a fare due passi. Cosa dite se ci becchiamo qui tra due orette?"

M: "Certo certo...ci vediamo dopo allora. Ale se tu vuoi rimanere qui a scrivere qualcosa stai pure tranquillo."

A: "Grazie Michi. Riki ci vediamo dopo..."

Esco dallo studio, corro a prendere la mia bici ed inizio a pedalare. Nella mia testa la melodia di Michelangelo si mescola ai baci di Ale, mi salgono i brividi, avevo voglia di vederlo, di stare con lui, ero confuso. Decido di rientrare in studio, mi sono sfogato ma non troppo, appena rividi Ale mi sentii bruciare il viso.

M: "Ciao Riki bentornato! Vieni a sederti al piano."

Ale mi saluta e mi invita a sedermi, Michelangelo si mise a suonare ed Ale di fianco a lui reggeva in mano il suo block notes, aveva scritto qualcosa.

A: "Non scappare da qui, non lasciarmi così, nudo con i brividi. A volte non so esprimermi e ti vorrei amare ma sbaglio sempre e ti vorrei rubare un cielo di perle. E mi vengono i brividi, brividi, brividi..."

Rimasi a bocca aperta, era bellissima, la sua voce su quelle note era poesia, il suo sguardo mi colpì.

A: "è poco ma se ti piace potremo partire da questa traccia per scrivere un pezzo insieme. Cosa ne pensi?"

R: "Ale è meravigliosa, assolutamente sì, sarebbe fantastico."

M: "Oh sono davvero molto felice non vedo l'ora di sentire le vostre strofe e poterci lavorare!"

Era tardi, ormai ora di cena, stavamo uscendo dallo studio.

A: "Ci mangiamo qualcosa insieme?"

M: "Scusate belli mi aspettano a casa, sarà per la prossima volta. Mi raccomando fatevi sentire che sono curioso di leggere tutto quello che scriverete."

Salutiamo Michi entrambi con due baci, lo guardo camminare e girare l'angolo, con mille pensieri in testa e un po' di confusione.

A: "Riki ti va di mangiare qualcosa?"

R: "Certo."

I nostri sguardi si incrociarono, e ci mettemmo a camminare l'uno di fianco all'altro in silenzio scambiandoci solo qualche occhiata...

Come nascono i BrividiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora