Capitolo 4

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Harry odiava, ma odiava veramente fare l'esercizio di raccatta palle. Lo trovava inutile e ineducativo.

Anche se doveva essere utile dato che lui faceva il libero.

Le palle che Mark lanciava erano imprendibili e non sarebbe mai successo che in una partita arrivassero palle così.

Per diamine, erano sei in campo!

C'erano quelli davanti che prendevano le palle corte, a lui servivano le palle lunghe e difficili da prendere. Quelle sì che gli sarebbero servite.

Invece no. Lo faceva mettere al centro del campo e gli faceva tutte palle corte, che poi il giorno dopo si sarebbe ritrovato con qualche livido e bruciatura sul corpo, dato che per di più era sudato e quando cercava di scivolare faceva attrito con il pavimento e veniva solamente fuori un rumore ripugnante e un forte bruciore.

Doveva esserci abituato, ma invece no. Anche dopo quasi due anni non era riuscito a farci l'abitudine.

Dopo il quarto giro ed essere riuscito a recuperare l'ultimo pallone per un pelo, non sapeva neanche lui come aveva fatto, dato che per recuperare il secondo si era dovuto buttare praticamente ai piedi dell'allenatore, ma alla fine si era ritrovato alla fine del campo spiaccicato contro uno dei canestri che c'erano in palestra, e la palla in mezzo al campo. Per fortuna che i canestri erano ricoperti di gomma piuma.

Si alzò soddisfatto con un sorriso in volto. Odiava quell'esrcizio, ma era una soddisfazione riuscire a recuperare dei palloni così.

"Bravo Harry. Sei migliorato molto" gli sorrise Hermione affiancando l'amico.

"Grazie" espirò lui in cerca di ossigeno. Si allontanò per andare a bere. Ne aveva proprio bisogno.

"Infine... Seamus e Dean, uno da una parte e uno dall'altra" disse Mark finendo di creare le squadre per la partita che di solito facevano a fine allenamento.

Ovviamente Seamus scelse la squadra dove c'era Harry, correndogli incontro per battersi il loro cinque speciale.

Corse anche Harry, fermandosi a metà strada per saltare e battere le mani contro quelle dell'amico.

"Vedi di non fare finte o ti lancio una scarpa in mezzo agli occhi" lo avvertì Harry dopo aver fatto il loro saluto.

"Sei un libero. Ti butti ovunque, ma quando faccio le finte non vai" rispose l'amico mentre batteva le mani con gli altri componenti della squadra.

"Grazie, se penso che vai tu di certo non mi immischio"

"Tu devi prevedermi"

Harry non lo ascoltò e battè il cinque con l'ultimo rimasto: Draco.

A quell'allenamento non gli aveva dato particolarmente fastidio. Avevano fatto esercizi diversi in gruppi diversi e non aveva avuto il tempo di disturbarlo.

Aveva un ghigno da prendere a schiaffi in faccia.

Lo odiava con tutte se stesso. Non riusciva ad avere una conversazione pacifica per più di due secondi che subito lo attaccava facendo battutine sarcastiche sulla sua vita e sui suoi genitori, o prendendolo a parole così perché gli andava. Sapeva che ci poteva essere almeno un piccola parte di lui dolce e gentile, ma doveva essere sepolta sotto tutto quello strato di arroganza e perfidia che aveva in corpo.

Sospirò e si andò a posizionare al suo posto. Erano in P1, cioè il palleggiatore era in posto uno, lo spazio di campo in fondo a destra. E doveva battere l'altra squadra, quindi si posizionò in modo da poter ricevere.

Il ruolo da libero, per Harry, era il più difficile. Perché tutta la squadra riponeva la fiducia su di te per prendere qualsiasi pallone. Se qualcuno riceve male e la palla schizza via, è il libero che deve cercare di recuperarla in tutti i modi. Certo, ci sono anche gli altri che possono cercare di recurarla, ma di solito è il libero quello più votato da tutti.

Il cuore in un pallone -drarry-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora